Dopo le sorprendenti elezioni del febbraio 2012, questo libro propone alla nuova e alla vecchia classe politica, e a tutto il mondo sanitario, un progetto per rifondare la sanità. L'autore affronta le quattro principali questioni irrisolte della sanità italiana: l'interpretazione moderna dell'articolo 32 della Costituzione, la norma madre da cui tutto viene, e la "questione salute"; il ripensamento della medicina quale conoscenza, perché essa si adegui a una società che cambia e a un'economia ostile; il ripensamento delle professioni e del lavoro, in particolare delle professioni sanitarie (medici e infermieri); il ripensamento della sanità come sistema di governo e di organizzazione dei servizi. Da sempre il vero problema della sanità non è la mancanza di idee o di proposte, ma la politica, che da troppi anni si dimostra disinteressata al cambiamento. Questo libro si basa su fatti reali, anche se il soggetto è simbolico. Il "riformista che non c'è" è un limite culturale della nostra società, che, per il bene comune, dovrà essere superato e convertito a una nuova progettualità.
La razionalità scientifica della medicina è sempre più in difficoltà per tre ragioni fondamentali: il radicale cambiamento culturale della concezione di malattia e di malato; la pressante richiesta di riduzione di sprechi, rischi ed errori nel campo delle pratiche mediche; la forte domanda da parte del cittadino di condivisione delle decisioni mediche che lo riguardano. Per rispondere a tali problemi, in questi anni, si sono adottate politiche di controllo sugli operatori e sui servizi che però hanno creato innumerevoli contraddizioni, tanto in ambito etico quanto in quello finanziario. Una ben ponderata azione di ripensamento della razionalità medica non è più rinviabile. Il titolo sottolinea un mutamento significativo di prospettiva: se sinora la tradizionale "filosofia della medicina" aveva spiegato il modo di pensare della medicina, oggi si avverte l'urgenza di una "filosofia per la medicina". Il libro si conclude con un manifesto, che costituisce un invito alla pubblica discussione delle questioni trattate.
Nonostante alcune regioni siano state razionalizzate, gestite, riorganizzate, sussistono storiche arretratezze: il sistema medico-sanitario, nel suo complesso, non è ancora riuscito a ripensare i suoi modelli tradizionali di tutela in sintonia con i tanti cambiamenti culturali introdotti dalla postmodernità, in particolare quelli propri a una nuova domanda umanitaria di cura. Da questa scollatura profonda prendono forma i problemi più delicati quali il contenzioso legale, la medicina difensivistica, la delegittimazione dei medici, i conflitti tra professioni, il ricorso esagerato alle procedure, la sfiducia nella medicina pubblica, la diffidenza nei confronti dell’ospedale, l’ampliarsi delle medicine non convenzionali. Il volume indaga sulle difficoltà che la medicina e la sanità incontrano nel loro rinnovamento e ripensamento. Ormai è chiaro che i vecchi modelli di assistenza, che sono a un tempo modelli di servizi e di professioni, producono elevati costi umani a carico delle persone e maggiori costi economici a carico del sistema. Oggi «conviene» a tutti un pensiero per un cambiamento culturale e organizzativo anche profondo.
Questo libro si potrebbe collocare tra gli studi di antropologia interpretativa. È un viaggio nei significati più profondi e arcaici della cultura contadina e, allo stesso tempo, la proposta di una nuova metodologia di analisi: l'antropologia dei mondi possibili. Emergono, come dissepolte, le grandi questioni della vita, delle origini, della nascita e della riproduzione, della razza di appartenenza, della sessualità, della biologia umana e della "differenza di genere". La novità fondamentale del volume è quella di interpretare per la prima volta i testi contadini che sino a ora sono stati semplicemente raccolti e inventariati.
Il libro esamina il cambiamento in positivo della figura del "paziente" in tutte le sue numerose sfaccettature fino a configurare "l'esigente" come nuovo soggetto "che domanda". Parallelamente, esamina il cambiamento in negativo della figura del dipendente sanitario che diventa suo malgrado sempre più "superdipendente", in particolare i medici. Infine, propone un'azienda sanitaria sui generis nella quale sia gli operatori sanitari nei confronti dei cittadini che l'azienda nei confronti degli operatori sanitari, regolano i loro rapporti attraverso principi di contrattazione, dando così luogo a un particolare "governo sociale" fondato sul valore dell'autonomia e della responsabilità.
La medicina è senza ombra di dubbio una delle più alte e nobili espressioni dell'agire umano, poiché si avvale di conoscenze diverse e le integra con l'imperativo morale della tutela del prossimo. Tuttavia, come il concetto di benessere è in continua trasformazione, allo stesso modo lo statuto della medicina si sta evolvendo. Il presente volume illustra i mutamenti in atto nella percezione del concetto di salute e nella definizione dei parametri di qualità dell'intervento sanitario, e delinea un quadro di riferimento delle esigenze latenti o emergenti nel paziente alla luce della nuova consapevolezza di diritti e bisogni. L'obiettivo è quello di promuovere una medicina della scelta, che dia importanza alla libertà individuale.