Conoscere se stessi è una necessità e un dovere cui nessuno può sottrarsi. L'uomo ha bisogno di sapere chi è; non può vivere se non scopre che senso ha il suo vivere: rischia l'infelicita se non riconosce la sua dignità. Per questo possiamo dire d'essere ogni giorno alla ricerca del nostro io: una ricerca continua anche se a volte inconscia, spesso faticosa e apparentemente contraddittoria, ma in ogni caso mai terminata...
L'uomo cerca se stesso, innanzitutto, e se ha il coraggio di scoprire la propria identità avverte immediatamente il bisogno di spingere più in alto la sua ricerca... Verso quell'Essere che è la fonte della sua stessa identità.
Reflexión sobre los desafíos de los sacerdotes ante un mundo cambiante. "El sacerdote no se pertenece, porque es total y absolutamente de Dios y de los hermanos" (F. Sheen). Se trata de una frase algo retórica, pero sería trágico si el presbítero no aprendiese cada vez más a reconocerse hombre de Dios, elegido y llamado por El, y sobre todo buscado y probado por El. Además, el sacerdote pertenece a los hombres y, por tanto, está llamado a soportar sus cargas y sus preguntas, sus dudas y sus luchas con respecto a Dios. Lo humano y lo divino se mezclan en él, además de otras polaridades conflictivas: creyente y no creyente, solo y de todos, hombre de carne "pero prolongado en el misterio" (F. Fuschini)..., en una síntesis jamás terminada pero luminosa.
La perdita prematura di un figlio è forse la più grande sofferenza per un genitore. Il libro di A. Cencini, racconta il cammino, pur lento e faticoso, di fede e di speranza, che ha consentito a molti genitori di "ritrovare" il figlio che credevano perduto per sempre. Esso si divide in due parti. Nella prima definisce i concetti-chiave di un cammino autenticamente credente: storia, storia di salvezza, memoria, memoria credente, i virus della memoria, memoria affettiva, razionale e biblica, memoria spirituale, che servono a ricordare in modo pieno e credente la vita come storia d'amore e di salvezza, anche nei risvolti dolorosi. Nella seconda parte affronta un itinerario preciso per l'integrazione del dolore o l'elaborazione del lutto legato alla morte del figlio, all'interno di una prospettiva credente.
Un libro di catechesi sulla vocazione, per rendere consapevoli i giovani del loro valore e del dono piu grande che possono fare a se stessi, realizzando in pienezza la loro vita. Come mettere i giovani davanti al loro io" piu vero? Come renderli consapevoli del loro valore, e del dono piu grande che possono fare a se stessi, realizzando in pienezza la loro vita? Come condurli fuori dalle secche di un'esistenza piatta e portarli a desiderare "il largo" di un oceano sconosciuto che si stende davanti ai loro occhi? Come indicare loro orizzonti ampi, strade maestre senza poi lasciarli soli nel difficile cammino? Come parlare di valori senza che risulti la solita tirata moralistica si supposti maestri piu vecchi che saggi? E, insomma, come mostrare ai giovani la vocazione in maniera credibile e affascinante? Se rispondesse anche soltanto a qualcuno di questi interrogativi, il libro avrebbe la sua legittimita, e invece ha la "presunzione" di affrontare ciascuno di questi temi in modo concreto, senza tanti giri di parole: una maniera intessuta di esperienza e di testimonianza. "
Da tempo ormai si parla del rinnovamento della vita consacrata, a tal punto che qualcuno, sentendolo ormai più invocato che realizzato, più virtuale che reale, preferisce evitare l’argomento a motivo dell’imbarazzo e della disaffezione emotiva che suscita. Se da una parte può essere più facile insistere su tale stanchezza da logoramento, non mancano tuttavia segnali di speranza.
Il volume parte da questa convinzione e intende offrire un contributo per indicare almeno un aspetto o una pista del rinnovamento: il tema della relazione e di una relazione che apre alla condivisione. L’ipotesi di lavoro alla base dello scritto è che il recupero a vari livelli della dimensione relazionale possa costituire un elemento di novità e rinnovamento della vita consacrata.
Lo studio, nato dall’attività di formazione permanente tra i religiosi e le religiose, è articolato in due parti. Nella prima si tenta di definire e cogliere nel suo significato teorico il senso della relazione. Nella seconda si affronta il percorso che dalla relazione conduce alla condivisione, sempre in rapporto con l’attuale momento storico della vita consacrata.
Note sull’autore
Amedeo Cencini (Senigallia 1948), religioso canossiano, ha conseguito la licenza in pedagogia all'Università pontificia salesiana, il dottorato in psicologia alla Pontificia Università Gregoriana e si è specializzato in psicoterapia all'Istituto di psicoterapia analitica. Attualmente dirige lo Studentato della sua congregazione, dove cura la formazione dei chierici, e ha vari incarichi di insegnamento universitario in Veneto e a Roma (pastorale vocazionale, formazione al discernimento, psicologia). Collabora con Testimoni e insieme ad Alessandro Manenti dirige la collana EDB "Psicologia e formazione". Ha pubblicato: Vocazioni, dalla nostalgia alla profezia. L’animazione vocazionale alla prova del rinnovamento, EDB, Bologna 21992; Amerai il Signore Dio tuo. Psicologia dell'incontro con Dio, EDB, Bologna 112000; Psicologia e formazione. Strutture e dinamismi, in collaborazione con A. Manenti, EDB, Bologna 112000; Vivere riconciliati. Aspetti psicologici, EDB, Bologna 111999; Vita consacrata. Itinerario formativo lungo la via di Emmaus, San Paolo, Cinisello Balsamo 41994; Per amore, EDB, Bologna 42001; Con amore, EDB, Bologna 1994; Nell'amore, EDB, Bologna 21998; I sentimenti del Figlio, EDB, Bologna 42001; Fraternità in cammino, EDB Bologna 1999.
Un testo fondamentale per la formazione permanente che accompagna la vita presbiterale e religiosa nel suo incedere, ordinario e straordinario. L’autore, responsabile della formazione permanente presso la Conferenza Italiana Superiori Maggiori, offre un testo base fondamentale, impostato sui temi della capacità di relazione e sul rapporto con il tempo. Chi accetta di continuare la propria formazione è infatti colui che non subisce il tempo ma se ne riappropria entrando con sapienza nei ritmi del ministero.
Un libro destinato a religiosi, consacrati e consacrate, formatori e guide spirituali.
Amedeo Cencini, sacerdote canossiano, ha conseguito la licenza in scienze dell’educazione all’Un. Salesiana e il dottorato in psicologia all’Un. Gregoriana; s’è poi specializzato in psicoterapia all’Istituto Superiore di psicoterapia analitica. Attualmente è docente di pastorale vocazionale all’Un. Salesiana e di accompagnamento personale al corso dei formatori presso lo stesso ateneo pontificio. Insegna psicologia al corso di teologia e diritto, organizzato dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica. Dal maggio 1995 è consultore della medesima Congregazione vaticana. Presso la Conferenza italiana Superiori Maggiori è responsabile dell’area «formazione permanente». Tra le sue pubblicazioni ricordiamo la trilogia sul celibato sacerdotale e religioso (Per amore, Con amore, Nell’amore2, Dehoniane, 1994-1996) e l’altra trilogia sulla vita comune (Com’è bello stare insieme3, Come rugiada dell’Ermon2, Come olio profumato2, Paoline Editoriale Libri). Con le Edizioni San Paolo ha pubblicato Vita consacrata. Itinerario formativo lungo la via di Emmaus, 19942, e Come fuoco che divampa. Il consacrato aperto al dono dello Spirito, 1998.
Attraverso la comprensione dei vari livelli di manifestazione del proprio malessere (fisiologico, psicologico, morale) si può giungere a un'unità-integrazione dell'intera persona che renda sì accettabili i propri limiti, ma all'interno di una dimensione di fede, eludendo cioè quel narcisismo il cui risvolto è la paura del fallimento, ma anche quei sensi di colpa che negano la gioia del perdono di Dio. Rivolto a ogni "uomo normale, comune, costretto - spesso a malincuore - ad ammettere di non essere perfetto come vorrebbe, ma neppure così malridotto come a volte gli sembra d'essere".
La relazione è il luogo privilegiato della crescita, di ogni crescita umana e spirituale. L'attuale crisi vocazionale trova infatti le proprie radici in una concezione individualistica che ha lentamente pervaso la cultura antropologica fino ad incidere sulla pastorale. Occorre quindi partire da una riflessione sulla comunità in quanto evento umano e religioso, per ridare fiato ad ogni esperienza di chiamata.
Opera di uno psicologo e saggista di fama come Amedeo Cencini, il libro svolge il tema della vocazione delineandola come un’avventura controcorrente, come un itinerario avvincente alla scoperta di se stessi. L’autore si indirizza a un ragazzo-tipo, Marco, ma anche a tutti i presbiteri e i religiosi che - sfiduciati e delusi dalla vita - hanno smesso di chiamare le giovani generazioni.