Oggi come ieri, l’avvenire del mondo si gioca nelle strade di Teheran. Cento anni dopo la rivoluzione costituzionale, cinquanta dopo la rivoluzione anticapitalista, trenta dopo la rivoluzione islamica, l’Iran si impone più che mai come un paese di paradossi: Occidente e Oriente, democrazia e Islam, modernità e tradizione, religione e secolarizzazione, globalizzazione e nazionalismo, petrolio e nucleare.
Questa inchiesta, condotta in Iran, negli Stati Uniti, in Israele, rintraccia un secolo di ricerca di identità, di indipendenza e di potenza.
E’ questo il dramma planetario che qui emerge, raccontato dai suoi stessi attori nel corso di esclusive interviste condotte a Teheran, a Qom, a Washington, a Harvard, a Tel Aviv, a Parigi. Una folgorante immersione nella storia così come si crea, sotto i nostri occhi, condotta da un pensatore che si è interessato particolarmente ai nessi tra fenomeni politici e religiosi.
In questo libro viene esplorato il legame originario e sempre vivo che intreccia la vita politica americana alle radici religiose, cristiane e puritane, che ne fondano la convivenza civile. L’autore, romanziere e saggista di fama in Francia, ci offre sul tema un’opera lucida e appassionata, scritta con stile conciso e ritmato, documentatissima sul piano storico e attenta all’osservazione anche minuta della società americana contemporanea. La storia politica americana ha da sempre rivelato un profondo debito verso i fondamenti religiosi che segnano e definiscono l’identità della nazione: ciò tanto nello svolgersi delle dinamiche politiche interne, e in particolar modo elettorali - con i costanti richiami alla legge e alla volontà divina che tanto stupiscono il disincantato spettatore europeo -quanto nel dispiegarsi della politica estera, da sempre segnata da una sorta di predestinazione alla potenza e da un «destino manifesto» che ne guida le sorti. Il libro di Colosimo disegna i tratti fondamentali della religione civile americana, una religione che plasma la convivenza civile del paese, ma che non si affranca dalle religioni confessionali né dai fenomeni millenaristi e settari che negli USA. hanno assunto dimensioni enormi, violentemente amplificati dai mezzi di comunicazione di massa. Una religione civile che ha i suoi riti, i suoi dogmi, i suoi templi; un lessico simbolico e spettacolare cui qualsiasi attore politico, non importa quanto innovatore, deve adeguarsi per poter raggiungere e gestire il potere. Un’acuta capacità di osservazione unita alla diretta conoscenza dei testi fondatori della cultura politica e religiosa americana guidano questo racconto-saggio affascinante quanto inquieto, ma anche animato da una sincera ammirazione per il ribollente scenario della società americana, la cui natura aperta e multietnica costituisce in qualche modo il contrappeso vitale al rigido determinismo della sua religione politica.
Dalle solitudini gelate del Mar Bianco agli altipiani dell'Abissinia, dai suk di Aleppo alle stradine di Salonicco, dai deserti d'Egitto a Patmos, l'isola dell'Apocalisse, passando per Alessandria, Atene e Mosca, "Il silenzio degli angeli" racconta un'odissea nel cuore delle musiche, dei santuari, delle liturgie, degli inni e delle voci dell'Ortodossia e delle Chiese d'Oriente. Come l'icona, il canto bizantino, slavone, ma anche copto, armeno, etiope o siriaco, rivela una spiritualità della bellezza. Compagni di viaggio sono gli angeli: la ricerca e le domande su questi ultimi si aprono a ogni tappa. Insieme taccuino di viaggio e racconto di un film, il libro di Colosimo vuol essere un'ode carnale e mistica all'Oriente cristiano.