Con l'istituzione del Congresso Sionista nel 1897 Thwxlor Herzl diede voce e forma alle molteplici anime dell'ebraismo, traghettando l'antica questione ebraica dalla sfera social-religiosa alla più appropriata dimensione giuridico-diplomatica internazionale. Egli riuscì così a imporsi all'attenzione dei grandi della terra e a far sì che dall'ottocentesca idea di nazione gli ebrei non fossero esclusi. Dando vita al "Parlamento della nazione ebraica", che avrebbe ininterrottamente presieduto fino alla morte (1904) e, quindi, attraverso sei congressi, Herzl avrebbe anticipato così la successiva fondazione dello Stato e la legittimazione del territorio sul quale Israele sarebbe poi effettivamente nato. Come già intuito all'indomani della Prima guerra mondiale da Francesco Ruf-fini, il ruolo di Herzl nel risveglio nazionale ebraico può esser paragonato a quello svolto da Giuseppe Mazzini nella storia italiana: entrambi si fecero promotori di una sfida alla realtà e al realismo dei loro tempi, entrambi seppero esprimere straordinaria dedizione alla cosiddetta politica dell'irrealtà. Prefazione di Francesco Cossiga.
Sieyès e Burke, la rivoluzione francese del 1789 e quella inglese del 1688, costituiscono l'irriducibile opposizione che ha segnato storia e geografia degli ordinamenti liberali: da un lato i diritti da dichiarare , dall'altro i diritti da preservare. Passando dal piano della storia a quello della filosofia, della sociologia, della politologia, della giurisprudenza. Compagna segue l'evolversi di queste due tradizioni che, divise dal momento della crisi dell'assolutismo, si sarebbero reincontrate nella comune lotta al totalitarismo.