Un professore di filosofia in scadenza di contratto riceve una proposta irrinunciabile: dovrà tenere sette lezioni nel prestigioso ateneo della Rocca di Monteferro per aspirare all'assegnazione di un seggio vacante, la tredicesima cattedra del Collegio. La sede è molto ambita perché Monteferro è un'oasi intellettuale votata allo studio e alla ricerca, un paradiso per i selezionati docenti che vi vengono ammessi. Per ottenere la cattedra, il professore dovrà conquistare la fiducia dei colleghi e vincere l'opposizione di una misteriosa società che vuole imporre il proprio controllo sull'ateneo. Nel tempo libero che gli concedono la scrittura del suo romanzo storico e la frequentazione degli altri accademici - ciascuno una pedina fondamentale sulla scacchiera di Monteferro - il professore si rilassa nella libreria di Tibaldo, dove può appagare la sua bibliofilia. Tra gli scaffali di un sapere universale che abbraccia la storia dei Templari e quella del Terzo Reich, l'Apocalisse di Giovanni e la biografia di Edgar Allan Poe, sotto lo sguardo mite di un libraio artista, il professore metterà a punto la sua strategia per conquistare la tredicesima cattedra.
A quale valore ideale deve essere conforme la giustizia per regolare i rapporti umani? A quale legge si deve obbedire? Un ragionamento sull'origine dell'ordinamento normativo per comprendere le virtù e i vizi del nostro agire quotidiano.
il contenuto
«Risucchiato dal grande gioco cielo-terra», Girolamo Savonarola ha interpretato in modo prototipico la parabola ascesa-e-caduta di un profeta e capopopolo. Gli osanna e gli anatemi che si sono riversati in vita sul Frate sono riecheggiati per secoli anche nella letteratura a lui consacrata, sin dentro a un Novecento pur straripante, al riguardo, di fonti documentali, di archivi finalmente aperti, di acribia filologica. Un immane groviglio che soltanto Franco Cordero è riuscito a districare, in un’opera già consegnata ai classici della storiografia. Questi quattro volumi stabiliscono infatti un canone in diversi domini: gli studi teologali, ecclesiologici ed eresiologici, la storia politica della Firenze del secondo Quattrocento, le indagini antropologiche sui rituali della demagogia e della manipolazione di massa, le ricognizioni sul lessico dei moderni totalitarismi e, non ultime, le grandi narrazioni biografiche. «Mai viste sequele più naturalmente romanzesche» di quelle che scandiscono il cammino del domenicano – «eretico mancato, santo abusivo, taumaturgo fallito» – dal chiostro al pulpito alla forca.
l'autore
Franco Cordero, professore emerito di Procedura penale presso l’Università La Sapienza di Roma, è tra i più insigni giuristi italiani (la sua Procedura penale, Giuffrè, è arrivata nel 2006 alla diciassettesima edizione). Con due pamphlet e undici saggi ha attraversato i territori del diritto e i labirinti teologali, coniugando idee e fantasie in alcuni romanzi (l’ultimo è L’armatura, Garzanti, Milano 2007). Tra i suoi titoli: Gli osservanti. Fenomenologia delle norme (Giuffrè 1967; nuova ed. Aragno, 2008), L’Epistola ai Romani. Antropologia del cristianesimo paolino (Einaudi, 1972), La fabbrica della peste (Laterza, 1984), Fiabe d’entropia. L’uomo, Dio, il diavolo (Garzanti, 2005). Gli articoli apparsi sul quotidiano «la Repubblica» negli anni 2001-04 sono raccolti nei volumi Le strane regole del signor B. e Nere lune d’Italia (Garzanti, 2003 e 2004). Presso Bollati Boringhieri ha pubblicato Aspettando la cometa. Notizie e ipotesi sul climaterio d’Italia (2008).
A giudicare dalle macerie, si direbbe che la cometa sia già transitata. O forse il corpo celeste non smette di incombere sui destini umani con un presagio ancor più nefasto. In ogni caso, meglio lasciare ai creduli lo scrutinio del cielo, ed esercitare una scepsi tutta terrena, ripetendo il gesto intellettuale che compì oltre due secoli addietro Pierre Bayle nei "Pensieri diversi sulla cometa", incunabolo dell'Illuminismo venturo. L'oscurità dei tempi odierni è un neomorfismo che esige, per essere analizzato sino in fondo, la stessa mobilità di spirito, lo stesso raziocinio acrobatico, acutissimo e immune da basso furore, che condussero l'ugonotto a vedere chiaro nell'impostura. Se qualcuno oggi può raccoglierne il testimone, costui è Franco Cordero. La sua è una partitura per voce sola, senza alcun ingombro strumentale; è contraddistinta da un timbro discorsivo che non ha eguali: la riconosciamo subito mentre fulmina gli ultimi quattro anni di vicende nostrane - l'"impasto d'ilare e macabro" che ha ridotto il diritto a subcultura, la politica a signoria privata, il pensiero a funzione stereotipa - praticando magistralmente l'arte dell'analogia. L'attuale zona grigia tra legalità e delitto richiama archetipi malfamati e precedenti non così remoti: solo una dottrina che padroneggi insieme testi normativi, teologie millenarie, classici letterari ed estri della lingua sa svelarli, e con essi i fondi cupi del "morbo italico".
"L'armatura" racconta in quattro atti le peripezie del giovane Fert da venerdì 5 dicembre 1749, nella Marca d'Oriente: è maestro d'arti; va ospite del Castello, sede d'una famosa biblioteca; vi passa l'inverno in compagnia d'ectoplasmi cortesi finché, morto Sua Grazia, l'Elettore li disperde. L'autunno seguente scende a Golconda nel cui ventre opulento consuma due stagioni: s'addottora; scopre meraviglie equivoche e quanto siano bui i corridoi del successo. Sei mesi dopo subisce una partita obliqua in Taurasia, presso le porte d'Ade. È affare pericoloso la traversata del mondo specie se uno ha solo ventitré anni. Il suo luogo naturale era Leukum, fortezza sotto le montagne, tra due acque: lo chiama l'Ornitologo, venuto dal Castello a comandare l'artiglieria perché incombe l'assedio; l'aspettano ore studiose, viaggi nell'anima, avventure en plein air, missioni guerrigliere, una battaglia con gl'lmperiali, sequele straordinarie fino a sabato mattina 30 settembre 1752 sui bastioni orientali nello scenario d'un vecchio sogno dimenticato. Sei equinozi scandiscono nature vive e morte, psiche, vortici d'eventi, pensieri, sentimenti, visioni.
Un'ampia e ambiziosa riflessione - sedimentata in dieci anni di lavoro - sul rapporto tra storia, politica e religione da parte di uno dei più originali pensatori e prosatori italiani. Da Agostino che approda a Roma dall'Africa ai tormenti di Giobbe, dai cattolicissimi sovrani di Spagna al Re Sole, dalla Riforma al terremoto di Lisbona, dall'Inquisizione alla Rivoluzione, da Pascal e Sade fino al complotto antinazista del 20 luglio 1944, attraverso una serie di episodi e personaggi, momenti e aneddoti storici, Cordero riflette sul senso della storia e sulla natura umana.
Dal fallito tentativo di trovare un accordo attraverso la commissione bicamerale, passando per le leggi sulle rogatorie dall'estero e sul falso in bilancio, fino all'infuocata polemica sulla proposta Cirami attraverso le varie forme del confitto d'interessi, "Le strane regole del signor B." ci offre una puntuale ricostruzione del dibattito politico e delle conseguenze dei vari provvedimenti sia dal punto di vista dei loro effetti immediati sia da quello dell'ordinamento complessivo del sistema penale.