«La casa è la piccola nazione della famiglia», ha affermato Gaudí in uno dei pochissimi scritti autografi a noi pervenuti. Il suo interesse per questo tema e gli straordinari esiti in esso raggiunti sono dunque maturati sullo sfondo di una meditata attenzione alle radicali trasformazioni sociali e urbane del proprio tempo, nella Catalogna. Spazi, forme e ornamenti traducono in luoghi di vita una sintesi di cultura, tra le più innovative nel contesto dell'architettura prodotta tra la seconda metà del XIX e l'inizio del XX secolo. In questo volume gli autori propongono un'approfondita lettura del suo progetto per dimore, di città e di campagna. Ne esplorano anche il legame con il mondo della natura che, nel progetto di parchi, giardini e città-giardino, porta alla luce uno dei più attuali, anzi profetici, contributi dell'architetto catalano. Nell'inedito taglio interpretativo dell'abitare gaudiniano qui proposto, viene inoltre data grande importanza al vasto numero e alla grande qualità dei collaboratori dell'architetto, mettendo in piena luce la maestria del mondo artigianale a lui coevo e la sua capacità di convogliarne abilità e tecniche nel progetto della casa, della città, del paesaggio. Una ricca sezione antologica sugli stessi temi, di riflessioni di pugno dello stesso Gaudi o raccolte dagli allievi, conclude il volume.
Sondare la costruzione della storia di un fenomeno pervasivo quale è l'architettura è introdursi nell'affascinante e multiforme esplorazione di un mondo composto dai testimoni, eccelsi e umili, maggiori e minori, delle ragioni e dei modi di vita di abitanti, progettisti e costruttori. Offrendone sintetico profilo, il libro si rivolge a chi è interessato alla storia e al progetto dell'architettura, il nuovo, quello del costruire nel costruito, quello di conservazione del patrimonio esistente. Quattro sono le coordinate qui proposte: la presenza fisica del passato nell'habitat contemporaneo; la storia delle storie d'architettura; la sua ratio stabilmente costitutiva; la veridicità del racconto storico, nella dipendenza da materia, immagine, memoria. Si insegue la circolarità di senso tra assetti disciplinari specifici, che nel costruire e dar forma all'architettura e al paesaggio hanno l'oggetto principale, e il tema antropologico, che agita la cultura contemporanea, nella convinzione che tale circolarità fondi la capacità di mediazione, in principi e azioni, tra innovazione e continuità, o tradizione se si vuole, carattere della cultura occidentale.
Ritenuto uno dei più rappresentativi capolavori del Novecento architettonico, il santuario di Notre-Dame du Haut a Ronchamp in Francia, quasi al confine con la Germania, è tra le opere più discusse fra gli studiosi di architettura contemporanea. Visitato da turisti di tutti i continenti, oltre che meta di pellegrinaggio, da tempo attendeva una pubblicazione di riferimento nel panorama editoriale italiano e internazionale. Il presente volume, con una documentazione che si avvale di inediti, permette di far luce sulla genesi del lavoro di Le Corbusier e di chi lo ha accompagnato in una scommessa il cui esito era tutt'altro che scontato. Una campagna fotografica completa, ideata da Jaca Book e realizzata dallo studio BAMSphoto - Rodella, ha permesso agli autori di illustrare il percorso di lettura del monumento, cogliendo, oltre al contesto e alla struttura, dettagli costruttivi, cromatici, materici e simbolici. Gli autori entrano appieno nel rapporto tra l'architetto e i committenti - la Commissione d'arte sacra della diocesi di Besançon, che aveva fortemente voluto l'intervento di Le Corbusier, tramite due suoi membri, Mathey e Ledeur. Un rapporto che lascia all'architetto la mano completamente libera nell'innovare processi e forme architettoniche e lo impegna a ricostruire, dopo la distruzione bellica, un luogo sacro, già meta di pellegrinaggio. Il volume dipana il tema di come un fondatore del Razionalismo abbia realizzato un'opera da molti ritenuta espressionista...
L'autore, architetto e professore di storia dell'architettura presso la facoltà di ingegneria del Politecnico di Milano, presenta i mutamenti che l'architettura conosce nel secolo XIX e le influenze che riceve dalla rivoluzione industriale e dal romanticismo.