Quanto più emergono, in bioetica, nuove e inedite questioni di confine, tanto più sembrano moltiplicarsi in materia faticosi e inconcludenti dibattiti su questioni casistiche, certamente rilevanti, ma destinati a restare perennemente aperti, per l'assenza di un rigoroso quadro di riferimento dottrinale di carattere generale. Auspicando l'avvento di una nuova Critica della Bioetica, in questo libro l'autore affronta tematiche di frontiera, alle quali non viene in genere dedicata l'attenzione che esse meritano.
E' quasi due secoli che l'esperienza familiare è oggetto di aspre contestazioni. Esasperando una lettura individualistica e non relazionale dell'uomo, i critici della famiglia giungono frettolosamente a concludere che della famiglia sia doveroso allentare i vincoli costitutivi, per giungere a rimuoverli del tutto. Ma come pensare di poter rinunciare alla famiglia, se è proprio dal fatto che l'uomo è un animale familiare che dipende l'identità del genere umano, cioè l'identità di ciascuno di noi?
Gli animali procreano, ma solo gli uomini e le donne costruiscono una famiglia, divenendo padri e madri, generando figli e figlie, che si riconoscono come fratelli e sorelle. Di qui il carattere prioritario che possiede l'identità sessuale per l'identificazione della persona umana; di qui l'enigmaticità della sessualità umana, che ha in se stessa una sorta di eccedenza, che la proietta al di là della sua mera funzione biologico-riproduttiva; un'eccedenza che spiega il suo poliedrico manifestarsi, che può andare dalle forme più crudeli di violenza a quelle più eccelse di estaticità. È per esigenze ontologiche, quindi, e non meramente storiche, sociologiche o culturali, che il diritto ha sempre identificato la persona umana a partire dalla sua sessualità e sulla sessualità specificamente umana ha fondato il matrimonio come vincolo giuridico eterosessuale, finalizzato alla generatività. Nel mondo contemporaneo, che non vuole più riconoscere il primato giuridico dei vincoli generativi su quelli aggregativi, la sessualità umana sembra destinata a perdere progressivamente ogni rilievo istituzionale: è per rendere consapevoli i giuristi di questa nuova e straordinaria situazione che sono state pensate le pagine che compongono questo libro.
Tutto ciò che è possibile oggi, in seguito al progresso inarrestabile della scienza e della tecnologia, è anche eticamente lecito? Non è semplice rispondere a questa domanda, fondamentale per la bioetica. Il volume ricostruisce la storia della bioetica e della sua interazione con il biodiritto e la biopolitica, delinea in modo critico gli orizzonti teorici e le categorie concettuali per interpretare i principali problemi bioetici, articolandoli alla luce delle più recenti acquisizioni tecno-scientifiche. Sono affrontate anche le dimensioni della bioetica sociale, interculturale, non umana e post-umana. L'antologia raccoglie i principali riferimenti normativi sul piano della legislazione e giurisprudenza, nazionale ed internazionale.
Matrimoni omosessuali, regolamentazione delle convivenze, adozione per le coppie non sposate. La discussione sui diritti e i doveri delle coppie omosessuali è al centro del dibattito pubblico da anni: come decidere “da che parte stare” in modo serio e informato? E come rafforzare, poi, le proprie scelte? Mettendosi in discussione, continuamente, in un dibattito che non può permettersi di essere solo “gioco delle parti” perché riguarda le persone, le famiglie e le loro esistenze. Francesco D’Agostino e Giannino Piana offrono due posizioni divergenti ma disponibili al confronto, così da formare un quadro complessivo sulle ragioni in campo per uno dei nodi etici e politici del nostro tempo.
Gli autori
Francesco D’Agostino è ordinario di Filosofia del diritto nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Roma Tor Vergata, presidente dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani e presidente onorario del Comitato Nazionale per la Bioetica. È editorialista di Avvenire. Con le Edizioni San Paolo ha pubblicato tra gli altri: Diritto e Giustizia. Per una introduzione allo studio del diritto (2004); Giustizia. Elementi per una teoria (2006), Immigrazione. Fra accoglienza e rifiuto (2005); Conciliazione e riconciliazione (2007); Laicità cristiana (2007), Il peso politico della Chiesa con Giulio Giorello (2008), Credere nella famiglia (2010).
Giannino Piana ha insegnato Etica cristiana presso la Libera Università di Urbino ed Etica ed economia presso l’Università di Torino. È stato presidente dell’Associazione Italiana dei Teologi Moralisti. Fa parte delle redazioni delle riviste Hermeneutica, Credere oggi, Rivista di teologia morale e Servitium; collabora al mensile Jesus al quindicinale Rocca.
L'autore di questo libro non condivide l'illusione, oggi così diffusa, secondo la quale è sufficiente stabilire alcuni supremi e ragionevoli principi (democrazia, autonomia, non maleficenza, equità, ecc.) per costruire sul loro fondamento una bioetica ed una biopolitica compatte e coerenti. Non c'è dubbio che sia la bioetica che soprattutto la biopolitica abbiano una loro logica e debbano essere argomentate con ragionamenti rigorosi; ma sia l'una che l'altra soprattutto hanno un cuore, che, come ogni cuore, è nascosto e richiede un notevole impegno per essere percepito, un cuore che coincide con la vita stessa, che è nel medesimo tempo l'orizzonte della nostra esperienza e l'orizzonte della nostra percezione del bene. Da una riflessione sul bios, nella quale ontologia e assiologia si fondano e si confondano, deriva l'unica possibilità di scrivere parole di bioetica e di biopolitica non votate alla tristezza, ma provviste di senso e soprattutto aperte alla speranza, come quelle che sono affidate a questo libro.
Il volume, suddiviso in due parti, si confronta con il magistero di Benedetto XVI.
La prima parte è dedicata ad approfondire la figura di Joseph Ratzinger come teologo e giurista, il suo rapporto con l’Europa e i temi di fede e ragione. La seconda parte affronta invece temi specifici come la legge morale naturale, i cattolici e la politica, la donazione di organi, la bioetica, la famiglia e la laicità.
Destinatari
Studiosi, giuristi, religiosi.
L’autore
Francesco D’Agostino è ordinario di Filosofia del diritto nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Roma Tor Vergata, presidente dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani e presidente onorario del Comitato Nazionale per la Bioetica. Dirige la Rivista internazionale di Filosofia del diritto. Con le Edizioni San Paolo ha pubblicato tra gli altri: Diritto e Giustizia. Per una introduzione allo studio del diritto (2004); Giustizia. Elementi per una teoria (2006), Immigrazione. Fra accoglienza e rifiuto (2005); Conciliazione e riconciliazione (2007); Laicità cristiana (2007), Il peso politico della Chiesa (2008), Credere nella famiglia (2010).
Argomenti di vendita
L’autorevolezza dell’autore e l’importanza dei temi affrontati.
"Tra i versi di Vermächtnis, cioè "lascito", con cui intendeva riassumere conclusivamente il messaggio del suo ultimo romanzo, Goethe pone un'indicazione densissima, cui ho sempre cercato di restare fedele: Das alte Wahre, faß es an! Una traduzione italiana di questo verso potrebbe essere: metti a frutto l'antico vero! E un'indicazione preziosa: abbiamo tutti il dovere, prima ancora di andare narcisisticamente alla ricerca di nuove verità, di assimilare fino in fondo quelle che esistono da sempre, che ci sono state pazientemente insegnate e che siamo chiamati a nostra volta a trasmettere a chi verrà dopo di noi. Questo è esattamente ciò che ho cercato di fare scrivendo questo libro, nella consapevolezza che quel "vero" cui allude Goethe è certamente antico, ma altrettanto certamente (e misteriosamente) sempre nuovo".
È sotto gli occhi di tutti come nell’Occidente la famiglia sia in crisi. Lo dimostrano la diminuzione dei matrimoni, l’aumento dei divorzi, l’incremento delle convivenze, la ricerca di nuove forme di istituzionalizzazione dei rapporti di coppia, ma soprattutto la crisi demografica. La rinuncia intenzionale ai figli, oggi sembra essere il segno di una diffusa perdita di speranza nel senso stesso dell’esistenza umana. D’Agostino ci mostra l’urgenza di salvaguardare la famiglia per credere ancora che del nostro operare nulla vada mai perduto, ma tutto possa, con l’aiuto di Dio, essere salvato.
Destinatari
Famiglie, fidanzati che si preparano al matrimonio, operatori spirituali e studiosi di società e diritto.
L’autore Francesco D’Agostino è ordinario di Filosofia del diritto nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Roma Tor Vergata, presidente dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani e presidente onorario del Comitato Nazionale per la Bioetica. Dirige la Rivista internazionale di Filosofia del diritto. Con le Edizioni San Paolo ha pubblicato: "Diritto e Giustizia. Per una introduzione allo studio del diritto" (2004); "Giustizia. Elementi per una teoria" (2006), e diverse opere in collaborazione con altri autori: "Bioetica, diritti umani e multietnicità" : I. Immigrazione e sistema sanitario nazionale (2001), II. Dinamiche multiculturali e servizi sociosanitari in Italia (2003), III. Confronto interculturale: dibattiti bioetici e pratiche giuridiche (2003); "Immigrazione. Fra accoglienza e rifiuto" (2005); "Conciliazione e riconciliazione" (2007); "Laicità cristiana" (2007), "Il peso politico della Chiesa" (2008).
L'autore di questo libro non condivide l'illusione, oggi così diffusa, secondo la quale è sufficiente stabilire alcuni supremi principi (democrazia, autonomia, non maleficenza, equità, ecc.) per elaborare le fondamenta di una biopolitica compatta e coerente. Non è così: la biopolitica ha certamente una sua logica e ha comunque bisogno di essere argomentata con ragionamenti rigorosi e coerenti; ma ha soprattutto un cuore, nell'idea che la vita sia nel medesimo tempo l'orizzonte della nostra esperienza e l'orizzonte della nostra percezione del bene. Da questa idea, nella quale ontologia e assiologia si fondono e si confondono, deriva l'unica possibilità di scrivere parole di biopolitica non votate alla tristezza, ma aperte piuttosto alla speranza e provviste di senso, come quelle che sono affidate a questo libro.