La famiglia in Italia gode di ottima salute, e questa è decisamente una buona notizia: siamo stati descritti come il paese del ‘familismo amorale’ e i forti legami di sangue che caratterizzano la nostra società sono stati spesso visti come un segno di arretratezza. In realtà, l’eccezionale ricchezza degli scambi interni alla famiglia italiana è un vero e proprio generatore della qualità della vita del nostro paese, e contribuisce al benessere economico nonché alla coesione sociale.
Un quadro aggiornato sui flussi migratori e sul loro contributo reale allo sviluppo economico, culturale e sociale del paese Senza eludere nessuno dei temi scottanti degli ultimi mesi: l'aumento esponenziale dei richiedenti asilo, l'impatto della crisi sulle migrazioni, il contributo degli stranieri all'economia italiana, i problemi di criminalità, l'integrazione fra le diverse culture e religioni.
"Non ci sono più le famiglie di una volta"; "Stiamo diventando sempre più vecchi: ci aspetta un futuro di povertà"; "Gli italiani non vogliono più avere bambini"; "L'unico investimento sicuro è il mattone"; "Nel nostro paese ci sono troppi immigrati": sono alcuni dei luoghi comuni che ascoltiamo ogni giorno. Luoghi comuni basati su paure e incertezze per le possibili conseguenze di alc cambiamenti della nostra società, fra cui la sempre maggiore longevità e l'aumento delle migrazioni globali. Nel clima di vera e propria rivoluzione demografica che sta toccando tutti i momenti cardine della vita degli italiani, la prima sfida che bisogna affrontare è alle mentalità individuali. Gianpiero Dalla Zuanna e Guglielmo Weber smontano pregiudizi e descrizioni sommarie per comprendere cosa sta veramente accadendo nel nostro paese e restituire un'immagine dell'Italia fondata su numeri e dati reali perché "il senso comune si nutre di miti, il buon senso di fatti".
I ragazzi stranieri costituiscono ormai una quota considerevole, e crescente, della popolazione giovanile in Italia. Se è vero che i giovani rappresentano il futuro di un paese, dunque, una parte significativa del nostro futuro sarà affidata a questi nuovi concittadini. Quali sono le loro speranze e le loro possibilità? La prima vasta ricerca su questi temi, qui presentata, dice anzitutto che la scuola anche oggi, come ai tempi di don Milani, perpetua le differenze sociali. I giovani stranieri ottengono risultati scolastici molto peggiori rispetto ai coetanei italiani. C'è dunque il rischio che si riproponga da noi quanto già accaduto altrove: se non riusciranno a raggiungere posizioni sociali migliori di quelle dei genitori, questi giovani svilupperanno rancore e ostilità verso la società ospite. Altre paure, invece, non trovano riscontro. I ragazzi stranieri non frenano la modernizzazione culturale. Al contrarieranno atteggiamenti meno tradizionali dei giovani italiani, pur provenendo da paesi dove famiglia e clan sono assi portanti della società. Particolarmente significative sono le opinioni delle ragazze, che hanno una visione delle donne più moderna rispetto alle coetanee italiane.
In questo volume, risultato delle ricerche condotte nell'ambito dell'Osservatorio nazionale sulle famiglie e le politiche locali di sostegno alle responsabilità familiari, gli autori offrono una descrizione ed una spiegazione assai diverse dei mutamenti del sistema di formazione delle nuove famiglie avvenuti nel nostro paese. La ritardata uscita di casa, i comportamenti sessuali prudenti, la rarefazione dei matrimoni, la difficile diffusione delle convivenze giovanili, le scelte dei rituali matrimoniali, le decisioni sulla residenza dopo le nozze e la bassa fecondità sono ricondotti a quello che, da molti secoli, è un tratto specifico della società italiana: un forte legame fra genitori e figli.