Gli abusi liturgici costituiscono un grave segno di malore e un'evidente ingiustizia nell'organismo ecclesiale e, in primo luogo, nel contegno dei ministri sacri. Questa sentita piaga ecclesiale si è acutizzata nella postmodernità e non sembra aver ancora trovato una soluzione adeguata nella consapevolezza e nel costume della comunità cristiana. La coscienza della minaccia, l'incentivo alla formazione e motivazione degli agenti e l'elaborazione di una adeguata concezione giusliturgica inducono a coltivare sempre di più la cultura del bene giuridico e della giustizia cultuale. Il testo si struttura in tre parti: la prima è dedicata alla configurazione, la seconda all'esperienza e la terza alla cura dell'abusività liturgica. Ciascuna parte esamina l'aspetto considerato in due capitoli distinti. L'individuazione tipologica della figura cerca di indagare i principali tratti della fattispecie e la radicalità dell'ingiustizia. Il magistero e gli interventi pontifici evidenziano la piena attualità del problema e i sentiti limiti nell'ortoprassi celebrativa. Le forme di intervento correttivo esplorano le misure disciplinari, amministrative e penali percorribili. L'intento del volume è prevalentemente dialogico e formativo: cercare di avviare una linea di ricerca sull'argomento e motivare un'efficace reazione ecclesiale. Il taglio riflessivo e saggistico prescelto (i rilievi personali prevalgono sui dati e sulle nozioni) dà spazio anche a considerazioni deontologiche, epistemologiche e pastorali.
La disciplina del clero è una preoccupazione costante nella vita della Chiesa che ha assunto una particolare rilevanza nella postmodernità per la crisi di obbedienza e la secolarizzazione in atto. Il testo si divide in tre parti: un inquadramento generale del tema; l'identità e lo stile del chierico; la relativa operatività liturgica e ministeriale. I diversi saggi esaminano alcuni profili disciplinari attualmente carenti (l'abito clericale, la formazione permanente, la completezza dell'ufficio divino, la garanzia degli orari di confessione, le difformità delle scelte sacramentali, la designazione del padrino, la banalizzazione delle esequie), cercando di esplicitare la valenza e il significato dell'obbligatorietà giuridica delle condotte. L'idea di fondo è legata alla bontà intrinseca della giustizia. La disciplina ecclesiale non è una regolamentazione formale ed esteriore ma la sedimentazione della razionalità ed esperienza del riconoscimento della funzione pastorale del sacerdozio ministeriale.
Il Processo matrimoniale più breve davanti al Vescovo costituisce la più rilevante innovazione delineata dalla recente riforma processuale. Il processus brevior e dunque una preziosa risorsa per conseguire quella celerità, semplicità, prossimità ed economicità nell’accertamento della nullità matrimoniale — salvaguardando sempre il principio dell'indissolubilità e la natura del mezzo giudiziario — desiderate dal Papa. Questo libro vorrebbe essere più che un apporto accademico e scientifico un supporto di studio e riflessione per il lavoro giudiziario.
Il testo si compone di tre parti (I. I principi concettuali, II. Gli elementi del giudizio; III. I momenti del giudizio) e nove capitoli. I principi concettuali sviluppano le coordinate della riforma e i presupposti storici ed ecclesiologici per l'adeguata comprensione dell'istituto. Gli elementi del giudizio individuano la parte statica del processo più breve attraverso i classici fattori del giudice, delle parti e della domanda con le particolarità che caratterizzano l’adozione di questa forma (litisconsorzio dei coniugi, speditezza istruttoria ed evidenza della nullità). I momenti del giudizio, la c.d. parte dinamica, descrivono con una certa analiticità e puntualità lo svolgimento del processus brevior nelle sue principali fasi: introduttoria, istruttoria, decisoria e (eventualmente) impugnatoria. Mentre la prima parte è più teorica, la seconda e, soprattutto, la terza, senza per questo rinunciare a un certo profilo speculativo, sono più pratiche e didascaliche.
La riuscita della riforma processuale dipenderà più che dalla bontà dello strumento tecnico dalla formazione e applicazione degli addetti, i Vescovi in primis. Una particolare attenzione è stata prestata quindi agli aspetti formativi, epistemologici e deontologici del processo breviore. L'eterogeneità del possibili lettori ha suggerito inoltre una certa ampiezza e respiro nella trattazione dell'istituto (cumulando il profilo tecnico-specialistico con quello prontuaristico-esplicativo).
La Seconda edizione non costituisce solo un aggiornamento, ma un ampliamento e una rielaborazione critica del precedente testo. Al di la di alcune correzioni e affinamenti più minuti e dei necessari adeguamenti all’evoluzione normativa, la revisione e il dilatamento dell’opera comporta la modifica di diverse parti, l’aggiunta di alcuni paragrafi e l'integrazione dell'apparato critico.
Massimo del Pozzo è Professore Ordinario di Diritto costituzionale canonico della Pontificia Università della Santa Croce, nonché docente di Diritto processuale canonico e di Profili giuridici della liturgia della Chiesa.
Ha pubblicato recentemente:Il magistero di Benedetto XVI ai giuristi. Inquadramento, testi e commenti (2013); La giustizia nel culto. Profili giuridici della liturgia della Chiesa (2013); Introduzione alla scienza del diritto costituzionale canonico (2015); Lo statuto giuridico fondamentale del fedele (2018): I precetti generali della Chiesa. Significato giuridico e pastorale (2018): La dimensione costituzionale del governo ecclesiastico (2020). Ha curato e contribuito al volume Norme procedurali canoniche commentate (2013). Ha prodotto inoltre quasi un centinaio di articoli e contributi di carattere costituzionalistico, processualistico e giusliturgico. Nel settore processualistico si è interessato in particolare dell'ermeneutica del processo canonico, della deontologia giudiziaria e della riforma del MIDI, con particolare attenzione al processus brevior.
"La dimensione costituzionale del governo ecclesiastico" esamina i principi e le caratteristiche del sistema potestativo ecclesiale. L'ordine istituzionale e gerarchico, riconducibile direttamente alla volontà fondazionale di Cristo, costituisce infatti il secondo pilastro della costituzione della Chiesa (dopo gli iura fidelium). Le tre premesse di fondo che guidano e ispirano la ricerca sono costituite dal rilievo costitutivo dei beni salvifici, dal rispetto dei diritti fondamentali del fedele e dalla promozione della razionalità del potere (che ci piace definire "pneumatica" per non confonderla con un mero efficientismo terreno). L'attenzione prevalente è dedicata alla logica della funzione pubblica, soffermandosi anche sui relativi aspetti formativi, epistemologici e deontologici. Il presente testo si compone di tre parti. La prima parte delinea le caratteristiche e i principi del governo ecclesiastico in generale. La seconda parte è dedicata al governo della Chiesa universale. L'esposizione sul Primato analizza specificamente la potestà, l'ufficio, i contenuti e i limiti del governo primaziale. La trattazione sul Collegium Episcoporum esamina la composizione, la potestà e l'esercizio della collegialità e il Concilio Ecumenico. L'istanza universale si completa con la (limitata) rilevanza costituzionale del governo centrale. La terza parte considera la dimensione particolare del governo. Questa sezione illustra prima il nucleo costitutivo (la struttura ordo-plebs) e gli elementi (Pastore, presbiterio, popolo) delle portiones populi Dei; esamina quindi le comunità gerarchiche necessarie: diocesi e figure assimilate (prelature e abazie territoriali, missioni sui iuris, prefetture e vicariati apostolici, amministrazioni apostoliche) e affronta infine le comunità gerarchiche complementari, diffondendosi sulla 'ratio' della complementarità, sulla personalità e specializzazione pastorale e sulla natura costituzionale della giurisdizione complementare. Il volume ha una spiccata finalizzazione didattica, anche se, per l'oggetto e l'impostazione, può essere di ausilio o spunto per ricerche ad ampio spettro o per approfondimenti mirati.
Sulla traccia della devozione dei sette dolori e gioie di san Giuseppe, rivivono in queste pagine gli snodi della vita del santo Patriarca: la conoscenza viva e diretta della sua figura consente così al lettore di entrare nel cuore del mistero cristiano e nella semplice profondità dell’infanzia di Gesù. Sono note di grande coinvolgimento narrativo, dove diventa sorprendentemente facile condividere e osservare in presa diretta, con il calore dei particolari e il sapore della quotidianità, con le sue luci e le sue ombre, il percorso di fede di Giuseppe che ha per meta il riflesso della paternità stessa di Dio, ed è una sfida a riscoprire l’autentico senso di essere genitori, sul piano naturale come in prospettiva spirituale.
Il testo esamina il significato e la portata obbligatoria dei precetti generali della Chiesa e il loro valore pastorale. I sei capitoli sono dedicati alla valenza giuridica complessiva dei precetti, alla partecipazione eucaristica festiva, al riposo festivo, al precetto pasquale, alla santificazione del tempo penitenziale e alla sovvenzione alle necessità della Chiesa. Ogni contributo parte da una contestualizzazione e problematizzazione delle questioni legate al precetto; esamina l'origine e lo sviluppo storico del relativo ordine ecclesiale, analizza la genesi, l'ermeneutica e la sistematica della normativa vigente (cann. 1246-1248, 989, 920, 1249-1253 e 222 CIC); cerca di sviscerare l'impostazione del debito, il contenuto delle spettanze e i relativi compiti (anche istituzionali) e discende quindi agli spunti di carattere propositivo (in genere formativo-pastorale). L'interesse principale dell'analisi è legato alla dimensione di giustizia iscritta nella realtà ecclesiale e recepita nella determinazione e fissazione ecclesiastica. Una certa attenzione è prestata pure al contesto pastorale attuale e all'incremento e alla sollecitazione della pratica dei praecepta Ecclesiae.
L'idea centrale che è alla base del presente volume è che i diritti dei fedeli costituiscono i capisaldi nodali e strutturali dell'intero sistema canonico. Il diritto in senso realista e sostanziale d'altronde non può che partire dalle concrete spettanze del singolo, senza un'indebita dissociazione tra persona e istituzione. La dignitas et libertas filiorum Dei (l'univoco fondamento dello statuto dei battezzati) esprime allora l'esigenza e la pregnanza della communio gratiae et amoris. L'ottica attraverso cui si esplora lo statuto del fedele è quello della scienza costituzionale. Tale branca scientifica cerca il nucleo primario e costitutivo del sistema ecclesiale. Lo statuto del christifidelis rappresenta appunto il pilastro fondamentale della costituzione della Chiesa e l'esplicitazione dei principi basilari dell'uguaglianza radicale dei battezzati e della varietà carismatica nel popolo di Dio. Per quanto concerne il contenuto della trattazione: premessa l'esposizione della figura del fedele e la conformazione dello statuto nel suo insieme, le relazioni di giustizia sono considerate anzitutto a partire dai beni della comunione (il diritto alla parola di Dio, il diritto alla sacra liturgia e il diritto al servizio della carità). La condizione del fedele si integra poi con la partecipazione attiva alla vita e alla missione della Chiesa. La liberalità della lex gratiae comporta inoltre una particolare attenzione e tutela per la sfera di libertà individuale, intimamente collegata alla varietà personale e ai diversi carismi. La dimensione soprannaturale della dignitas christiana suppone ancora il riscontro e la vincolatività della dignitas humana nell'ordinamento canonico. Lo sguardo infine si sposta anche sulla cristianità non cattolica (l'orizzonte ecumenico) e sull'umanità non cristiana (la missio ad gentes) in relazione con la Chiesa di Cristo.
Il processo matrimoniale più breve davanti al vescovo costituisce probabilmente la più rilevante innovazione delineata dalla recente riforma processuale. Il processus brevior è dunque una preziosa risorsa per conseguire quella celerità, semplicità, prossimità ed economicità nell'accertamento della nullità matrimoniale - salvaguardando sempre il principio dell'indissolubilità e la natura del mezzo giudiziario desiderate dal Papa. Questo libro vorrebbe essere più che un apporto accademico e scientifico un supporto di studio e riflessione per il lavoro giudiziario.Il testo si compone di tre parti (I. I principi concettuali, II. Gli elementi del giudizio; III. I momenti del giudizio) e nove capitoli. I principi concettuali sviluppano le coordinate della riforma e i presupposti storici ed ecclesiologici per l'adeguata comprensione dell'istituto. Gli elementi del giudizio individuano la parte statica del processo più breve attraverso i classici fattori del giudice, delle parti e della domanda con le particolarità che caratterizzano l'adozione di questa forma (litisconsorzio dei coniugi, speditezza istruttoria ed evidenza della nullità). I momenti del giudizio, la c.d. parte dinamica, descrivono con una certa analiticità e puntualità lo svolgimento del processus brevior nelle sue principali fasi: introduttoria, istruttoria e decisoria (non si tralascia ovviamente anche il momento impugnatorio). Mentre la prima parte è più teorica, la seconda e, soprattutto, la terza, senza per questo rinunciare a un certo profilo speculativo, sono più pratiche e didascaliche. La riuscita della riforma processuale dipenderà più che dalla bontà dello strumento tecnico dalla formazione e applicazione degli addetti, i Vescovi in primis. Una particolare attenzione è stata prestata quindi agli aspetti formativi, epistemologici e deontologici del processo breviore. L'eterogeneità dei possibili lettori ha suggerito inoltre una certa ampiezza e respiro nella trattazione dell'istituto (cumulando il profilo tecnico-specialistico con quello prontuaristico-esplicativo).
La presente Introduzione fornisce un inquadramento epistemologico, ecclesiologico, storico-critico alla scienza costituzionale canonica. Un accurato e aggiornato esame del problema concettuale, dei fondamenti ecclesiologici e del panorama scientifico sembra infatti la premessa d'obbligo per cogliere la specificità e innovatività del metodo costituzionale e per apprezzare le potenzialità di questo ramo scientifico. La struttura del testo è abbastanza semplice e lineare. Si compone di tre parti (I. La questione costituzionale, II. I fondamenti ecclesiologici del diritto costituzionale canonico; III. L'orizzonte storico-scientifico del sapere costituzionale) e nove capitoli (tre per ciascuna parte). L'ideale "triangolo epistemologico" che fa da cornice alla costituzione della Chiesa si costruisce sulla base dell'auto-comprensione del mysterium Ecclesiae e sull'esplorazione dei due versanti: quello concettuale-razionale e quello storico-critico. Il problema epistemologico costituisce il cuore e l'elemento unificante di tutta la trattazione. Il volume intende quindi dotare gli studenti di un supporto didattico ampio e argomentato e avviare una riflessione sull'attualità e il futuro della scienza costituzionale canonica con quanti manifestassero interesse al tema. L'obiettivo prioritario del corso d'altronde consiste nell'educare a pensare e nel maturare competenze e capacità critiche circa l'assetto primario e fondamentale del popolo di Dio.
Questo volume prende in esame il contributo giuridico del ministero di Benedetto XVI, che durante il suo pontificato ha spesso esortato con i suoi discorsi a riscoprire il diritto naturale della giustizia e a promuovere quell'indispensabile armonia che deve sussistere tra natura e ragione. Il volume si compone di un'ampia parte iniziale che esamina l'attività e l'apporto di Benedetto XVI ai giuristi, seguita da una seconda parte contenente cinque suoi discorsi, sapientemente analizzati e commentati dall'autore . E' presente infine un'utile appendice che raccoglie i principali riferimenti al magistero del pontefice.