Fra le professioni di aiuto, volte a promuovere la qualità di vita dei singoli e delle comunità e a ridurre il disagio esistenziale, sociale e psicologico, troviamo quella del servizio sociale che ha fatto la sua comparsa in Italia all'inizio degli anni venti del Novecento, sviluppandosi a partire dal Secondo Dopoguerra. Al 30 settembre 2021 erano più di quarantaseimila gli assistenti sociali che componevano l'Albo Unico 1. La professione opera in diversi ambiti, all'interno di servizi pubblici, privati e del terzo settore e, in misura ancora molto ridotta, come libera professione e nel mercato (Campanini, 2020).
Il volume si propone di fornire una prospettazione teorica e metodologica del processo di aiuto in termini complessivi, non perseguendo un superficiale eclettismo, ma volendo porre in luce gli elementi condivisi e distintivi del servizio sociale, lasciando poi al lettore il compito di approfondire i modelli teorici di proprio interesse. Rivolto agli assistenti sociali, agli studenti universitari e a quanti si preparano per sostenere l'esame di Stato per l'abilitazione alla professione, ma anche a studiosi ed esperti di altre discipline, si propone di contribuire alla formazione delle competenze professionali dell'assistente sociale, di alimentare il dibattito sui temi proposti e di promuovere la conoscenza del servizio sociale anche in altri ambiti disciplinari. II testo è suddiviso in due parti: nella prima si trattano gli aspetti costitutivi del processo di aiuto, il procedimento metodologico, gli strumenti, le tecniche, la dimensione relazionale e alcuni temi considerati alla base della qualità dell'intervento professionale e dello sviluppo disciplinare, come la riflessività, la formazione e la supervisione, la ricerca, i rischi introdotti dall'avanzare della cultura managerialista; nella seconda si affrontano in termini specifici alcuni temi rilevanti relativi al processo di aiuto nell'intervento di servizio sociale nell'ambito della tutela dell'infanzia e nel settore penale-penitenziario degli adulti.
Fin dalle prime scuole per assistenti sociali sorte in Italia nel secondo dopoguerra, il tirocinio si è costituito come elemento formativo cruciale, dando vita a innovative esperienze di apprendimento sul campo. Con l'introduzione della formazione al servizio sociale in ambito universitario, ormai più di vent'anni fa, è stato impresso al settore un ulteriore impulso che ha consentito di approfondirne le componenti formative, didattiche, metodologiche e relazionali. L'intento di questo volume è duplice: da un lato, vuole proseguire la riflessione sul tirocinio in una fase in cui la formazione universitaria dell'assistente sociale vede un notevole sviluppo, ma presenta molteplici differenze fra sedi e fortissime esigenze di adeguamento a quanto prospettato dalla Dichiarazione di Bologna firmata nel 1999 dai ministri europei dell'istruzione. Dall'altro lato, il testo si propone di fornire un contributo orientativo a quanti (supervisori, tutor, docenti, studenti) sono impegnati nell'attività formativa che non coinvolge solo l'università, ma richiama a una responsabilità condivisa la comunità professionale, operante nel sistema integrato di servizi, e gli enti gestori quali futuri fruitori dei laureati abilitati alla professione.
La professionalizzazione delle pratiche di aiuto sociale costituisce un'evoluzione dell'azione filantropica e solidaristica, all'interno della quale le donne si sono impegnate intensamente. Partendo dagli spunti offerti da una serie di autorevoli contributi - che hanno evidenziato come, attraverso le attività filantropiche, le donne siano uscite dalla sfera domestica, iniziando ad accedere alla vita politica e penetrando in spazi di cittadinanza peraltro non ancora completamente conquistati -, il volume analizza questo percorso, approfondendo la matrice laica delle esperienze studiate, con particolare riferimento a quanto realizzato nel corso della Resistenza dai Gruppi di Difesa della donna.