Il cambiamento, condizione alla quale è sottoposto in generale lo stato del mondo, ha assunto oggi andamenti tumultuosi, caotici, spesso preoccupanti, che impongono nuove alleanze per poterlo governare. Questo saggio, ripercorrendo i sentieri della scienza e della cultura, va alla ricerca di un metodo che possa con maggiore efficacia utilizzare in ambito imprenditoriale l'immaginazione creatrice dei giovani attraverso il vaglio e la costante verifica di esperienze consolidate. Mediante l'avvio di nuove alleanze vengono riproposte collaborazioni fra le peculiarità che furono tipiche del Rinascimento italiano e la razionalità dell'Illuminismo francese - collaborazioni da attuare grazie appunto a propositive alleanze tra fondazioni culturali e istituzioni imprenditoriali dei due paesi. Coniugando tradizione consolidata e innovazione proiettata nel futuro, il libro discute di una "Cultura Nuova" imprenditoriale affinché l'impresa possa avere una più significativa presenza sul territorio svolgendo la funzione antica e nuova di "impresa enciclopedia". Allo scopo di sperimentare queste finalità viene anche esposto un "metodo" di intervento nell'edilizia - il "Laboratorio del restauro nuovo sostenibile" - che estende le modalità culturali di restauro alle nuove sfide sul territorio urbano, proponendo due obiettivi prioritari: la valorizzazione delle antiche fabbriche e il recupero e la rivitalizzazione delle periferie urbane degradate.
Sul finire degli anni cinquanta del secolo scorso, si avviò a Londra un acceso dibattito sollecitato dal libro di Charles Snow sulle cosiddette due culture, vale a dire sull'ostilità tra scienziati e letterati. Il dibattito è tuttora in corso e l'interrogativo sulla presunta ostilità resta aperto, ma nel frattempo ecco che è entrata sulla scena una nuova dicotomia, quella fra due realtà: la fattuale e la virtuale. Due realtà, dunque, in contrapposizione o forse in complementarità alle due culture? Una storia antica ma ancora oggi attuale, che si interseca con i problemi emergenti sulle due realtà: quella effettiva e quella che i mass media ci comunicano e alla quale siamo spinti a credere indipendentemente da quanto stia accadendo. Due realtà che tendono ad ampliare la distanza che sempre più le caratterizza, da quando la globalizzazione dei saperi e la rivoluzione delle alte tecnologie hanno portato alla diffusione senza più controlli della comunicazione di massa e del contesto virtuale che essa è in grado di costruire. Come restituire veridicità alla conoscenza minata dalle distorsioni indotte proprio dalle comunicazioni di massa, tipiche del mondo nel quale consumiamo la nostra esistenza? Forse ritornando al dubbio sistematico, quel dubbio che già Cartesio aveva introdotto come metodo di apprendimento. O andando alla riscoperta di esperienze consolidate che ancora oggi ci possono fornire esempi innovativi, in grado di illuminare i difficili sentieri del sapere.
Un senso di crisi pervade il concetto e la realtà delle nostre città: da un lato, la dilatazione delle dimensioni sta trasformando gli aggregati urbani in megalopoli dalle molteplici periferie, caratterizzate spesso dall'emarginazione e dal degrado; e, dall'altro, l'incuria e la devastazione del tempo deteriorano in modo sempre più grave i centri storici, testimoni di antiche civiltà, di grandi fasti spesso svaniti nel nulla. Quella che dovrebbe essere la più alta espressione dell'essere umano e della sua volontà di organizzare intorno a sé una società civile, ha bisogno di essere rivisitata e adeguata alle vicende del tempo, ai cambiamenti di costume, di abitudini, al mutamento più generale della società.