«Più si teologizza, meglio si filosofa»: con queste parole Emmanuel Falque guida il lettore nel metaforico "passaggio del Rubicone", che conduce dalla riva della filosofia a quella della teologia sconvolgendo i canoni tradizionali del rapporto tra le due discipline. Mettere in dialogo questi versanti opposti - nel tentativo di innovare un'antica tradizione che affonda nel pensiero medievale e ha vari sviluppi nell'età contemporanea - significa predisporsi a una loro nuova comprensione, alla scoperta della potenza euristica di questi diversi e autonomi ambiti del sapere, dove l'uno arricchisce l'altro. Una prospettiva che conduce al superamento del ruolo ancillare della filosofia rispetto alla teologia e alla liberazione della teologia tramite la filosofia, con l'audacia che caratterizza la svolta teologica della fenomenologia francese nel suo aprirsi alle tematiche religiose. La proposta di Falque è una originale ermeneutica cattolica che si pone in dialogo con Husserl, Heidegger, Ricoeur, Lévinas, Merleau-Ponty, Derrida, Rahner, von Balthasar, Bultmann, de Lubac, e ruota attorno ai temi del "corpo", della "voce", del "Kerigma" e del "credere". La "decisione per la fede" è il timbro del suo pensiero: un sapere filosofico-teologico "trasformante".
Seguendo la metafora della traversata tra due sponde di uno stesso fiume, il testo di Emmanuel Falque ci offre un'avvincente lettura del rapporto tra filosofia e teologia nel terreno comune del loro incessante confliggere: quello dell'esegesi e dell'ermeneutica del testo biblico. Un'andata e ritorno che non si sottrae dal confronto con alcune delle più importanti esperienze filosofiche del Novecento, proponendo una propria e originale interpretazione di quella tradizione fenomenologica francese, in cui l'intera riflessione di Falque sorge e s'innerva. Breve sebbene densissimo per profondità di pensiero, questo saggio costituisce uno sguardo panoramico che l'autore getta a ritroso sulla propria riflessione, ripercorrendone i nodi filosofici e teologici più significativi. Il volume è arricchito da un saggio di Andrea Bellantone che introduce il lettore italiano all'interno del pensiero di Falque e dell'ampia galassia della fenomenologia francese contemporanea.
Mai come oggi, nella storia della teologia, si è parlato così poco della "risurrezione finale": è un indizio che probabilmente non si sa più che cosa dirne. Questo silenzio non deriva in realtà dall'impotenza della teologia. Il problema è piuttosto l'assenza pressoché universale di qualsiasi tipo di riferimento al vissuto più originale dell'uomo: l'atto di nascere, attraverso il quale Cristo, così come il discepolo, vengono (nuovamente) alla vita, e aprono un altro mondo; o meglio, dischiudono un nuovo modo d'essere a questo stesso mondo. Secondo capitolo della prestigiosa trilogia francese dell'autore, questo volume rilegge il confronto tra Gesù e Nicodemo e interpella tutta la tradizione del pensiero per esplorare le profondità di un tema complesso e cruciale.