Ricostruisce la storia della civiltà a partire dall'homo sapiens, passando attraverso le grandi religioni dell'antichità per poi analizzare lo sviluppo della costellazione moderna. In questo percorso la sua chiave di lettura privilegia il rapporto tra fede e sapere, ponendo al centro il ruolo della religione e della razionalità filosofica nella genesi del moderno e del pensiero post-metafisico. I saggi riprendono un seminario organizzato a Cortona nell'ottobre 2019 dalla Società italiana di teoria critica alla presenza dello stesso Habermas. Ai sei contributi segue la risposta di Habermas sotto forma di postfazione. La seconda parte del volume è dedicata alla storia della ricezione del pensiero habermasiano a livello nazionale e mondiale.
La democracia se encuentra ante una encrucijada. Paradójicamente, en la época histórica en la que ha logrado convertirse en el horizonte compartido por la mayoría de la humanidad, se ve amenazada por inquietantes procesos de desdemocratización o reelitización y ha de afrontar el populismo, la desafección y unas condiciones sociales, culturales y económicas mucho más inhóspitas que las del pasado reciente.
La historia podría tomar cualquier camino. Podríamos asistir a la confrontación entre dos modelos poco atractivos para cualquier demócrata, entre los regímenes neoliberales, que utilizan los vestigios de la democracia representativa para centrar la atención pública en los mercados financieros, y regímenes como el de China, donde el partido y las élites burocráticas tratan de mantener el consenso asegurando mayores niveles de consumo y silenciando el anhelo democrático.
Pero, al mismo tiempo, el mundo global podría ser el escenario de un desarrollo completamente distinto: las democracias maduras de Occidente, tras la dura lección de la presente crisis neoliberal, podrían desarrollar formas de contener el poder neoabsolutista de los mercados financieros e inventar nuevas estrategias para reafirmar la primacía de la política y la participación ilustrada de cada ciudadano.
Entre el presente y estas dos perspectivas opuestas se abre un espacio de reflexión a la que este libro pretende contribuir. Partiendo del marco normativo desarrollado por Rawls y recurriendo a las fuentes estéticas de la normatividad investigadas por el propio Ferrara en el pasado – la ejemplaridad, el juicio, la imaginación–, el autor mantiene que el liberalismo político es el marco filosófico más capacitado para abordar y entender la compleja interacción que existe entre la democracia y lo que él denomina la normatividad de la identidad.
Altrettanto irrilevante è parlare di "crisi" come di "trionfo" della democrazia: fra tutti i regimi, la democrazia è quello che si è mostrato più in grado di trasformarsi. Questo libro ne ripensa il profilo a fronte delle nuove sfide del XXI secolo e riflette su cosa differenzia una vera democrazia dalle sue imitazioni; su come la democrazia potrà funzionare in aggregati sovra-nazionali; sui nuovi poteri da distinguere e separare in società molto più complesse di quelle in cui fu pensata la tripartizione di potere legislativo, esecutivo e giudiziario; su come giustificare il pluralismo a chi vuole usare il voto democratico per ridurlo; e sul nesso di democrazia e apertura. Anche in riferimento a questo parametro vanno oggi ripensate destra e sinistra. Il neoliberismo da tre decenni vince perché ha spesso costretto la sinistra a rappresentare la chiusura. Ai tempi del New Deal era il contrario: la sinistra interpretava l'apertura al nuovo, e vinceva. Ciò dimostra quanto il rapporto con l'apertura sia essenziale per la democrazia. Comprenderlo è il primo passo per rilanciarla.
Fra i temi oggi al centro della filosofia politica e morale è la questione delle fonti della normatività. Durante il XX secolo, l'idea moderna che la validità di asserzioni e norme derivi dal loro soddisfare principi indipendenti da tutti i contesti locali e storici ha subito attacchi da due fronti: a partire dalla tesi della parzialità di ogni traduzione e a partire dalla tesi della costituzione intersoggettiva del soggetto. L'universalismo moderno è stato difeso da questi due attacchi in larga misura ripiegando su una linea a vario titolo definibile come proceduralista: universali le procedure scientifiche e della decisione normativa, culturalmente specifici i contenuti di cui queste procedure si riempiono. Ferrara tenta una strategia completamente diversa per mostrare come sia possibile trascendere la particolarità dei contesti senza violare le nostre intuizioni pluralistiche: una strategia centrata sull'universalismo esemplare del giudizio. Se per lungo tempo l'esemplarità è stata assegnata al dominio dell'estetica, questo libro esplora ambiti del nostro orizzonte filosofico in cui l'idea di esemplarità può essere di aiuto, soprattutto alcuni riconducibili alla politica. Ferrara delinea una concezione della validità esemplare pensata per i dilemmi contemporanei e la applica a temi filosofici che includono la ragione pubblica, i diritti umani, il male radicale, la sovranità, il repubblicanesimo, l'identità europea e la religione nella sfera pubblica.
L'assunto alla base di questo libro è che il mutamento culturale da cui sono state investite le società industriali avanzate nel corso degli ultimi decenni riguarda non soltanto lo stato superficiale dei valori, delle credenze e degli stili di vita, ma anche quel nucleo profondo, presente in ogni cultura, costituito dai "fondamenti della validità". Norme, valori e credenze, così come le teorie scientifiche e le istituzioni politiche sono in costante mutamento. Le ragioni che motivano il nostro consenso a tali teorie mutano però assai meno di frequante, così "come il letto di un fiume, le cui acque sono in costante fluire e sempre diverse, raramente muta".