Al di là del mito tecnocratico e della sbornia elettronica, e con la speranza che una terza guerra mondiale non segni la fine del genere umano, un nuovo umanesimo è possibile. Sarà il compito del secolo Ventunesimo. Il tema di questo libro non è soltanto la critica della «società irretita», come in varie occasioni mi è parso lecito definirla. Riguarda invece un compito, filosofico e politico-pratico, che investe e tende a riorientare tutta la tradizione filosofica europea. Si tratta, in altre parole, di passare dal dualismo platonico, che contrappone la scienza dei pochi alle dicerie dei molti, alla verità intersoggettiva come certezza vivente, intravista da Giambattista Vico e Edmund Husserl. In questo senso, questo libro è la continuazione e, spero, l'approfondimento di L'accademia e l'agorà, Memoria e vissuto e Verso l'uomo autotelico.
Proponendosi di fare il punto sulla situazione dell'analfabetismo religioso in Italia, il libro presenta tre letture, sul versante sociologico (Franco Ferrarotti), storico (Francesca Cadeddu) e giuridico (Marco Ventura). La nostra terra impregnata di religione, per storia e cultura, presenta il paradosso di un'ampia diffusione di idee e informazioni confuse, accompagnata dall'accumulo di pregiudizi e fantasie, con conseguenze nefaste sul piano sociale. Alla luce di questo gli autori lanciano un grido d'allarme e l'invito a una presa di coscienza del problema, per porvi al più presto rimedio.
In un'epoca nucleare come la presente, in cui non esiste più alcuna garanzia per la sopravvivenza dell'umanità, questo libro propone, come uscita di sicurezza essenziale, l'elaborazione di co-tradizioni culturali, in grado di favorire l'intercambio pacifico fra culture diverse. Oggi vivere significa convivere. Nessuna forza politica o potenza militare può illudersi di vincere. Si può solo convincere. Il dilemma è chiaro: dialogare o perire.
«Sarai sempre e solo un uomo di carta». L’impietosa sentenza del padre che rimprovera al figlio l’amore per i libri riaffiora alla memoria a distanza di decenni e risuona involontariamente profetica. Nella Bassa Vercellese, fra i miasmi e i vapori delle risaie e gli squarci delle colline del Monferrato, si staglia la figura torva e silenziosa del padre. Un uomo che conosceva i nomi di tutti gli alberi e riusciva a stabilire ad occhio il peso di un cavallo, ma credeva solo in ciò che le sue robuste mani toccavano e odiava l’arroganza del sapere libresco. Nel suo testo più intimo e sofferto, Ferrarotti opera uno scavo quasi archeologico della figura del padre per elaborarne l’incolmabile distanza, salvarne la memoria e riconoscersi pienamente nella profezia dell’«uomo di carta».
Nel 1989 Franco Ferrarotti scriveva un saggio dedicato alla nascita di una società multiculturale e mutirazziale. Sono passati trent'anni e questo è un argomento ancora di fortissima attualità. La società è profondamente cambiata e gli italiani? Sono ancora razzisti? Abbiamo riproposto al pubblico questo saggio, con una nuova introduzione dell'Autore. Quella che sembrava ad attenti analisti sociali un'intuizione azzardata, si sta rivelando una previsione scientificamente fondata. Franco Ferrarotti, uno tra i maggiori sociologi italiani, è tornato su questo argomento con nuove e importanti riflessioni.
Marietti 1820 propone in due volumi gli scritti teorici di Franco Ferrarotti, padre della Sociologia italiana e titolare della prima cattedra universitaria in Italia dedicata a questa disciplina. Il primo volume propone i seguenti testi: Trattato di sociologia • Una sociologia alternativa • Storia e storie di vita
Marietti 1820 propone in due volumi gli scritti teorici di Franco Ferrarotti, padre della Sociologia italiana e titolare della prima cattedra universitaria in Italia dedicata a questa disciplina. Il secondo volume propone i seguenti testi:
L’ultima lezione. Critica della sociologia contemporanea • Lineamenti di storia del pensiero sociologico • L’identità dialogica • L’empatia creatrice. Potere, autorità e formazione umana • La conoscenza partecipata. Crisi e trasfigurazione della sociologia • Filosofia e ricerca sociale
Il libro si occupa della tensione, oggi avvertita su scala planetaria, fra la logica del pensare e della lettura, silenziosa e riflessiva, e la logica dell'audiovisivo, fondata sull'immagine preconfezionata e all'infinito replicabile a fini pubblicitari e di manipolazione psicologica di massa. Vengono meno, inevitabilmente, la funzione ideativa personale e il pensare involontario, non prefissato in vista di uno scopo delimitato e circoscritto. C'è da temere che emerga, per questa via, non la società liquida, come da molti si è ritenuto, bensì la società irretita.
Il libro si occupa in particolare della triplice tipologia del potere, elaborata nel secolo scorso da Max Weber (potere tradizionale, burocratico, carismatico) e dell'analisi, condotta negli Stati Uniti da C. Wright Mills, sulla «elite del potere», costituita dalla convergenza fra il potere politico, economico e militare. Il libro analizza criticamente questi studi e afferma la insostenibilità dell'equazione fra potere, che schiaccia e autorità, che aiuta a crescere.
Alle origini della democrazia, nell’Atene di Pericle, solo al presidente della boulé, il consiglio cittadino, era consentito prendere appunti sulla sua tavoletta di cera. Gli altri membri dovevano parlare a braccio, per garantire la sorgiva sincerità del confronto faccia a faccia. Oggi, al tempo di Internet, si può comunicare tutto a tutti, in tempo reale, su scala planetaria, ma non c’è più nulla da comunicare di umanamente significativo e profondo. Si sono persi il contatto diretto, il linguaggio del corpo, il fatto e l’antefatto, il peso e la complessità dell’esperire umano. Tutto è semplificato, alleggerito, velocizzato. Basta cliccare. Ma l’uomo numerico è preciso e svuotato nello stesso tempo. È rapido, veloce, perpetuamente nomade o navigatore nell’oceano-pattumiera del web, ma sedentario. Vede tutto e non tocca niente. È frenetico e immobile nello stesso tempo, informato di tutto e concentrato su niente. Perché nella nostra società irretita, sempre interconnessa e fragilissima, Internet e gli altri innumerevoli media celebrano e consacrano la confusione fra valori strumentali a valori finali.
Sommario
Prologo. I. Il miracolo dell’«ordine sociale». II. Macchina e persona. III. Filosofia della miseria e miseria della filosofia. IV. Alienazione e relazione umana. V. La protesta che non propone. VI. L’atrofia della memoria come collante sociale. VII. La socialità fredda e superficiale. VIII. La nuova preghiera del mattino. IX. L’avvento degli uomini vuoti. X. Conversare con se stessi. XI. Lacrime di coccodrillo. XII. La realtà de-realizzata. XIII. Il nomadismo sedentario. XIV. Una sfida al momento perduta. XV. I nuovi esclusi. XVI. La vita interiore in pericolo.
Note sull'autore
Franco Ferrarotti, professore emerito di Sociologia all'Università di Roma «La Sapienza», direttore della rivista La Critica sociologica, è stato deputato indipendente al Parlamento italiano dal 1958 al 1963. Tra i fondatori, a Ginevra, del Consiglio dei Comuni d'Europa, ha assunto la responsabilità della divisione Facteurs sociaux dell’Ocse. Nominato Directeur d’études alla Maison des Sciences de l'Homme di Parigi, ha ricevuto il premio per la carriera dall'Accademia nazionale dei Lincei ed è stato nominato Cavaliere di gran croce al merito della Repubblica. Con EDB ha pubblicato: La religione dissacrante. Coscienza e utopia nell'epoca della crisi (2013); Rivoluzione e trascendenza (2013); La concreta utopia di Adriano Olivetti (22016); Scienza e coscienza. Verità personali e pratiche pubbliche (2014); Elogio del piromane appassionato. Lettura e vita interiore nella società digitale (2015); Al Santuario con Pavese. Storia di un'amicizia (22016); Il conte di Vinadio. Felice Balbo e il marxismo come eresia cristiana (2016), Attualità di Lutero. La Riforma e i paradossi del mondo moderno (22017).