Non deve avere più di cinque anni: felpa grigia e blu scuro con il cappuccio in testa, un maglioncino sotto per proteggersi dal freddo, i dentini da latte caduti davanti e la sporcizia della strada come profumo e cosmetico. El Viejo Paco Chiamo tre di loro: il più piccolo, il più vecchio e Kelvin e loro confessano i loro peccati davanti a tutti senza paure o scrupoli. Li assolvo e poi bacio loro i piedi, mi impasto con loro, li abbraccio, asciugo le loro lacrime, guardo i loro tatuaggi e ascolto le loro voci. Nessuno si è ricordato di loro in questo Natale... Soli, disperati, in condizioni estreme, reclusi nel carcere più alto del mondo in totale isolamento. Abbraccio fasci di disperazione e storie cupe e inumane.
Questa volta Don Gigi ci prende con sé in un appassionante viaggio in Vietnam. Da un continente all'altro continua l'itinerario di un impegno creativo per realizzare segni concreti di carità, opere di misericordia corporali e spirituali insieme. In questo racconto ciò che tocca di più è la testimonianza della persecuzione sopportata da parte dei cristiani vietnamiti durante gli anni più duri del regime comunista, il racconto della prigionia del Padre Dominic e della fede con cui sua madre lo ha sostenuto.
Questo libro vuol essere la testimonianza di una Fede di frontiera, combattuta giorno per giorno, non con la tracotanza delle armi ma con la forza della Croce. Don Luigi Ginami, raccontando il suo viaggio avventuroso nell'Africa più polverosa, senz'acqua e senza corrente, ci restituisce i ricordi drammatici di chi ha visto l'orrore di quella mattanza. E ci regala una storia, con un volto e un nome: gli ultimi istanti della breve vita di Janet Akinyi. Aveva solo 22 anni, Janet, tante speranze e un amore. È al suo ragazzo che indirizza l'ultimo sms, appassionato e commovente. Come la potenza del suo martirio. (dalla presentazione di Riccardo Nisoli - Corriere della Sera)
Don Gigi torna in Kenya con alcuni importanti appuntamenti. Centrale è l'incontro con il vescovo Joe Alessandro, vittima di un attentato ad opera di briganti Shifta, che per la prima volta raccolta l'avvenimento che l'ha visto protagonista. Poi la visita al campo profughi di Dadaab, il più grande campo profughi del mondo che conta oggi 360.000 persone. Un paio d'anni fa ne contava molte di più. "Dallo scorso anno avevo forte forte il desiderio di raggiungere questo enorme campo e lo avevo desiderato molto. Grazie al vescovo Joe questo è stato possibile. Il campo profughi si trova a circa 80 chilometri dal confine con la Somalia e a un centinaio da Garissa. Se avevo immaginato la vastità del campo che il governo keniota vuole chiudere non avevo però assolutamente immaginato l'abisso di dolore che esso costituisce." Infine l'incontro con Everlyne, malata di AIDS, e la sua bambina, Santina. Fuori programma una notte abbracciato a un calorifero con i barboni all'aeroporto di Amsterdam.
Una storia di dolore e sofferenza. Nasren è affetta da "disturbo post-traumatico da stress" (DPTS). Altro non è che la conseguenza delle forti sofferenze psicologiche che accompagnano un evento traumatico, catastrofico o violento. Nel caso di Nasren l'evento che l'ha scatenato è stato l'incontro con gli uomini del Califfato nero e la fuga dalla propria abitazione per scampare alla morte. In Nasren il DPTS ha una manifestazione particolarmente grave perché era una bambina di 11 anni, nell'agosto 2014. Prefazione di Nunzio Galantino.
Don Gigi ci porta questa volta in Perù, a Juli e il suo racconto è un ripetuto pugno nello stomaco. Per noi fortunati che viviamo in una situazione di serie A, è difficile fermarci un attimo per toccare con mano la sporcizia, il degrado, la solitudine, l'emarginazione, la violenza e gli abusi in cui vivono nelle zone di serie Z, le persone considerate di serie B.
La pallottola esplosa dalla canna del fucile, le voci concitate, la tensione del momento, il primo violento impatto del proiettile nella pietra visibile in un buco di un paio di centimetri su un gradino della Via Dolorosa, proprio davanti ad una chiesa, il rimbalzo del proiettile stesso e la sua traiettoria folle che terminava sulla tempia di Fahmi. Il suo corpo che cade a terra, schizza il sangue ovunque, il selciato si bagna e la macchia si allarga progressivamente mentre aumentano le voci, le urla, lo strazio.