A partire da un'ampia riflessione sulla Chiesa - in particolare la Chiesa italiana degli ultimi venti anni -, l'autore considera fatiche e successi delle nostre comunità cristiane. Come le sentinelle in Isaia, vigilanti su una società in crisi ma in continua evoluzione, i cristiani sono chiamati ad ascoltare tutte le voci che risuonano intorno a loro per imparare a dialogare con tutti, individuando i passi da compiere insieme per conseguire il bene comune. L'auspicio che percorre i testi è che la comunità cristiana sia innanzi tutto se stessa e si riveli per ciò che è, al di là degli apparati e delle forme che ne appesantiscono il cammino.
Il cardinale Martini visto con gli occhi del vescovo Giovanni Giudici, che per undici anni, come vicario generale, ha condiviso progetti, gioie e fatiche dell’arcivescovo di Milano.
Nell'anno paolino, il testo guida i credenti nella scoperta della Lettera ai Filippesi, uno scritto unico nel suo genere, dal tono confidenziale, immediato e improntato alla più viva cordialità, capace di far sognare un volto di Chiesa autentica, fedele al suo Signore. In un concerto di amicizia, affetto e gioia, l'autore svela il segreto del suo legame con il Signore Gesù e la sua vocazione missionaria. Allo stesso modo, oggi, in un contesto di Chiesa che cambia e chiede uno stile di presenza sempre più improntato alla comunione e alla corresponsabilità fra pastori e fedeli laici, monsignor Giudici sollecita il lettore ad assimilare in profondità la lezione dell'apostolo, così da lasciarsi plasmare dalla sua impronta spirituale, prima di doversi rivolgere agli imperativi della missione della Chiesa nell'oggi.
Il volume riprende l'intero "corpus" poetico di Giudici, costituito dalle dodici raccolte da lui pubblicate, e arricchito dalla riproduzione in appendice alle sue prime "plaquettes", nonché da una cospicua sezione di poesie inedite.