In una casa di poveri contadini, nacque un bambino che chiamarono Felice. E felice era, sempre in movimento, sempre col viso in su a guardare i "grandi" e chiedere perché. Il giovane parroco del suo paese, Samarate, faceva da maestro a un gruppo di ragazzini, tra i quali Felice. Con lui studiavano il catechismo, imparavano a leggere, a scrivere e a contare, ma anche a fare i chierichetti. Era questa la cosa più bella, per Felice: stare vicino a Gesù, potergli parlare, dirgli che voleva stare con lui per tutta la vita. Quando pensò di essere grande abbastanza, disse ai suoi genitori che voleva diventare frate. Il padre, anche se dispiaciuto di separarsi dal suo bambino, lo accompagnò al convento e, davanti al padre superiore dei Cappuccini, firmò con una croce il suo consenso. La traccia, il segno che frei Daniel lasciò è talmente forte da raggiungere anche noi: il profumo persistente di quel fiore fece di Tucunduba un giardino... e quel "profumo" lo puoi sentire anche tu... Età di lettura: da 6 anni.
Cartonato completamente illustrato per bambini sulla storia di fra Alberto Beretta. Frei Alberto non si è mai lasciato scoraggiare: gli piaceva osservare, meditare la natura e le cose ... Si immergeva nei ricordi e nella sua solitudine pensava alle cose belle: il mare immenso, il sole e la luna che da lassù rischiarava la terra. La bellezza del creato lo lasciava sempre senza fiato. «Ho fatto un sogno bellissimo... Vieni: ti racconto la storia di Enrico Beretta, un amico del nostro popolo, da noi conosciuto come frei Alberto...»
Un giorno, al convento, arrivò un pettirosso.
Aveva fame e si mise a battere piccoli colpi col becco sui vetri della finestra...
Età di lettura: da 3 anni.
I suoi occhi marroni a volte diventavano azzurri come il cielo. Andare da lui era come fare un meraviglioso giro di giostra.
Che cosa porta un'affermata "consulente d'immagine" normalmente presente nei back stage delle sfilate di alta moda, sempre a fianco di cantanti e attori, a confrontarsi con una realtà fatta di interiorità e forti testimonianze? Quanta distanza può esistere tra la continua ricerca della perfezione esteriore e un'indagine altrettanto scrupolosa e sentita, compiuta invece nel più intimo e recondito recesso di una persona, qual è l'animo? Tra le pagine di questo scritto "apparenza" ed "essenza" si trovano affiancate (quasi a pacificare per un attimo secoli di indagini filosofiche) grazie all'onestà intellettuale dell'autrice, che qui si pone come trait-d'union di questi due universi, e soprattutto come testimone diretta di un grande incontro, talmente importante da non poterlo custodire solo per se stessa.
"La mano fece di nuovo cenno a me. Entrai. Sopra alla barba bianca due occhi luminosi. Quando uscii la mia vita non era cambiata: avrebbe solo cambiato direzione, ma io non lo sapevo ancora. Che direzione stava prendendo la mia vita quando, solo per accompagnare alcune persone, quegli occhi luminosi mi guardarono? Quegli occhi mi dissero che c'era un mondo dello spirito che non inquietava, ma dava pace; che non spaventava, ma dava coraggio. Non era il mondo degli spiriti, ma dello Spirito." (M. Giuliani)