Contro la proliferazione dei bisogni e dei consumi: il testamento intellettuale di un pioniere dell'ecologia
"Che noi si sia dominati dal nostro lavoro è un'evidenza da centosettanta anni. Ma non lo è il fatto che siamo dominati nei nostri bisogni e desideri, nei nostri pensieri e nell'immagine che abbiamo di noi stessi. Questo tema appare già ne Il traditore ed è sviluppato in quasi tutti i miei testi posteriori.. Partendo dalla critica del capitalismo, si arriva all'ecologia politica che, con la sua indispensabile teoria critica dei bisogni, conduce di ritorno ad approfondire e a radicalizzare ancora la critica del capitalismo. Non direi dunque che c'è una morale dell'ecologia, ma piuttosto che l'esigenza etica di emancipazione del soggetto implica la critica teorica e pratica del capitalismo, della quale l'ecologia politica è una dimensione essenziale."
Tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, furono i sociologi francesi a proporre l'ipotesi di una drastica riduzione dell'orario di lavoro, poi travolta dall'efficientismo ipertaylorista proprio dell'organizzazione giapponese. Solo ora si è percepita la priorità di un modello sociale basato sull'alta tecnologia e sulla liberazione spinta del lavoro: la Jobless Growth (lo sviluppo senza lavoro) degli americani. La tesi sostenuta da Gorz in questo libro è che ormai il problema reale non è quello della produzione, ma quello dell'equa ripartizione sia della ricchezza sia del lavoro necessario a produrla.