Molti indicatori segnalano che la società liberale occidentale è attraversata da una crisi della partecipazione che in Italia si fa sempre più evidente: il progressivo calo dell'affluenza alle urne esprime il disinteresse di molti cittadini per la politica e desta preoccupazioni sulle sorti della stessa democrazia. Servendosi dei concetti più classici del pensiero sociale cristia­no, Giovanni mette a fuoco la specificità dell'amicizia sociale e i motivi della sua crisi attuale. Alla luce delle esperien­ze di applicazione delle soluzioni metodologiche di supporto al "discernimento in comunità" prosegue quindi l'esplorazione del problema, traendo dall'intreccio tra "teoria" e "clinica" osserva­zioni originali e utili, per comprendere perché e in che modo la cultura della sinodalità rappresenti, anche in termini laici, una risorsa per la democrazia.
La vita di tutti, specialmente delle nuove generazioni, si svolge sempre più nella dimensione online, sulle piattaforme social e attraverso le chat. Gli ambienti online non sono una simulazione di realtà, sono la realtà stessa delle relazioni interpersonali e sociali. Per questo occorre rielaborare lo sguardo sulla vita e sulla società nella consapevolezza che «virtuale è reale». Ispirandosi al Manifesto per la Comunicazione non ostile, Giovanni Grandi invita a porre attenzione agli stili comunicativi da preferire - quelli non aggressivi e rispettosi dell'altro - per prendersi cura delle relazioni. Dieci spunti di riflessione e discussione per chi desidera affrontare con semplicità e profondità la sfida etica dell'integrazione tra virtuale e fisico nelle interazioni e nelle relazioni. Prefazione di Rosy Russo, fondatrice e presidente di Parole O_Stili
Un biglietto di scuse, lasciato da un undicenne dopo aver colpito una pianta giocando a calcio nel giardino condominiale. Un episodio all'apparenza insignificante, che, partendo da un tweet lanciato da Giovanni Grandi, professore di Etica all'Università di Trieste, conquista le pagine dei giornali, rimbalza sui social, viene letto, commentato, lodato. Non è l'evento in sé a richiamare l'attenzione, com'è ovvio, quanto piuttosto il sussulto etico di cui il ragazzino ha dato prova: un sussulto che, nel paese travolto dalla pandemia, forse riporta tutti ai valori fondamentali della convivenza civile. Giovanni Grandi, a distanza di qualche mese, prova a prendere sul serio i temi e i problemi che quel bigliettino, apparentemente banale, solleva. E, così facendo, ci offre un piccolo libro che pone interrogativi enormi: come mai siamo tanto bravi a prenderci cura dello spazio privato, e così poco attenti a quello pubblico? Perché insegniamo ai bambini a essere responsabili e attenti, ma non siamo altrettanto coscienziosi da adulti? Per cosa vale veramente la pena impegnarci, e magari combattere? Come possiamo migliorare la nostra capacità di fare del bene? Esplorando i modi in cui la nostra forza morale viene messa (o meno) alla prova, indagando la capacità umana di provare empatia, riconoscendo infine l'influenza della comunità sulle azioni dei singoli, Grandi ci invita a tenere a mente la necessità di un'etica pubblica - le fatiche che comporta, ma anche i suoi frutti, di cui tutti possiamo godere. Una lezione che non vale solo in questi tempi difficili, da cui speriamo di uscire migliori: è quando la marea si ritira, dopotutto, che possono venire alla luce i tesori che la tempesta ha gettato a riva.
La parola amica è una parola di novità; è una parola rivelatrice, una parola saggia, che indica non un bene generico ma il meglio realmente fattibile nelle situazioni; una parola di soccorso, che infonde quel tanto di forza che da soli non sapremmo darci.
Quante volte sorgono in ciascuno dei propositi di cambiamento, che poi si infrangono riprendendo contatto con la vita quotidiana, con la forza di inerzia delle abitudini, con il disincanto generato da altri precedenti tentativi andati male? Cosa significa "cambiare", specialmente da adulti? È Nicodemo, nel Vangelo di Giovanni, a farsi portavoce di questi interrogativi: «Come può un uomo rinascere quando è vecchio?». Da questa domanda nasce un percorso, che si intreccia con la vicenda di Gesù di Nàzaret, e segna idealmente le tappe di un cammino di conversione: per vivere altrimenti occorre iniziare a leggere altrimenti la propria storia, imparando così a scorgere il Regno di Dio lì dove mai avremmo sospettato che fosse.
Il desiderio di essere felice e l'esperienza della delusione che suscita infelicità sono tappe della crescita di ciascuno di noi. Partendo da interrogativi semplici e spontanei, questo volume cerca di capire se è possibile ipotizzare un'educazione a partire dal desiderio, spesso frustrato, di una vita felice e duratura, una nuova educazione integrale della persona.
SOMMARIO
Alla ricerca della vita felice - Legami di cui morire, legami che riportano alla vita - La revisione dei legami e la necessità di ri-orientarsi - Ri-orientamento di sè, conversione, educazione - Educazione e cultura: alcuni miti da decostruire
Con il terzo volume della collana Quaderni di Dialoghi, l'Azione Cattolica Italiana, attraverso il Centro Studi nazionale, propone un'ulteriore occasione di approfondimento sulla "questione antropologica", a partire dai materiali e dalle riflessioni emersi dal seminario nazionale «Vocazione umana: un cammino comune?» tenutosi a Roma il 18 ottobre 2008, con la partecipazione dei Consigli scientifici degli Istituti «Vittorio Bachelet», «Paolo VI», «Giuseppe Toniolo» e della rivista «Dialoghi». Il terzo Quaderno ospita gli interventi tematici del seminario, presentati dal professor Luigi Alici e dal professor Luigi Alfieri; a questi si affiancano una serie di studi coordinati, che tengono conto sia del contributo dei relatori del seminario, sia dei diversi temi e delle sollecitazioni emerse nel corso del dibattito.
Il volume offre un'approfondita riflessione sul percorso intellettuale e spirituale di Jacques Maritain. La ricca antologia di testi riportata in appendice consente di misurarsi direttamente con il pensiero del grande filosofo e teologo francese.