Nella vita frenetica quotidiana si è sempre più alla ricerca di spazi e tempi di silenzio e isole di pace. Nel corso dei secoli, la tradizione monastica benedettina ha approfondito e condiviso i suoi tesori spirituali e sapienziali, tracciando percorsi di natura pratica (chiamati anche per questo "esercizi") capaci di restituire alla vita il suo respiro profondo. Padre Anselm Grün ripropone qui l'antica tradizione benedettina degli esercizi, che ha fatto da ispirazione fondamentale per i più noti Esercizi spirituali di sant'Ignazio di Loyola. Attraverso la presentazione e la meditazione di pagine bibliche, arricchite con la proposta di semplici ritualità quotidiane, il testo accompagna a muovere i propri passi sull'antica strada "mistica" della purificazione, dell'illuminazione e dell'unificazione, per imparare a diventare quello che siamo.
Tutto ciò che ci fa bene e ci dona nuova energia. Questo nuovo libro del monaco tedesco Anselm Grün, è davvero unico. Si tratta di un coaching sui problemi che assillano la vita quotidiana di ognuno di noi, corredato da esercizi pratici e rituali che ci aiuteranno a evitare e risolvere ogni tipo di stress piccolo o grande che sia. Spesso a provocare stress sono eventi apparentemente inevitabili. Tuttavia possiamo imparare a contrastare questo stress. Quando arriviamo alla fine dei miei corsi - scrive Padre Anselm - spesso i partecipanti mi chiedono: "È stato tutto molto bello. Ma come posso riportare nella mia vita di tutti i giorni, quello che ho vissuto qui?" In questo libro ho cercato di offrire risposte concrete a questa domanda.
Ha senso il modo in cui vivo? Come raggiungo la sintonia con me stesso? La mia vita sta riuscendo? A domande del genere Anselm Grün risponde non con dogmi o consigli astratti, ma con le storie tratte dalle grandi religioni del mondo. «Anche quando, in un primo momento, ci spiazzano, i racconti sono una via al nostro cuore e vogliono aprirlo a una realtà più grande. Il cuore, per gli antichi, è il centro dell'essere umano, in cui pensieri e sentimenti coincidono. Le vie lungo le quali le storie ci portano appunto ad avere la percezione di noi stessi sono spesso paradossali. Mettono in discussione anche noi, abituati a sistemarci comodamente in determinati schemi spirituali e psicologici. Ma proprio questa messa in discussione fa sbocciare il frutto della vita riuscita, perché maturi in noi il frutto divino». Sono tutte storie che portano dritte al nostro cuore. Che ci mettono in contatto con i nostri desideri e le nostre aspirazioni più profonde, offrendo una prospettiva sorprendentemente nuova sul nostro cammino.
Quella del potere è una questione cruciale: stiamo sperimentando sia una decadenza dell'autorità politica tradizionale sia l'emergere di un'autorità di tipo populista. Assistiamo a casi di abuso di potere sul piano economico, ma gli abusi li possiamo verificare anche nei rapporti interpersonali e, non ultimo, nella Chiesa. L'autore esamina gli aspetti storici, psicologici, sociali, morali e biblici del fenomeno, affrontando non soltanto i rischi impliciti nell'esercizio dell'autorità, ma anche le opportunità per aiutare le persone a esercitarla per il bene degli altri. Solo quando avremo elaborato una buona teologia del potere potremo metterlo a frutto nella Chiesa, nella società, tra economia e politica, al servizio della vita e della persona.
Diciotto strumenti spirituali contro diciotto preoccupazioni quotidiane grandi e piccole! Ricette che fanno davvero bene, senza effetti collaterali! Ci sono giorni in cui siamo tristi, soli, paurosi o feriti. Ci sentiamo incompresi, e nella nostra testa prevalgono i pensieri cupi. Anche padre Anselm conosce questi sentimenti e nei suoi corsi osserva che molte persone ne soffrono. Insieme con il confratello Ansgar Stüfe ha messo insieme per questi giorni ostili una farmacia spirituale delle cose che consolano. Nel farlo padre Anselm mette al centro la forza terapeutica della Bibbia, mentre fratel Ansgar ricorre al suo ricco bagaglio di esperienze di medico e monaco.
In un tempo di profondi cambiamenti in campo antropologico, sociale e tecnologico, e di fronte agli incalcolabili costi umani ed economici di una pandemia globale, vi sono ancora motivazioni e vie possibili per ritrovare il senso profondo della convivenza tra gli uomini e le donne in famiglia, nei luoghi di lavoro, nella società, nelle comunità cristiane? Alla scuola dei 1500 anni di storia monastica e di comunità fraterne ispirate alla Regola di san Benedetto da Norcia, Anselm Grün rilegge il desiderio e la fatica della vita comune alla luce di otto sapienti percorsi di umanizzazione delle relazioni. Con il suo consueto equilibrio spirituale, padre Anselm riesce a far dialogare le dinamiche più concrete delle vicende personali con le radicali esigenze di un umanesimo biblico di ampio respiro
La Bibbia è parola di vita, parola che guida alla vita. Vuole aiutarci a vivere bene, ad affrontare l'esistenza di tutti i giorni fondandoci sulla fede. Ciò non significa però che la Bibbia sia un manuale di istruzioni per l'uso. La prima intenzione della Parola non è dispensare direttive, ma dirci chi siamo: se riconosciamo chi siamo, qual è il nostro vero io, vivremo anche in modo diverso. È questa dunque la maniera migliore per comprendere il messaggio di Gesù, e comprenderlo più a fondo. Anselm Grün presenta qui alcuni passi biblici centrali, così che possiamo entrare in dialogo con noi stessi. Sono testi che ci toccano nella nostra ricerca personale e ci guidano a cogliere le profondità della nostra anima. Il benedettino tedesco fa parlare in forma nuova e fresca quei testi antichi, ce li rende familiari in modo che giungano a interpellarci direttamente. La nostra vita appare allora in una luce nuove e, al tempo stesso, quelle pagine dispensano parole per la vita: parole ispirate che aprono la porta al cuore. «Ho scelto alcuni testi biblici che mi sono sembrati importanti per chiarirci interiormente e avere padronanza della nostra vita. Li ho disposti secondo cinque temi, delineando così un itinerario di vita cristiana per oggi ispirato biblicamente. Ne è nato un libro che, riportandoci al centro della fede cristiana, ci orienta nel nostro cammino» Anselm Grün.
La felicità arriva in punta di piedi e spesso a sorpresa. La gioia non è una condizione. È un percorso che dura tutta la vita. E a volte la si incontra proprio iniziando a mettersi in cammino. Ogni attimo che viviamo con attenzione ci offre l'opportunità di incontrarla. Arriva in punta di piedi e spesso a sorpresa. Nello spazio del silenzio oppure nella vita di tutti i giorni. La felicità ci afferra senza che dobbiamo fare nulla. Se siamo aperti e disponibili, in ogni momento, sperimenteremo prodigi su prodigi. Continuamente. Il grande monaco benedettino Anselm Grün, condivide con i suoi lettori le sue personali meditazioni sulla ricerca della felicità, che ognuno può trovare a modo suo per affidarle ai suoi amati lettori affinché ognuno possa farne buon uso. E a sua volta condividerle con gli altri.
In queste pagine Grün ci conduce alla scoperta delle molte vene d'oro che vale la pena «estrarre» da noi stessi, come il silenzio, il perdono, l'amicizia, la natura, la presenza di Dio, il desiderio, la ricerca. Grande tesoro nascosto in ciascuno di noi è la gioia. Numerose sono le occasioni per gioire: il dono della vita, la natura, i piccoli successi di ogni giorno, i rituali (positive abitudini quotidiane o legate alle feste), gli amici, la buona tavola, la relazione con Dio. Gioire è una questione di scelta: posso decidere consapevolmente di gioire o di lamentarmi per ogni difficoltà. La scelta di gioire non ignora i lati negativi della vita, ma anche nell'oscurità vede brillare una luce e cerca di raggiungerla.
«In questo libro desidero parlare sia di chi davvero è vittima e a cui spetta il giusto riconoscimento in quanto tale, sia di chi assume il ruolo di vittima per ottenere qualche vantaggio. Voglio scrivere però anche degli oppressori, delle cause per cui sono diventati tali e delle vie di trasformazione e di guarigione da seguire perché si liberino dal loro ruolo di carnefici».
Descrizione
In tutto il mondo, ogni giorno, ci sono uomini, donne e bambini che diventano vittime: di conflitti familiari, di strutture inique sul posto di lavoro e nella società, di sfruttamento personale, di violenza politica. Essere vittime significa essere prigionieri delle proprie sofferenze e paure, significa in parecchi casi perdere la fiducia in se stessi e la voglia di vivere.
Per alcuni, però, l’essere vittima diventa un atteggiamento esistenziale: c’è chi resta arenato in questo ruolo passivo e, declinando la responsabilità per la propria vita, fa dipendere dagli altri tanto la propria felicità quanto la propria infelicità. Si potrebbe parlare allora di vittimismo.
In questo libro Anselm Grün non vuole accusare, ma arrivare alla guarigione – sia delle vittime, sia dei carnefici. Riuscirci è possibile, in ultima analisi, soltanto se entrambe le parti sono disposte al perdono e alla riconciliazione – con se stessi e con gli altri. Così sarà possibile uscire dal vittimismo e spezzare le proprie catene.