Una delle "educazioni" psicologicamente più vitali, quella delle emozioni e della vita affettiva, si sta diffondendo nelle attività scolastiche con interventi di vario genere: laboratori di scoperta delle emozioni, percorsi di autoconsapevolezza, di esspresione affettiva, di lavoro su di sé e sulle relazioni.
Per realizzare una buona qualità dell'integrazione scolastica degli alunni con disabilità e un'efficace azione inclusiva per i molti alunni più con bisogni educativi speciali vi è la necessità di rendere sempre più "speciale" la "normalità" del far scuola tutti i giorni. La normalità della didattica e dei problemi educativi e formativi va decisamente arricchita di strategie efficaci e aspetti tecnici che provengono dalla pedagogia speciale (special education) e dalla psicologia dell'educazione. In questo modo, per l'alunno disabile o con bisogni educativi speciali è la normalità del relazionarsi e dell'imparare con tutti gli altri alunni, che gli dà identità, appartenenza, sicurezza, autostima.
Accanto al 2-3% di alunni disabili "certificati" c'è un altro 15-20% di alunni che presentano vari tipi di "Bisogni Educativi Speciali": difficoltà psicologiche e relazionali, svantaggio sociale e differenze linguistiche e culturali. Nel testo viene illustrato un nuovo modello di lettura delle difficoltà di "funzionamento educativo-apprenditivo", basato sull'ICF dell'OMS e utilizzabile dagli insegnanti, per cogliere in tempo i vari Bisogni Educativi Speciali e attivare tutte le risorse possibili secondo i principi della "speciale normalità", cioè la normalità quotidiana delle relazioni e degli apprendimenti, arricchita dalla specificità tecnica che le varie difficoltà richiedono.