Un libro che traccia un identikit del conservatorismo in generale, con particolare attenzione al contesto italiano, mettendone in luce peculiarità, punti di forza e di debolezza, nonché le contaminazioni storiche subìte. Gli autori cercano altresì di studiare i motivi che lo hanno riportato al centro del dibattito non solo italiano ma internazionale.
Il testo esce in una nuova edizione arricchita e ampliata. Si tratta di un racconto storico dei trent'anni di vita dell'importante movimento dei cattolici nato dopo la Società della Gioventù cattolica e precedente l'Azione cattolica vero nomine. L'Opera dei Congressi è un'associazione di associazioni che unisce, dopo il compimento dell'unificazione italiana, i cattolici della Penisola assolutamente impreparati a operare dentro il Paese unificato. Lo strumento principale per unire le forze sono i Congressi, celebrati quasi ogni anno, convocati per indicare ai fedeli la linea da seguire accanto al Papa "prigioniero in Vaticano" dopo il 1870 e per ricostruire una civiltà cristiana dopo un secolo di rivoluzione. Molto importanti per comprendere cosa fu l'Opera dei Congressi, come operò e perché venne sciolta dalla Santa Sede, sono i profili dei principali protagonisti, i militanti dell'intransigenza cattolica. L'Opera dei Congressi ha contribuito in maniera determinante a costruire quel tessuto sociale a partire dalle parrocchie, fatto di banche, società di mutuo soccorso, cooperative, casse rurali, scuole parrocchiali e cattoliche, che è stato per decenni, almeno fino agli Anni cinquanta del Novecento, il Paese "reale" contrapposto a quello "legale" e finalmente vittorioso a livello politico con le elezioni del 18 aprile 1948. Poi comincerà quella rivoluzione culturale che ha posto definitivamente fine all'Italia cristiana. Tuttavia i cattolici di oggi sono in debito nei confronti di quei militanti che hanno speso le rispettive vite combattendo la buona battaglia per la gloria di Cristo e per edificare un insieme di relazioni e di ambienti che hanno rallentato la scristianizzazione. Nell'opera sono riportati i profili dei principali protagonisti.
Se è vero che nella storia non esistono facili determinismi, crediamo sia riconosciuto da chiunque che viviamo un’epoca di avversione profonda nei confronti della famiglia, sia a livello ideologico sia soprattutto a livello della vita vissuta. Si tratta di un’avversione che tocca il piano culturale, anzitutto, ma anche politico e giuridico. Questo libro racconta la storia di un’aggressione culturale, politica e giuridica alla famiglia, cominciando dal Sessantotto e in particolare dall’introduzione della legge sul divorzio, per arrivare al gender e alle unioni civili, grazie alle quali si permette di definire famiglia ciò che famiglia non può essere.
Nella prima parte, Marco Invernizzi esamina il processo politico e culturale che ha progressivamente eroso la centralità della famiglia in Italia fino all’esplicita avversità e al considerarla come una delle possibili espressioni affettive, da famiglia a famiglie. Nella seconda, Giancarlo Cerrelli affronta il percorso legislativo e giuridico con il quale la cellula fondamentale della società è diventata una semplice somma di individui.
L’analisi realistica dei fatti non induce tuttavia alla perdita della speranza. La famiglia fondata sul matrimonio rimane un desiderio di ogni persona, anche se non sempre espresso in maniera consapevole.
Quando divenne papa, nel 1978, il mondo cattolico in Occidente viveva ancora nella crisi successiva al Sessantotto, segnata da una profonda mancanza di autostima e da un complesso d'inferiorità imbarazzante nei confronti della cultura dominante, trasgressiva e avversa alla religione. Il nuovo pontefice, tuttavia, riuscì subito a conquistare la simpatia di molti e soprattutto contribuì a restituire, in particolare ai giovani, la fierezza di professarsi cattolici. Il mondo era allora ancora nell'epoca della Guerra fredda, che vedeva la contrapposizione fra i due blocchi rappresentati dal mondo comunista e da quello occidentale. La Chiesa del silenzio, privata della libertà nei Paesi comunisti, adesso aveva chi parlava per lei e Giovanni Paolo II contribuì in modo importante alla caduta del Muro di Berlino, nel 1989, che di fatto segnò l'inizio della fine del socialismo reale. Nella seconda parte del pontificato, dal 1989 al 2005, avrebbe concentrato l'azione della Chiesa nella nuova evangelizzazione, per restituire la speranza sia ai popoli "sazi e disperati" dell'Occidente, sia a quelli che uscivano dalla tragedia dell'esperienza del totalitarismo. Il libro di Marco Invernizzi non è una nuova biografia ma vuole introdurre il lettore nel Magistero del papa, un insegnamento ampio e articolato, che aiuta il cattolico a comprendere e giudicare i diversi e complessi aspetti del mondo contemporaneo.
Luigi Gedda (1902-2000) ha attraversato il XX secolo. Da protagonista fino agli anni Sessanta, da « emarginato » nei successivi quarant’anni. La guida dei Comitati Civici nelle elezioni del 18 aprile 1948 (uno scontro di civiltà che segna la nascita dell’Italia moderna), il presidente dell’Azione Cattolica dal 1952 al 1959, considerato « onnipotente » per la sua vicinanza a Pio XII, viene negli anni successivi messo in un angolo e su di lui si scaricano il livore storiografico e un’acredine tanto amara quanto persistente nel tempo. Ma lui non si ribella e neppure si lascia disorientare. Accetta con grande umiltà il suo nuovo ruolo, continua a svolgere la sua professione medica, e soprattutto continua a guidare l’amata Società operaia, l’associazione fondata durante la Seconda guerra mondiale per la santificazione dei propri membri.
Oggi la sua vita può essere riletta con più serenità di un tempo, quando imperversavano le ideologie che erano penetrate anche in parte dell’associazionismo cattolico. Questo libro non è una biografia, ma vuole più semplicemente illustrare il ruolo svolto da Gedda nei diversi eventi che lo videro protagonista. Il lettore scoprirà un Gedda inedito, molto anticomunista e contemporaneamente impegnato per favorire il « ritorno » dei comunisti in seno alla Chiesa, molto capace nell’organizzazione e contemporaneamente consapevole che solo una dura formazione e una profonda spiritualità permetteranno la crescita di una classe dirigente. Un Gedda che merita di essere conosciuto anche dai molti che non ne hanno mai sentito parlare o che su di lui hanno ascoltato o letto soltanto « frasi fatte » o luoghi comuni.
Un'introduzione che si preoccupa di esprimere in modo molto sintetico alcuni principi fondamentali della dottrina sociale, parte integrante della fede cattolica, come la definì il beato Pontefice Giovanni XXIII. Oltre ad aiutare a sfatare alcuni luoghi comuni sul tema, il testo riporta anche cenni di storia della dottrina sociale, che non nasce con la Rerum novarum, come erroneamente si crede, ma con la persona, creata a immagine e somiglianza di Dio e redenta dal sacrificio di Cristo.
«I vinti, le forze cioè della sinistra, sconfitte il 18 aprile, hanno, più dei vincitori, contribuitoad offrire una immagine complessiva di quegli anni,una immagine che è diventata elemento di cultura media che è filtrata fin nei rapidi accenni che si leggono alla fine dei manuali scolastici nelle poche pagine dedicate all'Italia del secondo dopoguerra». (Pietro Scoppola)
«Noi comunisti ci siamo accorti che saremmo stati probabilmente sconfitti alle elezioni del 18 aprile quando, nel mese di febbraio, abbiamo visto scendere in campo i Comitati Civici e svolgere quel lavoro capillare che fino ad allora avevamo fatto soltanto noi». (Massimo Caprara)
Queste due citazioni, rispettivamente di un cattolico democratico, storico e senatore dc, e dell'ex segretario di Palmiro Togliatti, per decenni deputato comunista prima di approdare alla fede dopo un lungo itinerario spirituale e intellettuale, danno la misura di quanto è avvenuto dopo il 18 aprile 1948, quando in Italia si svolsero le elezioni politiche più importanti nella storia del Paese, che segnarono la volontà del popolo di appartenere alla civiltà occidentale, democratica e cristiana.
Ma il libro curato da Marco Invernizzi - che riunisce gli atti di un convegno organizzato a Milano dall'Istituto per la Storia dell'Insorgenza e per l'Identità Nazionale - ci porta all'interno dell'evento, esaminandone le forze protagoniste, sia religiose e culturali, sia politiche, offrendo la possibilità al lettore di farsi una prima impressione del significato di quella giornata elettorale e aprendo uno squarcio su alcune verità taciute per decenni da una storiografia succube degli interessi politici, come il ruolo dei Comitati Civici, l'opera svolta dal cardinale Schuster, le vicende del mondo azionista (pp. 360).
Non una nuova biografia di Giovanni Paolo II, ma un invito alla lettura del suo Magistero, cosi' vasto e ricco e cosi' poco conosciuto.