Il cane è stato, in secoli cruciali per la storia del genere umano, non solo il più fedele e antico complice tra gli animali, ma un simbolo identitario della civiltà. Si sa che quello tra uomo e cane è un patto nato migliaia di anni fa e prima ancora dell'incontro con altre specie come bovini, ovini e suini, che furono addomesticati successivamente. L'avvenimento più importante nella storia sociale del cane è l'incontro con l'uomo... medievale. Certo, tutto ebbe inizio migliaia di anni prima. Ma nel Medioevo accadde qualcosa che segnò per sempre il ruolo del cane nella storia, legittimando la sua elevazione da animale addomesticato ad animale civilizzato. Risale all'Alto Medioevo la più antica forma di tutela canina documentata, così come l'origine delle razze che oggi conosciamo. L'obiettivo di Marco Iuffrida, storico e studioso di storia sociale, è di mettere in luce nuove testimonianze zooantropologiche dalle quali emergono, in maniera diretta e indiretta, dettagli inediti del sodalizio umano col regno animale. Ciò che il libro svela al lettore è che, a partire dai secoli medievali, l'avere a che fare con bracchi, levrieri, mastini e segugi ha denotato il potenziale empatico della cinofilia come elemento comune a civiltà molto diverse. Ecco perché Iuffrida propone la storia sociale del cane come uno strumento utile ed efficace per conoscere la vera identità dell'animale umano.
Le righe d'inchiostro di un manoscritto greco occultato intrecciano irrimediabilmente le vite di religiosi del Cinquecento: attorno a pochi fogli di pergamena s'infiamma l'eterna lotta tra fede ed eresia. Il coraggio è per alcuni frati la sola strada per salvare il libero pensiero. Chiostri di conventi e biblioteche ricolme di libri saranno teatro e campo di battaglia di violenti scontri, tra ambizione e brama di sapere, gelosia e sete di potere. Ma l'antico segreto verrà salvato per giungere nelle mani degli studiosi contemporanei. Prefazione di Antonella De Vinci.