Nel 1879, uno tra i maggiori scrittori statunitensi, Henry James, pubblica un romanzo breve nel quale descrive l'incontro - ma più esatto sarebbe dire "la collisione" - tra una donna americana e l'Europa. Questo romanzo è Daisy Miller e il luogo europeo che fa da scena alla vicenda della protagonista è l'Italia, più esattamente Roma. La grandezza di questo libro sta tutta nella capacità di James di raccontare la storia di un'americana a Roma, i suoi stupori e le sue reazioni alla vita del posto, trasformando al contempo in personaggi due diverse culture e mettendo in scena quello che accade quando Stati Uniti ed Europa entrano in relazione reciproca. Attraverso la vicenda di Daisy, dei suoi amori, della sua innocente ingenuità, il racconto di un'iniziazione alla diversità che sorprenderà per i suoi esiti tragici.
I tre racconti lunghi, qui presentati, sono esemplari del mondo narrativo di James e toccano temi ricorrenti della sua prosa: la differenza fra la cultura americana e quella europea, fra il candore e l'innocenza del Nuovo Mondo e la raffinatezza spesso decadente del Vecchio Mondo; l'analisi dei personaggi, intrappolati nei loro caratteri; il destino insito nelle cose e nelle situazioni. Tre racconti, tre città (Roma, Firenze, Venezia), tre storie d'amore, tragiche quando sono innocenti; beffarde quando sono maliziose.
In un intenso "taccuino di viaggio" James ha raccolto un gruppo vario di testimonianze del suo "mal d'Italia", frutto di ripetuti viaggi e soggiorni nel nostro Paese in un arco di tempo che va dal 1872 al 1909. La tensione dialettica tra attrazione e repulsione nei confronti del passato e delle sue testimonianze, i toni suadenti, i suoi sguardi saturi di incombenti malie è il tratto più originale di questo libro.
Questa è una raccolta storica di racconti di James, uscita negli Stati Uniti nel 1944 e ora proposta per la prima volta al pubblico italiano. Il suo ideatore, Francis Otto Matthiessen, è stato uno dei più grandi studiosi di James, ma anche di Whitman, Hawthorne, Melville e altri ancora. La sua è una raccolta che ha contribuito non poco alla fortuna moderna dello scrittore americano, creando, all'interno del corpus dei racconti jamesiani, un canone di testi basati sulla riflessione intorno all'arte e alla scrittura. Non sono tutti i racconti che James scrisse con protagonisti artisti e scrittori: ma tutti i racconti scelti da Matthiessen si tengono fra loro, oltre che per la qualità, per struttura, tematiche esplicite e sotterranee.
Storia di un'enigmatica figura femminile in viaggio per mare verso un altrettanto enigmatico matrimonio, il lungo racconto Il Patagonia ha sorprendenti punti di contatto con il più noto Daisy Miller ed offre - come sempre nelle opere del grande scrittore americano - assieme alla rappresentazione dei riti sociali di un'epoca, una sottile esplorazione degli insondabili abissi dei sentimenti umani.
Un'avventura psicologica, morale ed estetica: il viaggio da Albany, piccolo paese del New England, a Firenze, città dell'arte e della bellezza, alla ricerca di un'esistenza felice, di una vita perfetta da ricamare sulla rozza tela del tempo e della storia. Dal paradiso del nuovo e ancora troppo ingenuo continente americano verso un'Europa matura e seducente, in cui l'incantevole protagonista Isabel Archer rischia di perdersi, vittima di un'ossessione che la rende docile, passiva e soffocata nelle oscure trame del desiderio e dell'inganno.
"Veniva messa a parte di passioni su cui fissava lo stesso sguardo che avrebbe riservato al rimbalzare delle immagini dalle lastre di una lanterna magica a un muro. Il suo piccolo mondo era fantasmagorico: strana danza di ombre proiettate su un lenzuolo. Spettacolo che pareva allestito per lei, soldo di cacio di bambina spaurita nel buio di un grande teatro." La storia di Maisie, divisa da una sentenza del tribunale in due metà tra i genitori contendenti e sbalzata dall'uno all'altro in un intreccio crudele e insensato di avidità, corruzione ed egoismo, è quella del suo disorientamento e stupore, della sua progressiva consapevolezza e del tentativo di ritagliarsi uno spazio e una identità attraverso le mille strategie dell'immaginazione infantile.
Il filo che lega i tre racconti qui raccolti (Il matrimonio di Longstaff Louisa Pallant, I matrimoni) è il matrimonio, o, meglio, la sua mancata realizzazione, per incapacità dei protagonisti o per l'avversa presenza di altri personaggi. Ambigui ed inquietanti, questi tre racconti, profondamente unitari, offrono un saggio singolare dello stile di Henry James, della sua sostanziale sfiducia nella stabilità dei rapporti umani, e della sua magistrale capacità di rappresentare la complessità dei sentimenti e del vivere sociale.