Il volume fa luce sulle origini più profonde di una disputa iniziata molto prima del 1947, l'anno della partizione della Palestina da parte dell'ONU. Il ruolo delle religioni, lo sviluppo e la cristallizzazione delle identità, il possesso della terra, le strategie delle grandi potenze e quelle dei paesi arabi, l'antisemitismo e le discriminazioni, le prospettive dal basso degli abitanti che da oltre un secolo si contendono pochi chilometri quadrati: ognuno di questi tasselli è parte di un mosaico in cui spiccano le cicatrici della storia e vengono meno le verità assolute proprie di larga parte delle narrazioni correnti. Avere il controllo di questi luoghi millenari significa interpretarne il passato. È un aspetto che è rimasto costante nel corso dei secoli. Solo gli interpreti sono cambiati.
Un libro documentato che presenta i temi cardine che hanno portato alla genesi e allo sviluppo del conflitto israelo-palestinese. L'opera si basa su documenti d'archivio e fonti bibliografiche in gran parte mai pubblicate in Italia. Affronta temi complessi come la questione di Gerusalemme, lo sguardo dei viaggiatori occidentali nella Palestina del XVIII e XIX secolo, l'approccio britannico alla gestione della Terra Santa, il diritto al ritorno dei profughi palestinesi, le ragioni dei profughi ebrei, le responsabilità dell'Occidente e dell'ONU, la strumentalizzazione della causa palestinese da parte di alcuni paesi arabi, la differenza storica e geografica tra Giordania e Palestina, il ruolo d'Israele nell'attuale scenario internazionale. Analizza anche la nuova storiografia israeliana, un approccio di studi che negli ultimi anni ha registrato un'eco internazionale e degli sviluppi difficilmente preventivabili. Le tesi sostenute dai "nuovi storici israeliani" sono confrontate con quelle dei principali protagonisti della "vecchia storiografia israeliana". Il dibattito tra queste due correnti di pensiero ha fornito strumenti e materiali utili all'autore per sviluppare il messaggio principale del libro: l'impossibilità e l'inutilità di sostenere in maniera unilaterale le tesi di una sola delle due parti in lotta. Sono gli stessi fatti e documenti presentati nel testo a dimostrare che nella questione israelo-palestinese non esiste chi ha pienamente ragione e chi ha pieno torto.