Il volume ricostruisce la storia dei Cristiani per il socialismo (Cps) in Italia, dove il movimento - nato nel 1971 nel Cile di Allende - si costituisce nel settembre 1973, per iniziativa di cristiani di sinistra provenienti da Acli, Cisl, Comunità cristiane di base, gruppi e riviste della contestazione cattolica, chiese protestanti. L'intento generale dei Cps è trasformare la società in senso socialista e rinnovare la Chiesa in senso evangelico, quello contingente è rompere l'unità politica dei cattolici nella Dc e spostare a sinistra la militanza dei credenti. Il movimento - che coinvolge decine di migliaia di persone - attraversa i fondamentali eventi politici e sociali degli anni '70, fino al progressivo esaurimento all'inizio degli anni '80, per cause interne (conflittualità fra sinistra storica e nuova sinistra, contraddizioni fra fede e politica, crisi identitaria) ed esterne (riflusso della militanza politica, ricomposizione nel mondo cattolico, accelerata dalla prima fase del pontificato di Wojtyla).
Questo libro racconta - in un momento di cambiamento epocale - l'altra Chiesa, un vero e proprio "popolo di Dio in cammino", plurale e non allineato. Gruppi ed esperienze di base inseriti nel tessuto ecclesiale ma critici verso le posizioni del Vaticano e della Cei. Movimenti che hanno ereditato dal Concilio Vaticano II un punto di vista ribelle sulle questioni - per le gerarchie "non negoziabili", come la famiglia, il fine vita, l'orientamento sessuale, il ruolo delle donne e che chiedono alla Chiesa un profondo rinnovamento. Un compendio inedito di realtà "carsiche" - dalle Comunità di base agli omossessuali credenti, dai preti operai alle tante associazioni impegnate per la pace e la giustizia sociale - che scorrono nelle profondità della Chiesa cattolica. Scrive nell'intensa prefazione don Paolo Farinella, "prete dal cuore laico": "È tempo che 'l'altra Chiesa' (...) torni a sperare perché l'alba è cominciata e 'il Regno di Dio è dentro di voi' (Lc 10,9)". Per una Chiesa di tutti e dei poveri.
Si tratta di commenti al Vangelo della domenica affidati ad uomini e donne; credenti o non credenti (oppure cristiani non cattolici), laici o preti o religiosi che, per scelta, per condizione o per decreto si trovano a vivere la loro condizione di credenti "sulla strada", fuori da ogni protezione o benedizione del potere ecclesiastico. Riflessioni (non "prediche") poco clericali, quindi; ma forse proprio per questo profondamente evangeliche, condotte da credenti, ma anche da non credenti che hanno accolto l'invito di lasciarsi provocare dal dirompente messaggio di Gesù. Ad alternarsi un eterogeneo e autorevole gruppo di "omileti", significativo anche e soprattutto per un pubblico di lettori "laici", poco addentro alle questioni del "tempio", ma forse curiosi di leggere un commento al Vangelo sottratto al genere predicatorio, svestito del rassicurante ed asettico stile e del linguaggio "ecclesialese", che cerca di far risuonare la "grazia" dell'inquietudine, della domanda, dell'attesa, che evita "vapori" spiritualistici e languori "buonisti", che tenta di "affliggere i consolati" (come si proponeva don Tonino Bello) e di convertire i buoni.