L’«animazione cristiana delle realtà temporali», compito specifico del fedele laico, ha proprio sul versante politico un ambito ineludibile. Riflessioni autorevoli ed attualissime.
Per Giuseppe Lazzati la distinzione fra azione politica e attività apostolico-pastorale si pose con forza negli anni della militanza partitica e parlamentare (1946-53). Fondamentali in tal senso le riflessioni del 1947-48 in «Cronache sociali». Da allora egli non smise di approfondire il tema, a maggior ragione dopo il Concilio Vaticano II, che legittimava la sua posizione. Affermare, contro ogni commistione indebita, la specificità della politica significava riconoscerne la “giusta” autonomia. Sino alla fine, il cruccio di Lazzati era quello
di constatare in troppi cattolici un’inadeguata capacità di «pensare politicamente». Limite grave, perché l’«animazione cristiana delle realtà temporali», compito specifico del fedele laico, ha proprio sul versante politico, inteso come impegno per «costruire la città dell’uomo», un ambito ineludibile.
Il testo raccoglie i principali interventi del professore – oggi venerabile – sull’argomento, che resta di palpitante attualità.
Il testo classico del pensiero lazzatiano tenta di comprendere il significato, il valore e l’estensione del termine “politica”.
Nell’immagine del costruire la città dell’uomo a misura d’uomo egli coinvolge non solo i politici di professione, ma ogni cittadino e lo responsabilizza in rapporto al fine proprio della politica: l’individuazione e l’attuazione del bene comune.
Un'antologia che presenta gli scritti di Lazzati sull'educazione cristiana. Egli manifestò particolare carisma nell' "accompagnamento" vocazionale dei giovani ed operò presso l'Eremo di san Salvatore a Erba, in provincia di Como. Lazzati fu anche sensibile alla formazione del fedele laico e i testi qui raccolti sottolineano anche questa caratteristica della sua proposta educativa dal 1943 alla stagione post-conciliare.
La questione della laicità cristiana è stato certamente il problema cruciale della sensibilità, della ricerca e, in fondo, di tutte le fasi della vita di Giuseppe Lazzati: l’impegno nell’Azione Cattolica, l’esperienza della guerra e del lager nazista, la partecipazione all’Assemblea Costituente, gli anni da parlamentare, la stagione conciliare, gli anni da rettore dell’Università Cattolica,la riflessione sulla partecipazione dei laici credenti in politica. Per Lazzati, il laico credente deve essere portatore del significato e della rilevanza cristiana del suo impegno in tutti i campi della vita,anche in quello politico. Il tasto dolente è da lui identificato nella qualità della vita di fede e della coscienza cristiana diffusa. Per questo la necessità della formazione e dell’approfondimento percorre come un filo rosso il suo pensiero.
AUTORE
Giuseppe Lazzati (Milano, 1909-1986) si laurea presso l’Università Cattolica in Letteratura cristiana antica nel 1931. Fonda nel 1939 i Milites Christi (poi divenuto Istituto secolare Cristo Re).Nel 1943 viene internato nei lager nazisti,perché da ufficiale degli alpini rifiuta di optare per la Repubblica Sociale Italiana. Dal 1946-1948 è membro dell’Assemblea Costituente e poi deputato per la Dc dal 1948 al 1953.In questa fase condivide un sodalizio con Giuseppe Dossetti nel gruppo di Civitas Humana. Nel 1953 torna all’impegno universitario. Diviene professore ordinario nel 1958. Dal 1964 al 1967 è presidente della Giunta diocesana di Azione Cattolica. Dal 1968 al 1983 è rettore dell’Università Cattolica.In questo ruolo,assume un ruolo di guida per il mondo cattolico di ispirazione conciliare. Negli ultimi anni di vita rilancia l’idea di un ambito di riflessione sulla cultura politica dei cattolici, che nel 1985 diviene l’associazione Città dell’uomo.
Una selezione di pensieri e parole per evidenziare alcuni tratti caratteristici di Lazzati. La ricerca è stata orientata a trovare testi che potessero in sintesi evidenziare: ● la spiritualità profondamente cristiana fondativa del suo pensare e agire; ● l’essere un laico impegnato a tutto campo,nella Chiesa e nella politica:la sua pedagogia e la sua azione formativa erano estese all’intera società civile,affinché la collaborazione tra cristiani preparati e gli altri uomini di retta coscienza giungesse a realizzare la cosiddetta «città dell’uomo»; ● il suo seguire Cristo nella viadi un cristianesimo incarnato.
«Lazzati è sempre stato – ma in particolare negli ultimi anni della sua vita – un vigilante, una scolta, una sentinella: che anche nel buio della notte, quando sulla sua anima appassionata di grande amore per la comunità credente poteva calare l’angoscia, ne scrutava con speranza indefettibile la navigazione nel mare buio e livido della società italiana». (Giuseppe Dossetti)
AUTORE
Giuseppe Lazzati, nato a Milano il 22 giugno 1909, si laureò nel 1931 all’Università Cattolica,dove dal 1939 fu docente incaricato di letteratura cristiana antica. Dal 1934 al 1945 fu presidente della Gioventù cattolica (GIAC). Nel 1939 fondò il sodalizio «Milites Christi», che poi divenne l’Istituto secolare Cristo Re. Nel settembre 1943 fu deportato nei lager in Polonia e in Germania,da cui rientrò nell’agosto del 1945.G.Dossetti lo coinvolse nell’opera di ricostruzione della vita civile del Paese (in fase costituente e politica). Fu deputato della Democrazia cristiana nella fase costituente (1946-1948) e nella prima legislatura (1948-1953). Rientrato in Milano si dedicò alla formazione dei laici, ma il nuovo arcivescovo, G.B. Montini, lo incaricò della direzione del quotidiano cattolico L’Italia(1961-1964). Nel 1968, chiamato a sostituire E. Franceschini come rettore dell’Università Cattolica (dal 1957 era docente ordinario) vi rimase fino al 1983. Gli ultimi anni li dedicò a rilanciare un’idea alta della politica soprattutto con la fondazione dell’associazione «Città dell’uomo» (1984), contenuti già proposti con la «Civitas humana». Il 18 maggio 1986 morì all’età di settantasette anni.Nel 1991 l’Istituto secolare Cristo Re si fece promotore della causa di beatificazione,il cui processo diocesano si è concluso nel 1996 con il sostegno del cardinale C.M.Martini.
Giuseppe Lazzati si mette alla prova come giornalista commentatore de "Il Giorno", grande quotidiano nazionale, non clericale. Un ruolo per molti versi inedito e, da un certo punto di vista, azzardato per una persona che per buona parte della sua vita aveva svolto il mestiere di professore. L'ex rettore dell'Università Cattolica ci consegna una sequenza di articoli significativi su temi di grande attualità - raccolti per la prima volta in un volume - che hanno il pregio della chiarezza espositiva accompagnata da un altrettanto chiaro ordito dottrinale che orienta il lettore ben oltre la superficie degli eventi commentati, senza mai abbandonarlo nel dubbio di aver capito cosa voleva dire l'articolista.
Il volume raccoglie testi editi di Giuseppe Lazzati a suggerire un itinerario di riflessione e di ricerca sul tema della vocazione del fedele laico, il suo ruolo e responsabilità. Pensati soprattutto per un pubblico giovanile, questi contributi affrontano motivi e istanze fondamentali dell'esistenza cristiana. A partire da alcune pagine sul tema biblico-teologico del Regno di Dio, sulle principali vocazioni cristiane (matrimonio, sacerdozio, vita religiosa, consacrazione secolare), attraverso la preghiera e la spiritualità laicale, si delinea l'importanza dell'impegno educativo nella formazione di autentici laici cristiani. Compito primario, quest'ultimo, per la comunità ecclesiale, a cui Lazzati si dedicò con perseveranza e che costituì il nucleo centrale del suo appassionato magistero presso l'Eremo di S. Salvatore sopra Erba (Como).
Le articolate riflessioni di Giuseppe Lazzati sulla fedeltà alla testimonianza evangelica vissuta nel quotidiano e sulle ragioni dell'impegno politico dei fedeli laici si trasformano in ideali consegne per chi oggi intende contribuire alla realizzazione della "città dell'uomo a misura d'uomo".