In questo testo, sono raccolte le riflessioni di un infaticabile cultore e interprete della civiltà contadina, mosse dalla convinzione che la nostra attuale società (tutta mercantile, industriale, digitale, finanziaria) avrebbe grande vantaggio a non tagliare con il passato e cogliere invece la potenza profonda del mondo contadino, molto più complesso (e intelligente, capace cioè di comprendere) dei canoni e dei linguaggi interpretativi di oggi. Giuseppe Lisi ha concentrato anni di vita a raccogliere gli oggetti e a interpretare la mentalità di questo mondo alto e antico, interrogandosi sull'incidenza dei "resti" nel contesto dominante tecnologico. Anche in questo libro gli oggetti hanno una centralità (come "la forcella"), ma soprattutto un'importanza simbolica e culturale (come "il ponte"), o le misure numeriche e i "peli del tasso", passando per espressioni desuete come "fare le fiche", per concludere con un saggio su "la borsa dell'imprenditore".
Sul finire dell'Ottocento un difetto diventa una fortuna, di cui il lettore potrà seguire l'evoluzione, insieme alla storia dei Pipìn di Vignola, un rito contadino della Lunigiana che ha cambiato più volte forma nel tempo.
Un'acutissima analisi sul modo di conoscere e capire le cose, sulla ricchezza di emozioni e capacità di sentire" l'universo, tipica della conoscenza contadina, rispetto alla quale la conoscenza scientifica, nonostante i suoi successi, appare più povera. "
Il Dilettevole Gioco dell'Oca" nacque a Firenze alla fine del XVI secolo: la storia, le immagini, le regole e i pericoli dei primi tavolieri. "
Il libro è rivolto ai molti appassionati e studiosi della civiltà contadina e anche ai designer di oggetti perchè ne spiega la forza simbolica.
La cultura dell'analogia e la scomparsa del popolo contadino. Il libro documenta la perdita di una cultura che era di tutta l'umanità e che, pervenutaci dai millenni, ci era stata conservata fino alla scomparsa del popolo contadino.
I saggi raccolti in questo volume vogliono essere un ideale omaggio all'opera di Nicola Lisi (1893-1975), uno degli scrittori che segnarono la fortunata stagione fiorentina del primo dopoguerra. Insieme a Giuliotti, Papini, Bargellini e Betocchi, Lisi si fece promotore di un movimento letterario di ispirazione cattolica, nutrito di richiami alla tradizione contadina con incursioni nel fiabesco.