Gli psicologi clinici - come gli altri operatori della salute mentale - in presenza dei molteplici disturbi che vengono proposti alla loro attenzione, devono frequentemente prendere decisioni negli ambiti della valutazione diagnostica, dell'intervento terapeutico, della riabilitazione, della prevenzione. L'esperienza pregressa, la formazione professionale e i risultati proposti dalle ricerche rappresentate in letteratura costituiscono le risorse alle quali attingere per effettuare, di volta in volta, il ragionamento clinico che si tradurrà nella decisione auspicabilmente più corretta ed efficace al servizio del paziente. Se l'esperienza e la formazione rappresentano in genere solidi punti di riferimento ai quali lo psicologo può ricorrere in modo pressoché automatico, non è sempre così per i dati desumibili dalla letteratura, a volte contraddittori, di difficile interpretazione, oppure espressi con una terminologia che può essere poco familiare a molti operatori. Questi ultimi, d'altra parte, sono spesso restii a misurarsi con la possibilità di condurre ricerche che utilizzino metodologie di raccolta e di analisi dei dati più prossime alle loro competenze e ai loro interessi. In questo modo, il divario fra clinici e ricercatori si approfondisce sempre più, a svantaggio sia dei primi che dei secondi. Questo volume si propone un duplice obiettivo: descrivere - anche attraverso la proposta di numerose situazioni esemplificative - le strategie di ricerca che possono essere messe in pratica dagli psicologi clinici che vogliano utilizzare quello straordinario laboratorio naturale che è la loro attività quotidiana, per verificarne empiricamente i risultati e comunicarli alla comunità professionale. Inoltre, suggerire alcuni criteri fondamentali che consentano di orientarsi fra i moltissimi contributi di ricerca proposti dalla letteratura, per scegliere i risultati più affidabili.
Superando la tradizionale visione individualistica, il volume propone una lettura della sofferenza psichica come fenomeno relazionale, non riducibile solo al funzionamento del singolo individuo ma come evento che acquista significato entro la rete di relazioni in cui il soggetto è inserito. Questa differente lettura della patologia psichica implica l'elaborazione di metodi di cura che prevedano la relazione molteplice tra individui come strumento di cambiamento. Compito del curante è dunque quello di predisporre progetti terapeutici capaci di includere le reti relazionali significative del paziente, come la famiglia, i gruppi, i contesti di appartenenza.
QUESTO VOLUME RAPPRESENTA IL PROSEGUIMENTO E LA REVISIONE DEL LAVORO DI SISTEMATIZZAIZONE SCIENTIFICA SUL LAVORO CLINICO CON I GRUPPI E SULLA LORO VALENZA TERAPEUTICA NEI SERVIZI SOCIO PSICHIATRICI E CLINICO SOCIALI. UNA NUOVA PUBBLICAZIONE DEL TESTO ATTRAVERSO IL CERCHIO. LAVORARE CON I GRUPPI NEL SERVIZIO PUBBLICO." QUESTO NU OVO TESTO E`AL CONTEMPO UNA EDIZIONE RIVEDUTA DEL PRECEDENTE VOLUME ED UN LAVORO NUOVO ED ORIGINALE. IL RISULTATO DI QUESTO LAVORO OFFRE UN QUADRO AGGIORNATO SULLE ESPERIENZE DEL LAVORO DI CURA CON I GRUPPI CHE IN QUESTI ANNI SONO STATE COMPIUTE NELLE REALTA ISTITUZIONA"