La semiotica si è tradizionalmente occupata di segni e, in particolar modo, di segni verbali (testi letterari innanzi tutto). Col passare degli anni ha poi ampliato il suo interesse anche verso i linguaggi non verbali (pittura, musica, danza), fino ad arrivare ai linguaggi mediatici di oggi: tv, cinema, nuovi media. Man mano che il campo semiotico si è allargato, l'attenzione si è progressivamente spostata dai segni ai testi, fino alla cultura in senso lato ed è proprio sulla cultura che oggi molta semiotica riflette. Si è infatti imposta la consapevolezza che non solo ogni fenomeno di senso va compreso sullo sfondo del suo tessuto culturale globale, ma - anche a seguito del multiculturalismo della nostra società - ci si è progressivamente resi conto di quanto ogni cultura sia un universo di senso a sé, con i suoi codici, le sue regole, i suoi testi fondativi, i suoi riti, e come tale sia più o meno disponibile alla traduzione e al dialogo.
C'è una dimensione nella multiforme attività intellettuale di Umberto Eco che corre, come un filo rosso, lungo oltre quarant'anni: il suo sguardo semiotico. Con questo sguardo Eco osserva e commenta la realtà sociale, politica e mediatica che lo circonda; si confronta con la storia della filosofia (antica e moderna); accosta opere letterarie e artistiche; discute le più recenti teorie cognitive. Di tale sguardo questo libro vuole rendere conto, provando ad attraversare i vari ambiti cui Eco si è interessato con l'aiuto di alcuni termini-chiave: estetica, interpretazione, teoria del segno, percezione, cultura. Ne esce un profilo intellettuale complesso e sfaccettato, l'evoluzione e l'interna coesione di un pensiero che non si è mai stancato di guardare al mondo come rete di segni, "opera aperta" in continuo cantiere, labirinto in cui i significati si traducono, condizionano e aggiustano tra loro, in un lavoro incessante di produzione di Senso, che è per l'uomo sfida e tesoro.
Nel sistema complesso dei media di oggi, l'identità dei quotidiani italiani è gradualmente cambiata. I giornali non sono più la fonte delle notizie, ma l'occasione per il loro commento; hanno rinunciato al sogno di un'informazione neutra per presentare, invece, forme sempre più diversificate di sapere, racconti, passioni. Ma cosa rende un articolo credibile? E perché certi giornali sembrano più oggettivi di altri? Come succede di sentirsi partecipi delle emozioni degli eventi che leggiamo? Per la semiotica si tratta di effetti di senso, giochi di simulacri e costruzioni narrative, risultato di precise strategie discorsive che non restituiscono la realtà ma costruiscono impressioni di realtà. È di quelle strategie che questo libro si occupa.