Per secoli il concetto di sorveglianza è stato legato a idee come la tutela dell'ordine, la garanzia del corretto funzionamento sociale, l'intelligence e la difesa dello Stato o, nelle sue versioni distorte, l'uso coercitivo del potere. In anni recenti abbiamo scoperto invece come, nell'era dell'iperconnessione, la sorveglianza sia diventata l'elemento chiave del nuovo ordine economico imposto dalle grandi multinazionali del web che, osservando i nostri comportamenti e indirizzandoli a nostra insaputa, hanno accumulato enormi quantità di ricchezza e potere. Secondo David Lyon quello che sta accadendo all'interno della nostra società è persino più inquietante: non c'è più bisogno di un "Grande Fratello" che ci sorvegli e punisca all'occorrenza, visto che siamo noi stessi ad alimentare il sistema in cui viviamo, forse perché riteniamo di non aver niente da nascondere, o semplicemente perché, accettando la logica della sorveglianza, ne traiamo beneficio: ciò accade ogni volta che ci osserviamo a vicenda sui social network, o quando proteggiamo la nostra proprietà, o quando semplicemente teniamo sotto controllo i nostri figli o monitoriamo il traffico. La cultura della sorveglianza è quella in cui tutti siamo immersi e alla quale tutti contribuiamo: un luogo da incubo, se lasceremo prevalere chi ne fa un uso senza scrupoli, o quello in cui costruire, grazie a politiche e comportamenti etici e condivisi, un futuro più equo e trasparente. Introduzione di Gabriele Balbi e Philip Di Salvo.
La sorveglianza è una dimensione chiave del nostro mondo: siamo costantemente controllati, messi alla prova, valutati, giudicati nei più piccoli dettagli della vita quotidiana. E il paradosso è che siamo proprio noi - i sorvegliati - a fornire il più grande volume di informazioni personali, caricando contenuti sui social network, usando la nostra carta di credito, facendo acquisti e ricerche on line. Questo perché il bisogno di salvaguardare la nostra solitudine ha ceduto il posto alla speranza di non essere mai più soli e la gioia di essere notati ha avuto la meglio sulla paura di essere scoperti e incasellati. "Oggi i professionisti del controllo sono molto diversi dai sorveglianti vecchio stile che vigilavano sulla monotonia di una routine vincolante. Piuttosto, si dedicano a dare la caccia agli schemi estremamente volatili dei desideri e dei comportamenti ispirati da quei desideri." La collaborazione volontaria, anzi entusiastica, dei manipolati è la loro grande risorsa. Zygmunt Bauman e David Lyon si confrontano con un tema che ogni giorno di più acquista potere sulle nostre vite: cosa significa essere osservati e di continuo osservare e con quali conseguenze politiche e morali.
La sorveglianza è una dimensione chiave del nostro mondo: siamo costantemente controllati, messi alla prova, valutati, giudicati nei più piccoli dettagli della vita quotidiana. E il paradosso è che siamo proprio noi - i sorvegliati - a fornire il più grande volume di informazioni personali, caricando contenuti sui social network, usando la nostra carta di credito, facendo acquisti e ricerche on line. Questo perché il bisogno di salvaguardare la nostra solitudine ha ceduto il posto alla speranza di non essere mai più soli e la gioia di essere notati ha avuto la meglio sulla paura di essere scoperti e incasellati. "Oggi i professionisti del controllo sono molto diversi dai sorveglianti vecchio stile che vigilavano sulla monotonia di una routine vincolante. Piuttosto, si dedicano a dare la caccia agli schemi estremamente volatili dei desideri e dei comportamenti ispirati da quei desideri." La collaborazione volontaria, anzi entusiastica, dei manipolati è la loro grande risorsa. Zygmunt Bauman e David Lyon si confrontano con un tema che ogni giorno di più acquista potere sulle nostre vite: cosa significa essere osservati e di continuo osservare e con quali conseguenze politiche e morali.
La sorveglianza è ormai una categoria sociale. La diffusione della pratica di raccolta dei dati personali e del loro stoccaggio in banche dati sempre più capillari consente, secondo l'autore, ai governi e alle industrie che ne richiedano l'accesso un monitoraggio di intere categorie di lavoratori e cittadini. Dall'invasione della privacy, già denunciata in "L'occhio elettronico. Privacy e filosofia della sorveglianza", si è oggi arrivati secondo Lyon alle soglie di una vera e propria "gabbia elettronica" che ci imprigiona dalla culla alla tomba. Con una prefazione di Stefano Rodotà.