Entendemos que, la clave antropológica de la afectividad se halla en la estrecha relación que las emociones tienen con la vida auténtica. Dicho vínculo se ve con claridad cuando se indaga el porqué de los millones de ejemplares vendidos de la obra de Susana Tamaro, Donde el corazón te lleve.
El ser humano tiene, para Tamaro, una luz para buscar y encontrar el sentido de la vida: el anhelo de la alegría que todos hemos experimentado en la infancia, cuando la educación todavía no había transformado lo que somos en algo distinto, en un ser anónimo que poco a poco se aleja del centro de su yo. El modo de llegar a este yo escondido no es el propugnado por el psicoanálisis, que, como otros métodos educativos, supone una imposición externa; tampoco es el del seguimiento de la razón, la cual conduce a imitar modelos de comportamiento y a realizar juicios morales despersonalizados.
Sólo el corazón, o la espontaneidad afectiva, es el camino inmediato para volver al yo. Pero para escuchar la voz del corazón, además de librarse de lo impersonal se necesita eliminar dos sentimientos, siempre al acecho: la prisa, contraria al silencio interior, y el miedo a ser uno mismo.
Antonio Malo, doctor en Filosofía por la Universidad Pontificia de la Santa Cruz. Fue profesor de la Universidad de Navarra, y redactor de la Revista Internacional "Acta Philosophica". Autor de varios libros, actualmente es profesor de Antropología Filosófica y Psicología de la Universidad Pontificia de la Santa Cruz
L'Autore traccia una storia filosofica dell'identità in tre tappe fondamentali: la visione dell'identità come corporeità razionale, la visione moderna dell'identità come autocoscienza, e la visione post-moderna del rifiuto dell'identità e della sua sostituzione con le differenze. Il saggio vuole descrivere il rapporto fra identità" e "relazione", apparentemente così lontane le une dalle altre, perchè - e questa è la tesi centrale - l'origine ed il destino della libertà umana si trova nella relazione con altre persone."
Il testo vuole essere un manuale di introduzione alla psicologia umanista ed è frutto della mia esperienza d'insegnamento a persone che, per la prima volta, affrontavano questioni di psicologia.
La scelta degli argomenti e la struttura del corso è in funzione prettamente pedagogica. Ho, perciò, preferito ridurre al minimo le informazioni sulle diverse scuole psicologiche, inquadrando i diversi temi secondo una prospettiva umanistica.
Perché il lettore possa avere una visione di insieme della psicologia degli ultimi due secoli, nella prima parte del manuale vengono date alcune informazioni che ritengo necessarie per comprendere le principali questioni della psicologia ed i metodi utilizzati per risolverli. Oltre alle imprescindibili informazioni sulle principali scuole psicologiche, ho cercato di mettere in rilievo i presupposti teoretici, psicologici ed antropologici, sì da aiutare il lettore a cogliere la rilevanza ed i limiti degli apporti dei vari autori.
Per motivi di chiarezza ho diviso la materia in tre parti: nella prima propongo un'analisi critica delle principali teorie psicologiche; nella seconda esamino gli aspetti teoretici e pratici che fanno della psicologia una scienza, e del rapporto con le altre discipline, in particolare con l'antropologia; nella terza parte analizzo ciò che ho chiamato struttura della personalità: i livelli, la loro tensione ed integrazione. Concludo, evidenziando alcune caratteristiche della personalità matura.
Partendo dall'analisi storica dei due paradigmi dell'azione, aristotelico e cartesiano, e del loro influsso su alcuni filosofi della modernità e postmodernità, l'autore di questo saggio scopre il ruolo che alcune tesi del paradigma moderno dell'azione, come la riduzione dell'agire a pura produzione, hanno assunto sull'attuale modo di concepire la persona e i rapporti interpersonali. Nel proporre un terzo paradigma dell'azione, quello cioè della comunicazione di perfezione, l'autore cerca delle soluzioni ai paradossi e alle contraddizioni della nostra civiltà tecnologica.
L'analisi fenomenologica della complessità e della specificità del mondo affettivo umano e del suo influsso sull'agire della persona guida l'autore di questo saggio ad una conclusione ponderata: il rapporto fra sentimento e razionalità non solo possiede una necessità ontica, ma è necessario anche a livello esistenziale, in cui la persona raggiunge un maggior o minor grado di unità attraverso le sue scelte e le sue azioni.