Cambiare política, nell'Italia attuale, è possibile e urgente. Ma non sarà possibile farlo se non cambiando la politica come tale, cioè il modo in cui viene concepita e praticata. Questo libro propone una diagnosi delle cause della crisi di civiltà che investe la vita pubblica, ma soprattutto indica una via di rigenerazione della convivenza democratica. Tale via si chiarisce nella delineazione del metodo adatto a generare un'altra politica.
Roberto Mancini è professore ordinario di Filosofia teoretica all'Università di Macerata. I suoi libri più recenti sono L'interpretazione come servizio. Modelli di ermeneutica nel pensiero contemporaneo (Il Pozzo di Giacobbe), Idee eretiche. Per un'economia della cura, delle relazioni e del bene comune (Edizioni Altreconomie).
Un sapiente contributo alla rinascita
della cultura della speranza
Nel nostro paese la cultura della speranza sembra soccombere, vinta da un impasto di scoramento, depressione e cinismo che non risparmia neppure i cristiani. Occorre allora tornare a chiedersi di che cosa sia fatta la speranza, quale sia il suo fondamento. Attraverso riflessioni brevi e puntuali, l’autore mostra che la speranza è nutrita dalla nostalgia per la felicità: nostalgia che, preservata dal degenerare in angoscia, può divenire desiderio di vita vera e responsabilità verso il bene degli altri. Si spera, infatti, per gli altri: perché altri ci hanno insegnato a farlo e sono ragione di speranza per noi; perché altri contano su di noi e siamo responsabili del loro destino; perché la speranza genuina non si inventa, ma è la risposta a un invito che viene da un Altro.
Roberto Mancini (Macerata 1958), docente di filosofia teoretica all’Università di Macerata, è autore di numerosi saggi su tematiche fondamentali dell’esistenza umana quali l’ascolto, la pace, il bene e la libertà. Presso le nostre edizioni ha pubblicato Il silenzio, via verso la vita (2002), L’uomo e la comunità (2004) e L’umanità promessa (2009).
Questo libro vuole contribuire a chiarire la natura della conoscenza come interpretazione e la natura dell’interpretazione stessa come servizio reso alla verità e alla vita, agli altri e a se stessi. Ascoltando la lezione di autori quali Theodor Adorno, María Zambrano, Raimon Panikkar ed Emmanuel Levinas, si giunge a riconoscere che la sapienza ermeneutica, essenziale in tutti i campi della conoscenza e non solo in filosofia, costituisce un efficace antidoto sia al fanatismo che allo scetticismo. Le diverse vie lungo le quali l’approccio ermeneutico coltiva la conoscenza convergono nel comprendere che la verità è amore. Un amore sconosciuto e fondante per ogni vita e per la storia. L’interpretazione svolge il suo servizio se ascolta, decifra e segue l’invito di questo amore. Nella filosofia o nella teologia, nell’esegesi o nella storiografia, nelle scienze umane o in quelle naturali, nell’arte come nell’esercizio quotidiano della ragione, quanti non riducono il sapere a potere, ma vivono la conoscenza come servizio per la vita vera e comune, troveranno in questo testo motivi per una riflessione feconda.
Una risposta all'esigenza di tornare a pensare lo statuto e il profilo della società. La convivenza di tutti è possibile e onorata come il primo dei nbeni comuni?
C’è un sogno di Gesù
che ci porta a volare oltre la paura:
è la parola delle beatitudini,
prefigurazione dell’umanità promessa
Oggi, come sempre nel corso della storia, è importante che ogni essere umano si interroghi sul tempo presente, per giungere a una visione lucida della realtà e a un’azione responsabile. Riflettendo sull’uomo come destinatario e co-soggetto di una promessa che contiene il senso del nostro vivere e che attraverso una parola dà inizio a una storia, l’autore esamina la differenza tra la promessa di unità e di progresso offerta oggi dal modello della globalizzazione e la promessa di compimento e di salvezza che è al centro del cristianesimo. Promessa, quest’ultima, ben delineata nelle beatitudini, “sogno” di Gesù che proviene dalla radice stessa della sua umanità e che è rivolto alla libertà di ogni uomo.
Roberto Mancini (Macerata 1958), docente di filosofia teoretica all’Università di Macerata, è autore di numerosi saggi su tematiche fondamentali dell’esistenza umana quali l’ascolto, la pace, il bene e la libertà. Presso le nostre edizioni ha pubblicato Il silenzio, via verso la vita e L’uomo e la comunità.
Come è possibile desiderare il futuro, piuttosto che temerlo? Può questo desiderio divenire speranza, una speranza così grande da accomunare l'umanità intera? E che rapporto ha, con questo orizzonte di desiderio e di attesa, la specifica speranza insita nella fede cristiana? C'è un desiderio onesto di futuro che sogni e prepari un bene comune e definitivo? In queste pagine vorrei provare a rispondere a tali questioni. Propongo la mia riflessione qui per un'esigenza di verità e anche per un sentimento di protesta contro un presente ingiusto e ingannevole.
Vita di coppia, famiglia, scuola, dialettica tra le generazioni: le valenze, la portata, le implicazioni educative. Quando si pensa ai temi della coppia, della famiglia, della scuola, della relazione con i giovani, ci si accorge del fatto che questi nuclei delle relazioni interpersonali quotidiane sono accomunati da una stessa crisi, che grava sulla condizione complessiva della societa'. Spesso l'unica reazione alla crisi e' quella dello scontro ideologico, la contrapposizione tra clericali e anticlericali. Questo libro vuole andare contro l'ideologia e partire dalla domanda sul significato e sul valore delle relazioni affettive, educative e familiari. Esse vanno ripensate entro un orizzonte unitario di senso che illumini una logica di risposta e di rigenerazione delle forme della convivenza. Il filo conduttore del libro e' dato dalla logica della buona reciprocita', cioe' da un modo di stare insieme nel quale ciascuno arriva a condividere cio' che e', il proprio modo d'essere, di sentire e di pensare, imparando nel contempo ad avere cura della relazione.
Un viaggio nella cultura dell'agire politico nonviolento. L'universalita della pace come metodo d'azione e come modo di esistere. Questo libro presenta i percorsi filosofici di Mohandas Gandhi, Aldo Capitini e Emmanuel Levinas, tre fonti fondamentali per capire e vivere l'amore politico nonviolento. L'ipotesi che guida il volume, punta a mostrare come l'amore interpersonale possa e debba essere dilatato in forme collettive. L'autore evidenzia che la vicenda della nonviolenza vale per noi come una parabola, come un racconto che ci riguarda direttamente. Infatti non possiamo eludere la scelta tra queste possibilita: assecondare e alimentare la distruttivita che grava sulla condizione umana; consegnarsi all'illusione di chi si astiene dall'agire giudicando tutto con cinismo; o seguire la via della nonviolenza come un cammino di pace nella storia. Il volume esplora e propone le ragioni di questa terza via.
Il silenzio a volte incute timore, altre volte suscita attesa e desiderio. Tutti, ad ogni modo, siamo destinati a incontrarlo. Pagina dopo pagina, l’autore ci guida attraverso il mistero dell’incontro con l’evento del silenzio, conducendoci a comprendere come vi sia un silenzio che dischiude le porte ai nostri desideri più profondi, che ci insegna a pensare alle cose della vita, ad affrontare le scelte importanti in maniera ponderata e responsabile. Al di là di queste profondità che il silenzio rende possibili nelle nostre esistenze, trapela allora un significato ultimo del silenzio che, da sospensione della vita o richiamo della morte, diventa soglia verso l’emergere del bene, grembo in cui rinascere a una vita più degna di questo nome, perché dotata di senso.
Roberto Mancini (Macerata 1958), docente di ermeneutica filosofica all’Università di Macerata, è autore di numerosi saggi in cui riesce a coniugare il rigore del ricercatore con la passione e il coinvolgimento del credente.