Ancora oggi le "Osservazioni sulla morale cattolica" sono un libro rimosso, l'opera più segreta di Alessandro Manzoni. Scritte per anni, tra il 1819 e il 1855, a commento del pensiero del ginevrino Simonde de Sismondi, che imputava alla Chiesa cattolica la corruzione morale e politica italiana, tracciano con forza l'originalità di una morale potente, contraria ai luoghi comuni e al moralismo razionalistico del pensiero laico. L'ampio commento di Arnaldo Colasanti restituisce alle Osservazioni lo status di novità filosofica assoluta per il dibattito europeo dell'Ottocento. Le domande vere di Manzoni sono le stesse che emergono negli anni del Risorgimento: che Italia vogliamo? Quali sono i diritti e i doveri di una comunità che, per la prima volta, si ritrova unita in una nazione? Infine, può il cattolicesimo risultare un'energia trainante, oltre la consueta, stucchevole querelle che l'accusa d'essere una forza moderata, anzi anti-progressista?
Nell'estate del 1630, a Milano, il caldo e le disastrose condizioni igieniche infiammano una violenta epidemia di peste capace di uccidere più di cento persone al giorno. In quel periodo due donne riferiscono di aver notato un uomo aggirarsi sotto la pioggia e ungere le mura delle case con una strana sostanza probabilmente in grado di diffondere il morbo. Da qui parte la storia del processo agli "untori" e la furiosa ricerca di colpevoli da parte dei magistrati, spinti dalla popolazione imbestialita a scelte arbitrarie. La vicenda che Manzoni ripercorre a oltre due secoli di distanza solleva pesanti interrogativi morali sul trattamento degli accusati, sulla pena di morte e sull'interazione tra passioni collettive ed esistenze individuali.
Scritte su incitamento di Luigi Tosi per rispondere alla" Storia delle repubbliche italiane del Medio Evo" di Simonde de Sismondi le "Osservazioni sulla morale cattolica" difendono la verità e la razionalità del Cattolicesimo negando che esso sia stato in qualche modo causa della decadenza morale e politica dell'Italia moderna. A distanza di quasi due secoli le "Osservazioni" mantengono ancora intatta la loro attualità, infatti l'idea per cui la morale cattolica possa essere un "nemico" della vita sociale, civile e democratica non è completamente sopita, così come il pregiudizio per cui l'arretratezza dell'Italia in molti ambiti sia determinata dalla presenza del Vaticano e dall'influenza della storia cattolica nel Paese. Questa edizione è arricchita dalla Prefazione di Umberto Colombo, da un ampio apparato di note, che comprende le annotazioni originali di Manzoni e soprattutto da una lunga e approfondita Postfazione di Franco Nembrini che con il solito acume e profondità affronta i temi e l'attualità delle "Osservazioni".
I Promessi Sposi è il romanzo per eccellenza nella tradizione letteraria italiana e una delle opere più importanti nella storia della letteratura europea. Questa edizione integrale, che vede in apertura un commento destinato al largo pubblico, vuol essere un ulteriore contributo alla conoscenza del capolavoro manzoniano, così come le illustrazioni di Nino e Silvio Gregori che lo accompagnano rappresentano con efficacia e dinamismo narrativo le scene, i personaggi e le situazioni memorabili del romanzo. Giuliano Vigini, nel redigere il commento, ha posto particolare attenzione alla visione religiosa di Manzoni e alla prospettiva dottrinale e morale cattolica che assunse al termine del suo travaglio interiore e del suo approdo alla fede.
Chi se non Paolo Poli poteva calarsi nei panni di Don Abbondio e della Monaca di Monza, dando una voce inconfondibile a ciascuno dei memorabili personaggi manzoniani e tirandoci dentro nelle vicende umane e storiche del grande romanzo? Il libro di tutti e per tutti, in una lettura che è un vero spettacolo!
“Si addice a un testo della letteratura, tanto venerabile quanto sfortunato – in amore di moderni e giovani lettori – e per di più gravato, reso distante, da un troppo di ossequio religioso e dai commenti accumulati, come I Promessi Sposi, un disegno che si provi a darne oggi, secolo XXI, illustrandolo, un’idea efficace? Questa, di Federico Maggioni, è certamente una grandiosa lotta di Giacobbe dell’arte di disegnare – e il Libro, come la Sainte Victoire e il monte Fugi, è là. E ad Alessandro un’illustrazione interpretante, estravagante e genialmente forzatrice (di cui avrebbe ambiguamente sorriso) come questa non soltanto si addice: gli urge, ne va cavalcato, gli è riossigenatura necessaria. Perseguendo un suo proprio sogno, Maggioni ci dà una interpretazone di rottura col déjà vu promessosposista che tira a trattenere il libro in un xix dai cancelli incurabili. Per riaccenderlo spegnendo i vecchi ceri, Maggioni stravolge Manzoni con accentuazioni e pressioni incessanti del segno: l’ironia librata e il tacito straniamento dello stile manzoniano, ben noti a chi lo ama, faticano a riconoscersi tali – ma intanto il nuovo (sperabile) lettore è costretto a riappropriarsi del testo, sotto il filtro ipnotico delle figure.” Dalla Prefazione di Guido Ceronetti.
Letti, studiati, amati o detestati, I promessi sposi sono il romanzo simbolo del nostro Paese. Scritto in una lingua nuova, viva, capace di dar voce ai signori come alla gente del popolo, di raccontare guerre, amori e pestilenze senza artificio né retorica, il capolavoro manzoniano tocca i temi cruciali per la nascita dell'Italia moderna - dalla formazione di un carattere nazionale sotto le dominazioni straniere all'intreccio dei valori religiosi e civili nella coscienza collettiva. Oggi che Lucia, Renzo e tutti gli indimenticabili personaggi che animano il romanzo sono riconosciuti come patrimonio culturale iscritto nel nostro DNA di nazione, l'opera di Manzoni merita di essere finalmente letta con occhi nuovi, al di fuori di stereotipi e categorie. In questa edizione di pregio il testo è arricchito dalle illustrazioni di Francesco Gonin & Co., che scandiscono, secondo precisa regia manzoniana, l'edizione definitiva del romanzo.
Renzo e Lucia, don Abbondio e padre Cristoforo, don Rodrigo e l'Innominato, la tragica figura della monaca di Monza: uno stuolo di personaggi straordinariamente vivi nel nostro immaginario, una storia che ha appassionato generazioni di lettori e ancora oggi è tra le letture più popolari. Ricchissimo affresco storico del XVII secolo e insieme romanzo avvincente, in cui si fondono ironia e compassione per le debolezze e le sofferenze dell'umanità, immagini poetiche e una straordinaria capacità di ritrarre anche il più minimo dettaglio della realtà. Un capolavoro della nostra letteratura in un'edizione arricchita da un corredo di note e da un glossario dei personaggi.
La storia nota di un curato di campagna pauroso e vile che, minacciato dai bravi, si rifiuta di sposare due giovani, è il capolavoro della letteratura italiana dell'Ottocento. Manzoni trova la forma e la lingua perfette solo alla terza edizione, a cui aggiunge Storia della colonna infame: ideale conclusione del romanzo, racconta il processo contro due presunti untori, ulteriore esempio di oppressione dei potenti nei confronti degli umili. I promessi sposi sono, in questo senso, affresco e sintesi della società italiana di ogni tempo: la prepotenza di don Rodrigo, l'ingenuità di Renzo, l'innocenza di Lucia, il coraggio di padre Cristoforo... Ma soprattutto la vigliaccheria di don Abbondio, un brav'uomo che fa quel che deve; ma a fare di piú, se c'è da mettersi in mezzo, proprio non ci sta. Studiati, parodiati, usati come modello, I promessi sposi raccontano un'Italia che non è cambiata mai.