Quando si è buone madri? E quando buone figlie? E se non si è per niente madri, si può essere buone donne? Le storie parallele di Dacia Maraini e Silvia Vegetti Finzi, l'una portata via dall'Italia e ultra protetta dalla madre mentre è in corso nel Paese la dittatura fascista, l'altra invece abbandonata dalla mamma e dal papà in fuga dallo stesso regime. E i racconti di Anna Salvo, le cui pazienti sul lettino continuano a mettere al primo posto il loro rapporto con la madre. Il libro raccoglie il dibattito che si è svolto sul tema nel corso di una manifestazione intitolata "I dialoghi di Trani", organizzata dall'Associazione Maria del Porto e dai Presidi del libro.
Un libro che è una testimonianza d'amore per la lettura e lo scrivere da parte di una grande autrice. In questo libro nato dalla trasmissione televisiva "Io scrivo, tu scrivi", la Maraini ci conduce con leggerezza lungo i percorsi della scrittura. Ma non solo: oltre a analizzare i segreti dello scrivere, fa parlare autori come Isabel Allende, Andrea Camilleri, Maria Corti, Rosetta Loy, Mario Luzi, Elisabetta Rasy, Claudio Magris, chiamati a discutere sulla propria e altrui scrittura.
Da un luogo dove si è volontariamente ritirata, una donna scrive a un'altra donna lettere che forse non arriveranno mai a destinazione o non saranno neppure spedite, nelle quali racconta se stessa, l'amore per il padre, le tentazioni d'incesto con la madre, gli amori segreti, la vita di collegio, i sogni e gli incubi, le tristi esperienze d'amore, se stessa.
Cos'è il buio per un bambino se non l'immagine dell'altro che si insinua nel suo sguardo infantile quando la fiducia si trasforma drammaticamente in timore e paura? Cos'è il buio se non l'afasia di un corpo ancora non sviluppato nel momento in cui esso incontra quel qualcosa di incomprensibile e misterioso che costituisce il comportamento sessuale dell'adulto? E' possibile cancellare questo buio senza uccidere il bambino che è in ciascuno di noi? Dodici storie che raccontano della violenza sull'infanzia e sull'adolescenza.
Viene riproposto un romanzo in cui Dacia Maraini è riuscita a rappresentare non solo l'ansia di riscatto di una donna, ma anche le tensioni sociali e le rivolte dei giovani. Un ritorno in una Sicilia disgregata moralmente, l'incontro con un gruppo di giovani extraparlamentari, la lotta politica e di classe come mezzo di impegni per gli altri e di autorealizzazione personale.