È Natale! Quando arriva il 25 dicembre, ci fermiamo a riflettere. Immaginiamo quel Bimbo nato a Betlemme e pensiamo alle tante persone incontrate durante l'anno. Alcune sono rimaste impresse nella nostra memoria, e a loro dedichiamo questo testo: all'adolescente visto uscire da scuola, al giovane appoggiato a un lampione in piazza, all'adulto in fila per il giornale, alla ragazza elegante sotto i portici, al giovane in tuta che va in palestra; all'anziano al bar in compagnia di un'amica, alla persona di mezza età che elemosina, a chi è sempre di fretta, a chi osserva una vetrina. A chi sente le parole: fede, chiesa, sacramenti, Vangelo, preti, come cose superate, diciamo di non preoccuparsi di ciò che sente e prova; di avere il coraggio di non buttarlo via subito. Per noi, Natale è un momento propizio! Non è mai scontato. Natale è ricerca, stupore, sorpresa, luce che irrompe nelle tenebre, mistero che eccede sempre. Vorremmo accostarci al Natale in compagnia di Maria, Giuseppe e i Pastori. A Natale, l'importante è rimanere con gli occhi aperti!
Il presente lavoro è una ampia e circostanziata riflessione sulla proposta della bioetica globale di papa Francesco. L'autore, richiamando le sottolineature della visione morale di Francesco, considera possibile individuare gli ambiti che delineano il tratto olistico della vita di cui si occupa la bioetica: considerare la vita umana nella sua più vera e completa realtà. La vita che è in gioco è quella della persona, la quale è chiamata a compiere il bene affinché la sua esistenza sia realmente bella e buona. Secondo l'autore, la prospettiva morale di papa Francesco e la sua proposta di una "bioetica globale" sono lo spazio vitale perché rispetto e cura siano i due verbi che ogni uomo e ogni donna devono coniugare perché si possa realmente vedere nella realtà vivente umano-ambientale lo splendore del Creatore. Se la bioetica possiede il tratto della globalità è perché in gioco non è solo ogni persona ma tutta la vita della stessa nella sua totalità. E in questo itinerario di pensiero e di azione tutti siamo coinvolti.
Il presente volume ci aiuta a tornare sulla domanda decisiva: "Che cosa ho fatto del tempo che Dio mi ha dato?". Scopriremo che ne abbiamo perduto molto e che, soprattutto, molto spesso non lo abbiamo usato bene. Don Mariani ci fa guardare avanti, per non ripetere errori in cui già siamo caduti, accompagnandoci per mano a dedicare almeno 15 minuti alla settimana alla riflessione su alcuni grandi temi della vita. Farlo con stile sapienziale consentirà di compiere una piccola sosta settimanale, capace di riportarci all'essenziale di ogni nostra giornata. Sarà, allora, più facile evitare il doloroso rammarico di cui scrive Giuseppe Pontiggia nel suo libro "La grande sera": "Il rammarico per il tempo che non vi aveva dedicato era mitigato dal presentimento che non sarebbe stato sufficiente. E il coraggio di ammetterlo non capiva se era una conquista o una resa. Doveva morire tra poco e ancora non sapeva l'essenziale".
Riflettere sul linguaggio del corpo e, dello sguardo in particolare, non è semplicemente una riflessione squisitamente antropologica ma anche un importante riflettere etico. In altri termini, grazie a quello che avviene mediante la dinamica degli occhi è possibile individuare e tratteggiare quella dimensione morale mediante la quale il soggetto umano non solo comunica e si relaziona, ma può rivelare la fecondità della sua vita in quanto bella e buona. Guardare negli occhi non è, quindi, un semplice vedere epidermico e superficiale. Sostenere lo sguardo è qualcosa di profondamente umano e significativo, perché può esprimere attenzione, apertura, accoglienza, amore.
Il presente volume muove da un interrogativo di fondo: può la scienza bioetica – ed in particolare l’ecologia nella sua dimensione non solo ambientale ma umana – essere il punto di incontro che annulla il rischio della contrapposizione tra essere ed avere? Secondo l’autore, la logica del dono può essere espressa realmente e a pieno titolo in una concezione onesta dell’economia perché permetta alla persona stessa non solo di vivere bene grazie all’essere ma anche, grazie all’avere, di compiere il bene. Il denaro, infatti, se rimane dentro il suo spazio e non cattura il cuore e la mente dell’uomo, può essere un valido strumento di aiuto e di solidarietà perché il mondo sia per ogni essere umano una casa abitabile. L’economia e l’ecologia in tal modo si accordano abbattendo ogni barriera o muro che li possa porre uno contro l’altro costruendo realmente quella casa comune in cui è possibile convivere in uno stile di comunione, condivisione e gratuità.
Don Andrea Mariani è attualmente docente presso l’Università Cattolica “Nostra Signora del Buon Consiglio” in Tirana (Albania) nel Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia, di Farmacia ed Odontoiatria. È docente di Etica nella stessa Università di Tirana nel Corso di Laurea di Infermieristica. Tra le numerose pubblicazioni ricordiamo le recenti: La morale è molto bella, ma… in pratica si fa come si può! (2015); Papa Francesco canta il creato. Dalla lettera Enciclica “Laudato si’” (2015); Anno della Misericordia e… poi? Il volto misericordioso dell’esperienza morale (2016); Vivere per amare. La bioetica in dialogo con la famiglia (2016); Mente Cuore Mani. Il rapporto medico paziente: l’arte di una presenza (2017); “Ti amo da morire”! Nell’amore il “perché” del “finire” (2018); “Magnifico prestito!”. Il figlio a chi appartiene? (2018); “Non ho tempo!”. Prova a non guardare l’orologio (2018).
Chi esordisce con l'espressione «Ti amo da morire» mostra di comprendere che qualcosa di grande sta accadendo a livello sentimentale, ma che anche a livello intellettivo ha colto il profondo legame tra l'amore e la morte. Viene allora da chiedersi: non è forse vero che dall'equilibrio dell'amore con la morte scaturisce il significato più credibile per dare un senso allo stesso vivere? Con il presente libro l'autore intende coinvolgere il lettore in una riflessione innanzitutto sull'amore e sulla morte considerati in se stessi per poi tentare di individuare quale potrebbe essere il loro legame così come l'espressione «Ti amo da morire» testimonia in tutta la sua profonda intensità.
Viaggiare significa la possibilità reale di imparare, conoscere, raggiungere la verità. Ma tutti arrivano alla meta? C'è il "viandante" che cammina per camminare: è un errante vagabondo. Non ogni camminare esprime infatti il vivere autentico dell'uomo. E poi c'è il "pellegrino" che sa che ha un approdo da raggiungere: egli non si sente mai arrivato. Il credente, grazie all'Acqua del Battesimo, inizia un "cammino", gli è aperta una "strada" che lo rende nuova creatura: per dono è invitato liberamente a seguire il Maestro di Nazareth.
L'amore che l'uomo e la donna si promettono nel matrimonio implica una condivisione totale di tutte le dimensioni della vita umana: fisica e sessuale, affettiva ed emozionale. In riferimento alla bioetica, risulta impellente un serio discernimento là dove l'applicazione delle tecniche procreative mettono a repentaglio la concezione unitaria della stessa vita umana. Vita ed amore sono un unico mistero da vivere con sapienza e responsabilità. L'autore con il presente lavoro intende mostrare come l'impegno per favorire una maggiore e più corretta attenzione ai temi della vita umana, dell'amore e della famiglia è oggi responsabilità di tutti.
La misericordia rende il mondo meno freddo, lo tratta con pazienza e rende la Chiesa capace di scaldare il cuore. Oggi tutti siamo chiamati ad annunciare che Dio è misericordia. A proclamare che non il male ma il bene avrà l’ultima parola. La misericordia è un’arte. Dio è il vero Artista a cui bisogna rivolgersi per imparare ad amare. Certo, la misericordia ha bisogno della verità per non cadere nel soggettivismo, ma anche la verità ha bisogno di misericordia per non scivolare in una sterile autoreferenzialità: in principio vi è sempre la misericordia e l’amore infinito di Dio. Allora è possibile affermare che in Cristo “Misericordia e verità si incontreranno”.
L'ecologia, per il Papa, non concerne solo il creato e l'ambiente; vi è un quid più profondo: riguarda l'umano. È la persona che rischia di essere scartata. Passare da una ecologia ambientale ad una ecologia umana è il compito che attende tutti.