Pur avendo pubblicato in vita un solo libro, il "Tractatus logico-philosophicus", Ludwig Wittgenstein è stato certamente uno dei più influenti filosofi del '900. Al suo pensiero si sono ispirati sia il positivismo logico sia la filosofia analitica, ma entrambi hanno misconosciuto uno degli elementi più profondamente radicati del suo essere: la religiosità. "In cerca di salvezza" vuol mettere a fuoco questo aspetto e raccontare il rapporto del filosofo austriaco con la religione, in particolare quella cristiana, alla luce soprattutto degli scritti autobiografici contenuti nei taccuini personali (compresi i "diari segreti"). Attraverso di essi emerge come la vita di Wittgenstein sia stata una incessante ricerca spirituale, guidata, oltre che dall'interesse speculativo, anche e soprattutto dal desiderio di trovare una risposta ai problemi esistenziali. Alla religione il filosofo vorrebbe riuscire ad aggrapparsi come a un'ancora di salvezza, nella fede cristiana egli cerca un rimedio alla disperazione, nel Vangelo gli sembra di trovare una promessa di redenzione alla quale aspira con tutto il cuore. "La fede è fede in ciò di cui ha bisogno il mio cuore, la mia anima, non il mio intelletto speculativo. Perché è la mia anima, con le sue passioni, quasi con la sua carne e il suo sangue, che deve essere redenta, non il mio spirito astratto". (Ludwig Wittgenstein, "Pensieri diversi")
Pitirim A. Sorokin è l’unico sociologo che ha cercato di elaborare una teoria non riduzionista dell’altruismo, distinguendo le due forme fondamentali che può assumere: egocentrico ed egotrascendente, considerato quest’ultimo come un comportamento tipico dell’uomo, nel quale si manifestano le sue superiori facoltà spirituali. Il libro è diviso in due parti: nella prima è ricostruita la riflessione teorica del sociologo sull’amore altruistico e creativo; nella seconda sono illustrati i metodi e le tecniche giudicate più efficaci al fine di promuovere e sostenere la crescita altruistica.
Struttura primaria per la nascita dei grandi stati antichi, e quindi per la prima accumulazione della ricchezza che ha poi costituito il mondo moderno, l'agricoltura viene studiata attraverso gli autori greci e romani, ponendo la questione economico sociale dell'attività agricola già contrapposta alla visione ideale dell'aristocrazia intellettuale e cittadina antiche.