In Italia, in vari paesi europei e negli Stati Uniti, la democrazia di stampo liberal-democratico pare entrata in una fase di crisi profonda, assimilabile a un'agonia. Si deve ormai parlare di Demagonia. È la conseguenza di troppi anni di governi molli, che hanno inseguito il consenso immediato e facile, accantonando i problemi e rinviando le scelte impegnative. La demagonia, però, non è irreversibile. Per arginarla e respingerla occorre una politica seria, fatta da politici responsabili, disposti anche a perdere le elezioni. Occorre che i cittadini-elettori siano più consapevoli ed esigenti. Pie illusioni, sogni? No di certo! Si tratta invece di condizioni essenziali per la sopravvivenza dell'Europa e dell'Italia. Nel nuovo contesto geopolitico, se la politica continuerà a creare e cavalcare illusioni, a operare per i propri interessi e non per quello generale, l'Italia e l'Europa diventeranno periferie di stati totalitari, perdendo indipendenza, sicurezza, libertà, valori, identità, benessere. Sulla base delle sue esperienze di governo - prima di una grande università, poi come Commissario europeo e infine come Presidente del Consiglio italiano in un momento particolarmente critico per il nostro Paese - Mario Monti offre il suo contributo di esperienza e di visione in una fase di sfida decisiva per il futuro delle nostre società e delle prossime generazioni.
Gli europei vorrebbero essere forti come se l'Europa fosse unita, ma senza cedere neanche una parte della propria sovranità nazionale, come se l'Europa unita non esistesse affatto. Questa contraddizione è diventata inaccettabile. Le derive della finanza e l'indebitamento sono solo un aspetto della crisi economica, che ha fatto emergere in tutta la loro ampiezza l'interdipendenza e le fratture che caratterizzano la democrazia in Europa. Anche per questo è istruttivo rileggere Tocqueville, autore di un'opera capitale sulla democrazia in America. Per Tocqueville, da secoli, il cammino verso l'uguaglianza è inarrestabile. È un processo che porta a costruire, per mezzo del libero concorso delle volontà, una democrazia che sia opera del popolo, in cui gli europei possano scegliere insieme i loro governanti, e al tempo stesso al servizio del popolo, cioè finalizzata al benessere di tutti. Questo libro invita ad anteporre la retta comprensione dei nostri interessi agli istinti più ciechi, a scoprire le profonde affinità che legano gli europei, a ritrovare la fiducia in noi stessi. Ricordando che per guidare l'Europa oltre la crisi occorre "guardare lontano".
I posti di lavoro improduttivi "ostacolano la creazione di posti produttivi e perciò impediscono a molti giovani di trovare un impiego". La "solidarietà falsa" è quella "erogata con modalità che causano minori investimenti, maggiore inflazione, minore crescita, costi per le generazioni future", mentre il Trattato di Maastricht "non pone limiti alla possibilità di erogare solidarietà vera: dare ad alcuni oggi togliendo ad altri oggi, non togliendo alle generazioni future". "Se respingiamo l'idea di voler competere" con i Paesi più produttivi "perché non siamo disposti a inseguire troppo l'efficienza a scapito della solidarietà, senza volerlo prepariamo l'Italia a un futuro di disoccupazione". Ma non occorre abbandonare i valori profondi della nostra società: "basta affidarne l'attuazione a strumenti che non ostacolino troppo l'efficienza del sistema produttivo". Queste frasi provengono da articoli scritti da Mario Monti per il "Corriere della Sera" nel 1993, ma potrebbero essere utilizzate per spiegare la sua azione attuale di presidente del Consiglio. Derivano infatti da una visione generale - quella dell'"economia sociale di mercato" - che ha sempre guidato il pensiero e l'azione di Monti: da economista, da commissario europeo, da tecnico chiamato a fermare la corsa dell'Italia (e dell'Europa) verso l'abisso della crisi. Questo libro raccoglie gli interventi più significativi di Monti dal gennaio 1992 alla presentazione del decreto "salva-Italia" nel dicembre 2011.