Traduttore dei classici dell'ermeneutica contemporanea - Schleiermacher, Heidegger, Gadamer -, Giovanni Moretto ha saputo coniugare l'arte ermeneutica in quanto dialogo tra lingue e culture altre con una perspicua definizione della disciplina, divenuta un modello di riflessione per la filosofia e per la teologia. L'interpretazione dei testi, proprio nel chiarificare i sensi reconditi delle pagine interrogate, fa rivivere l'ispirazione che ha animato quell'autore, in quanto classico del pensiero. Ispirazione che fa tutt'uno, per Moretto, con la libertà dell'atto ermeneutico: fa rivivere le tracce di universalità che solcano i testi della filosofia e della teologia in quanto mattoni della "chiesa invisibile", di cui fa parte ogni uomo che rifletta sulla propria destinazione etico-religiosa. La stessa interpretazione filosofica della Bibbia - il libro dei libri - indica dunque alla teologia e alla filosofia l'intima vocazione a non fermarsi al particolare dell'interpretazione filologica, ma a saper guardare alla totalità. Un'ermeneutica che, tenendo gli "occhi sempre e solo rivolti al tutto", con un'espressione cara a Moretto, insegna a "ben vedere".
Il volume studia la peculiarita della dimensione religiosa che pervade l'universo di pensiero gadameriano.
Il volume si propone di acquisire, con un'indagine storico-teoretica mai prima tentata, un nuovo capitolo alla cristologia filosofica, quello della nativita di Cristo.