L'embrione è persona o no? Come stabilirlo? C'è il dovere di rispettare il naturale processo riproduttivo? E quanto vale questo dovere? A queste domande risponde il libro di Maurizio Mori che in primo luogo ripercorre la storia della moralità dell'aborto in Occidente. Mette poi in chiaro le posizioni in campo a proposito dell'aborto oggi e si interroga sulla giustificazione razionale del divieto di aborto. Il libro si conclude sostenendo che quello dell'aborto è un diritto. Una voce che, utilizzando il ragionamento filosofico, può opporsi, senza urlare, alle posizioni anti-abortiste così enfatiche in questo periodo. Il volume è corredato da un glossario e una bibliografia ragionata.
Dopo aver presentato le vicende del "caso Eluana" dando informazioni di prima mano e non note al pubblico, il libro si chiede come mai il "caso" abbia assunto proporzioni tanto grandi. L'idea è che ci sia uno scontro tra due paradigmi, l'antico paradigma ippocratico e il nuovo paradigma bioetico. Alla luce di questo impianto teorico, si esaminano le ragioni a favore e contro le opposte posizioni, per mostrare che il "caso Eluana" è una breccia nell'ippocratismo analoga alla breccia di Porta Pia. Con quest'ultima è cessato il potere temporale del papa Re, fatto che ha smantellato la "sacralità della politica", così con il caso Eluana cessa il potere medico dell'ippocratismo e viene smantellata la "sacralità della vita" (biologica).
Alle donne e agli uomini che desiderano diventare madri e padri, oggi la biotecnologia offre un'opportunità in più, la fecondazione assistita; la diagnosi genetica preimpiantatoria potrebbe evitare la nascita di bambini condannati a gravi sofferenze: in futuro, le ricerche su cellule staminali embrionali potrebbero permettere una svolta nella cura di malattie come il cancro, il morbo di Parkinson, il diabete. Ma questo non può avvenire in Italia, perché la legge 40 approvata dal parlamento della Repubblica nel 2004 lo vieta. In nome dei "diritti dell'embrione", della "sacralità della vita", della difesa dell'"unità" della famiglia, i suoi oppositori, ritengono che rappresenti un ostacolo per la libertà individuale e il progresso scientifico.