Tra articoli, interviste, partecipazioni a tribune politiche ed elettorali televisive, dichiarazioni e messaggi, assommano a quasi ottanta gli interventi su vari mezzi di informazione attribuibili ad Aldo Moro negli anni in cui tenne la segreteria politica della Democrazia cristiana. Proponendone in questo volume una prima raccolta organica, si è inteso restituire la parola allo statista pugliese su una fase cruciale della vicenda politica italiana e contribuire così al lavoro degli studiosi che, da qualche tempo, provano a sottrarlo alla luce abbagliante di riflettori troppo a lungo puntati quasi esclusivamente sul suo rapimento e assassinio da parte delle Brigate rosse. Prefazione di Giuseppe Acocella.
Nel 2018 sono passati trent'anni dal rapimento di Aldo Moro. Il 16 marzo 1978 venne rapito dalle Br in via Fani, a Roma. Nei 55 giorni di prigionia scrisse numerosissime lettere, alcune delle quali furono secretate dal Parlamento dopo il primo processo. I politici italiani, nonché i giornalisti, si affannarono a dichiarare che le lettere erano prive di valore perché risultanti da una costrizione. Erano certo lettere criptiche, allusive, scritte da un uomo che vedeva progressivamente chiudersi gli spazi di ascolto. Miguel Gotor riordina cronologicamente l'intero carteggio, con alcune lettere mai prima d'ora pubblicate, e ne offre un'edizione critica cui applica il rigore interpretativo della filologia storiografica. Il risultato è un quadro impressionante dell'Italia di quegli anni, con un uomo prigioniero al culmine della sua carriera politica che giudica la nazione e i colleghi politici; senza ipotesi immaginifiche ma con una serie di informazioni suggestive e inquietanti.
Aldo Moro è stato uno statista e un uomo politico che seppe prendere le mosse dall'analisi della realtà, dall'ascolto e dalla comprensione dei fenomeni nuovi. Forte di una profonda ispirazione religiosa, e insieme di una rilevante preparazione giuridica e filosofica, Moro privilegiò un pragmatismo ragionevole, col quale affrontò le questioni decisive dello sviluppo dell'Italia e della sua giovane e fragile democrazia. Nell'umanesimo moroteo si rinviene, nella sua feconda attualità densa di stimoli, anche fortemente critici, un punto di riferimento imprescindibile per il nostro tempo.
Nel 2008 saranno passati trent'anni dal rapimento di Aldo Moro. Il 16 marzo 1978 venne rapito dalle Br in via Fani, a Roma. Nei 55 giorni di prigionia scrisse numerosissime lettere, alcune delle quali furono secretate dal Parlamento dopo il primo processo. I politici italiani, nonché i giornalisti, si affannarono a dichiarare che le lettere erano prive di valore perché risultanti da una costrizione. Erano certo lettere criptiche, allusive, scritte da un uomo che vedeva progressivamente chiudersi gli spazi di ascolto. Miguel Gotor riordina cronologicamente l'intero carteggio, con alcune lettere mai prima d'ora pubblicate, e ne offre un'edizione critica cui applica il rigore interpretativo della filologia storiografica. Il risultato è un quadro impressionante dell'Italia di quegli anni, con un uomo prigioniero al culmine della sua carriera politica che giudica la nazione e i colleghi politici; senza ipotesi immaginifiche ma con una serie di informazioni suggestive e inquietanti.
Nel 2008 saranno passati trent'anni dal rapimento di Aldo Moro. Il 16 marzo 1978 venne rapito dalle Br in via Fani, a Roma. Nei 55 giorni di prigionia scrisse numerosissime lettere, alcune delle quali furono secretate dal Parlamento dopo il primo processo. I politici italiani, nonché i giornalisti, si affannarono a dichiarare che le lettere erano prive di valore perché risultanti da una costrizione. Erano certo lettere criptiche, allusive, scritte da un uomo che vedeva progressivamente chiudersi gli spazi di ascolto. Miguel Gotor riordina cronologicamente l'intero carteggio, con alcune lettere mai prima d'ora pubblicate, e ne offre un'edizione critica cui applica il rigore interpretativo della filologia storiografica. Il risultato è un quadro impressionante dell'Italia di quegli anni, con un uomo prigioniero al culmine della sua carriera politica che giudica la nazione e i colleghi politici; senza ipotesi immaginifiche ma con una serie di informazioni suggestive e inquietanti.
La mattina del 16 marzo 1978 Aldo Moro, presidente del consiglio nazionale della Democrazia Cristiana, sta andando in Parlamento dove è in programma il dibattito sul nuovo governo, quello della solidarietà nazionale, con il Partito Comunistya per la prima volta nella maggioranza. In via Fani l'agguato: i cinque uomini della scorta sono uccisi, Aldo Moro rapito dalle Brigate Rosse. Il suo corpo viene fatto ritrovare il 9 maggio, nel bagagliaio di un'auto, in via Caetani, sempre a Roma. Durante i cinquantacinque giorni del sequestro, Aldo Moro scrive lettere, appunti, promemoria che sono la testimonianza vibrante e intensa della sua ultima fatale battaglia.