"Con o senza Dio questo mondo?" è la domanda che percorre la narrazione dei Fratelli Karamazov, una discussione mai conclusa alla quale questo libro intende partecipare. In un tempo in cui non si sente bisogno di Dio e sembra tramontato l'interesse per il senso della vita e quindi per la verità, sia il fedele sia l'ateo si pongono come modelli di interrogazione profonda. Seguendo la scuola filosofica di Bernardino Varisco, Pantaleo Carabellese e Teodorico Moretti-Costanzi, riconciliarsi con Dio significa scorgere nell'oscurità della fragilità umana una luce in cui riconoscere traccia dello Spirito, oppure un inquietante silenzio che rimanda a un'unica possibile grandezza, quella dell'uomo. Nella ricerca del senso di sé e del mondo, egli tenta di riconciliarsi soprattutto con se stesso per non soggiacere alla cattiveria, alla guerra, al tornaconto e all'infinita serie dei mali esistenti. Da questo coraggio nasce tutto il bene possibile, tutto si traduce in una visione speciale del mondo di cui sono capaci gli uomini indagatori del senso, siano essi atei o credenti.
La percezione di sé, da parte di un bambino "diverso" (immigrato o disabile), è influenzata non solo dallo sradicamento dal proprio paese d'origine o dalle ridotte capacità determinate da una patologia, ma anche dalle rappresentazioni sociali che di tale condizione hanno quelli che entrano in contatto con lui. È questo modo di vedere e porsi nei suoi confronti che va curato e coltivato, perché è negli occhi degli altri che un bambino si rispecchia e si riconosce. Questo libro tratta argomenti utili a favorire la cultura dell'accoglienza e un'etica della responsabilità, e lo fa in veste di manuale operativo, capace di offrire con leggerezza strumenti preziosi per cogliere in ogni "diversità" un'opportunità.