"Il nostro sistema politico non si propone di imitare le leggi di altri popoli: noi non copiamo nessuno, piuttosto siamo noi a costituire un modello per gli altri. Si chiama democrazia, poiché nell'amministrare si qualifica non rispetto ai pochi, ma alla maggioranza." Sono pochi gli uomini che hanno dato il proprio nome a un momento della Storia. Pericle, gigantesca figura consegnata da Plutarco ai posteri come inventore della democrazia ateniese il modello di governo che avrebbe plasmato il mondo occidentale -, è tra questi. Per comprendere come e perché gli siano stati attribuiti un ruolo e un'importanza tanto fuori dall'ordinario, Claude Mossé ricostruisce vita e battaglie di Pericle, ritraendole nel quadro complesso di una giovane città emergente nel momento in cui stava rapidamente raggiungendo l'apice del proprio splendore e della propria potenza.
"Il nostro sistema politico non si propone di imitare le leggi di altri popoli: noi non copiamo nessuno, piuttosto siamo noi a costituire un modello per gli altri. Si chiama democrazia, poiché nell'amministrare si qualifica non rispetto ai pochi, ma alla maggioranza." Sono pochi gli uomini che hanno dato il proprio nome a un momento della Storia. Pericle, gigantesca figura consegnata da Plutarco ai posteri come inventore della democrazia ateniese il modello di governo che avrebbe plasmato il mondo occidentale -, è tra questi. Per comprendere come e perché gli siano stati attribuiti un ruolo e un'importanza tanto fuori dall'ordinario, Claude Mossé ricostruisce vita e battaglie di Pericle, ritraendole nel quadro complesso di una giovane città emergente nel momento in cui stava rapidamente raggiungendo l'apice del proprio splendore e della propria potenza.
Tra esaltazione e demonizzazione, un viaggio appassionante e non convenzionale nel mito di un personaggio storico immortale. Claude Mossé è professore emerito all'Università di Parigi VIII. È una delle massime specialiste francesi di storia della Grecia antica nel IV secolo a.C.
Pochi personaggi nella storia hanno acceso tanto la fantasia come Alessandro Magno, il conquistatore macedone che in poco più di dieci anni si impadronì dell'immenso impero persiano di Dario e condusse il suo esercito fin sulle ignote rive dell'Indo. Se è vero che, all'indomani della sua morte, il favoloso impero da lui costruito si sgretolò, vittima dell'ambizione dei suoi generali, rimane il fatto che il suo breve regno segnò una rottura nella storia del bacino orientale del Mediterraneo; una rottura che fu insieme politica e culturale.