Il volume intende presentare un'alternativa radicale all'istituzione scolastica attuale. La sua tesi è che si debbano rimettere i ragazzi in circolazione nella società che, a sua volta, deve assumere in maniera diffusa il suo ruolo educativo e formativo.La scuola deve ridursi a un portale ove organizzare attività che devono poi realizzarsi nel mondo reale, tramite un progressivo adeguamento reciproco delle esigenze delle attività,degli insegnanti e dei ragazzi. All'apprendimento carcerario e iperprotettivo della scuola, privo di motivazione e connessione con la realtà, un apprendimento realizzato in esperienze concrete,rielaborate, riflettute e criticate dagli allievi stessi in luoghi mirati. Non più insegnanti di discipline ma méntori, guide, conduttori capaci di agevolare i percorsi di interconnessione quanto di saper creare sempre maggior autonomia e autoorganizzazione. I ragazzi nel mondo costituirebbero una nuova linfa da tempo emarginata e costringerebbero la società e il lavoro a ripensarsi, a rallentare e a interrogarsi.
In questo testo si indaga lo strato profondo, nascosto e radicalmente misconosciuto della stessa vocazione educativa, la configurazione delle pulsioni e dei moventi che riuniscono le persone oltre le dichiarazioni istituzionali e oltre le deontologie private, a cercare di "educare", trasformare, adeguare, influenzare l'altro. È il repertorio paradossale della passione e delle passioni dell'educare così come dei loro modi di estrinsecarsi e di dar luogo a comportamenti complessi. È anche il problema di un trattamento o di un uso delle motivazioni e dei piaceri dell'educazione, ma l'oggetto, cui solo la psicoanalisi può fornire il suo scandaglio profondo, resta proprio la matrice, l'origine e la fenomenologia di essi.