Chiese, abbazie, palazzi affrescati, fontane, piazze, non sono lì a dirci cosa siamo stati, ma che cosa siamo. Guardare, conoscere, scoprire il patrimonio artistico dei luoghi in cui viviamo ci fa comprendere quanto possediamo in bellezza e splendore e quanto stiamo perdendo in violento degrado e cupo disinteresse. Questo libro è un viaggio tra le grandezze, le nefandezze e le ruberie dei luoghi d'arte e di storia italiani di cui siamo chiamati ad essere consapevoli custodi.
Non compaiono quasi mai in televisione, non hanno voce sui grandi giornali, non sono incoraggiate dai partiti che governano il Paese, eppure chi ha occhi per vedere li può scoprire ogni giorno: attorno a quella piccola chiesa, a quella scuola, a quella statua, a quell'archivio impolverato e mal custodito. Eccola l'Italia da salvare. Non l'Italia delle opere d'arte, delle chiese, delle piazze, ma l'Italia delle persone che, unendosi, se ne prendono cura. Come in ogni terra di questo mondo, ciò che c'è da salvare è soltanto il fatto che una persona possa unirsi a un'altra persona, e poi ancora a un'altra, e nell'insieme possano dire: noi ci prendiamo cura di questo, noi lo amiamo, noi gli daremo significato, noi gli daremo futuro. La comunità nasce in quel momento: dal mettere in comunione una cosa che sembra di nessuno mentre invece il suo senso, la sua memoria, la sua consistenza sopravvivono nelle mani, nelle premure, nelle attenzioni, nelle vite di molti che noi neanche conosciamo. Un libro, che è anche un viaggio, attraverso alcune delle esperienze di fraternità e di comunione più fervide che si possano conoscere nelle regioni d'Italia.
Luca Nannipieri propone un’originale rilettura dell’opera di Antoni Gaudì, il cui più grande capolavoro non fu tanto, secondo l’autore, la Sagrada Familia in sé, quanto l’aver concepito l’opera come una cattedrale dell’Europa moderna e aver costruito con essa e insieme a essa un popolo composto da credenti e non credenti, che ha contribuito e contribuisce ancora, a quasi cento anni dalla sua morte, al lavoro del genio catalano.
Gaudì era consapevole di non poter, pur forte del suo genio, riuscire da solo nell’impresa e sapeva che essa richiedeva il popolo, la massa, la massa dei credenti, ma anche dei non credenti, che riconoscevano in quella chiesa non ancora sorta, in quell’ipotesi di cattedrale, qualcosa di importante per loro. Per la loro identità, per il loro avvenire. Ed è proprio la creazione di questo popolo la vera utopia realizzata di questo grande genio cristiano.
l’Autore
Luca Nannipieri, saggista, collabora ai quotidiani «Il Giornale», «Europa» e all’edizione toscana del «Corriere della Sera». Il suo ultimo libro edito da Jaca Book è La bellezza inutile. Monumenti sconosciuti e il futuro della società (2011). È direttore del Centro studi umanistici dell’abbazia di San Savino, un centro di ricerca per lo studio dei beni culturali che vivono in stato di degrado o abbandono e delle comunità che vi lavorano attorno.
Attorno alle bellezze minori, attorno alle chiese e ai monumenti meno conosciuti e più colpiti dall’incuria o dall’indifferenza, si sta giocando una parte importante del nostro futuro, perché lì persiste un senso ultimo di comunità che altrove è perduto. Né i partiti né i circoli culturali ripropongono un’idea di comunità umana come invece viene riproposta dai gruppi e dai comitati che lavorano a dar vita alle bellezze ritenute periferiche e secondarie. Il grande monumento "spersonalizza" la sua tutela (nessuno si sentirebbe di dover difendere la Cappella Sistina di Michelangelo), mentre invece il piccolo monumento, proprio perché spesso mal conservato, malcurato, ignorato dalle amministrazioni, riesce a far nascere un senso di difesa, di condivisione, di richiamo a ciò che abbiamo di importante e di duraturo nella nostra civiltà.