C'è un filo rosso che guida la vita di San Francesco de Geronimo fin da bambino, ed è la declinazione di due insegnamenti evangelici: "Il più grande tra di voi sia come il più piccolo" (Lc 22,26), "Vi è più gioia nel dare che nel ricevere!" (At 20,35). Siamo davanti ad un uomo la cui fama era nota in tutto il Regno di Napoli e la cui biografia è l'insieme di tinte forti e a volte contrastanti, a causa di una personalità complessa, di una fine cultura ma soprattutto di un'azione apostolica animata dal desiderio di farsi povero tra i poveri. Una delle fonti più antiche lo descrive così: "Era una persona piuttosto mingherlina con una sanità cagionevole. Di statura piuttosto alta che bassa; di vita smunta e scarnata". Una descrizione che sembra essere la negoziazione della bellezza secondo canoni estetici, eppure le fonti aggiungono: "Non appena apre il labro, una luce misteriosa lo circonda; e il popolo grida unanime: quanto è bello il Santo".
Un "uomo-ponte" dei cambiamenti culturali del Cinquecento che traghettarono il Medioevo nell'Età Moderna. E' anche considerato uno dei precursori dell'ecumenismo.
La breve vita di un ragazzo (1991-2006) che, colpito da leucemia fulminante, offrì la sua sofferenza al Signore per il Papa e per la Chiesa.
La democrazia italiana affonda le sue radici nei princìpi della Costituzione, la cui formazione rimane un vero e proprio «evento di coscienza» nato dall’incontro dei costituenti che parteciparono alla I Sottocommissione della Costituente (1946-1947). I costitenti hanno il merito di aver concepito la democrazia non solamente come una procedura in cui il governo è «del popolo», ma anche come valore in cui si governa per il «popolo». La cultura cattolica dell’epoca fece convergere tutti i princìpi costituzionali su un «valore guida», quello della dignità della persona umana. Tuttavia tra i costituenti cattolici ed i gesuiti della Civiltà Cattolica si ebbero «scontri e incontri» in merito alla formazione dei princìpi, all’idea stessa di Stato costituzionale e di «diritto naturale» che determinava una visione di società e di Stato diversa. Queste divergenze spiegano le ragioni dell’attacco della Civiltà Cattolica al pensiero di Jacques Maritain, che ha ispirato i principali costituenti cattolici della I Sottocommissione alla Costituzione.
Un contributo all’elaborazione dei princìpi costituzionali è stato dato anche dalle tre bozze di Costituzione richieste da Pio XII ai gesuiti della rivista, recentemente scoperte e pubblicate da Giovanni Sale in questa collana. Molti punti proposti dalla Santa Sede e dai padri della Civiltà Cattolica sono entrati nella Costituzione. Trait d’union di tutta l’operazione fu il «primo» Dossetti, l’uomo ponte fra le due rive del Tevere. Attraverso le fonti, in parte ancora inedite, dell’archivio della rivista emerge il ruolo strategico svolto in tal senso del direttore di allora, padre Giacomo Martegani.
Dopo più di sessant’anni dalla sua approvazione è utile chiederci se in uno scenario politico, economico, sociale, cambiato sul piano interno e internazionale, la Costituzione debba essere revisionata o cambiata, e in che modo i princìpi fondamentali possano contribuire a farlo.
I nove princìpi elaborati nella I Sottocommissione - democratico, personalista, pluralista, lavorista, di solidarietà, di uguaglianza, di autonomia, di libertà religiosa, pacifista – definiscono la «dignità della persona umana» solamente se si è in grado di rispettare il delicato equilibrio di pesi e di contrappesi su cui si basano.
Più che una nuova Costituzione servono revisioni le quali, oltre ad intendere la Costituzione come «indirizzo fondamentale», come fino ad oggi si è fatto, la ritengano una «norma fondamentale di garanzia», in grado di essere «ispiratrice» e «limite» alle scelte politiche e «aperture» alle nuove regole sociali.
Lo spirito della Costituzione e l’intenzionalità dei costituenti ci permettono di conoscere le radici che nutrono la democrazia italiana e i limiti costituzionali che sono argini invalicabili alla lotta politica, altrimenti «ciò che si dimentica potrebbe ritornare».
"L'uomo diventa grande quando nella sua piccolezza raccoglie la grandezza dei cieli e lo splendore della terra ed al Padre comune li offre in adorazione e in amore". Queste parole pronunciate da Enrico Medi (1911-1974) possono essere considerate la sintesi della sua vita di scienziato, oratore, organizzatore, marito, padre, politico, divulgatore, amico ed educatore. Le sue numerose attività le ha vissute grazie ad una sua unità interiore, frutto della sua concezione antropologica, e ad una profonda spiritualità. L'eredità che Enrico Medi ci ha lasciato è estremamente ricca. Discorsi, scritti scientifici, interventi parlamentari, trasmissioni televisive, meditazioni, lettere, opere di divulgazione... ma il tesoro più prezioso che lascia in coloro che lo hanno incontrato è il suo sguardo profetico sul mondo e sulla storia, sempre così denso di Dio ma mai distaccato dall'uomo.
Paolo Bonomi (1910-1985) è stato il fondatore e il primo presidente della Coldiretti, l'uomo che, come ha ricordato Giovanni Paolo II, ha contribuito a costruire la società italiana attraverso "un servizio intenso, appassionato e geniale". Paolo Bonomi ha speso la sua vita fondandola sulla speranza, sul coraggio e sull'intraprendenza, valori tipici degli uomini di fede. Si è lanciato in imprese impossibili ed ha raggiunto traguardi inaspettati a servizio di quella che nel Dopoguerra era la classe più povera del Paese, quella dei contadini. La Coldiretti, che da lui nel 1944 è stata fondata e guidata per 36 anni, è oggi una grande forza sociale, ma non dimentica Bonomi e continua a ispirarsi al suo esempio. Grazie a lui l'agricoltura italiana è diventata leader a livello internazionale conseguendo primati sul piano qualitativo, ambientale e sanitario.
Nato a Nole (Torino) nel 1867, ordinato sacerdote della Compagnia di Gesù, come "missionario itinerante" attraversò la terra novarese, recandosi di villaggio in villaggio, di casa in casa per portare il conforto ai bisognosi, l'Eucaristia agli ammalati, il perdono ai peccatori, la Parola di Dio ai fedeli e ai lontani. Morì nel 1946 e fu dichiarato "Venerabile" nel 1997. Parlava poco, amava il nascondimento: ma proprio da questa umiltà sono uscite la forza e la profondità di una vita spesa per gli altri. Il suo programma di vita si fondava su tre parole d'ordine: la riconciliazione, la buona parola quotidiana, l'abbandono in Dio. Il libro illustrato ripercorre le tappe di questa vita a servizio del popolo di Dio.
Paolo Bonomi (1910-1985) è stato il fondatore e il primo presidente della Coldiretti, l'uomo che, come ha ricordato Giovanni Paolo II, ha contribuito a costruire la società italiana attraverso "un servizio intenso, appassionato e geniale". Paolo Bonomi ha speso la sua vita fondandola sulla speranza, sul coraggio e sull'intraprendenza, valori tipici degli uomini di fede. Si è lanciato in imprese impossibili ed ha raggiunto traguardi inaspettati a servizio di quella che nel Dopoguerra era la classe più povera del Paese, quella dei contadini. La Coldiretti, che da lui nel 1944 è stata fondata e guidata per 36 anni, è oggi una grande forza sociale, ma non dimentica Bonomi e continua a ispirarsi al suo esempio. Grazie a lui l'agricoltura italiana è diventata leader a livello internazionale conseguendo primati sul piano qualitativo, ambientale e sanitario.
Lo spagnolo Ignazio di Loyola (1491-1556), il fondatore dei gesuiti, non è un santo popolare, forse per la fama di austerità che lo circonda. Eppure è uno dei santi che più hanno segnato la storia della Chiesa e dell'Europa. L'ordine religioso da lui fondato apparve in un momento cruciale per la Chiesa, devastata dalla lacerazione luterana e dalla decadenza interna. Per contribuire a ridarle vitalità, Ignazio ricorse alle armi della preghiera, dello studio, della testimonianza personale e del servizio. Suo strumento privilegiato furono gli Esercizi Spirituali, con i quali aiutare a "discernere", cioè a scegliere liberamente ciò che è utile alla propria crescita. Questo libro illustrato ne traccia un sintetico e avvincente profilo.
Descrivere la vita di Francesco Saverio (1506-1552) significa raccontare la storia di un lungo viaggio. Spende dieci anni in Asia, di questi ne passa almeno cinque in navigazione o aspettando di imbarcarsi, percorre qualcosa come 63.200 chilometri, al punto che molti biografi lo considerano un nuovo san Paolo. Ma il viaggio più affascinante che percorre il Saverio è quello interiore. Il suo cammino lo porta a uscire da se stesso per giungere alla soglia del faccia a faccia con Dio per riconoscere il fondamento della sua identità nel volto delle migliaia di persone incontrate. Per la sua testimonianza la Chiesa lo ha proclamato patrono delle missioni nel mondo insieme a Teresa di Lisieux. Questo libro illustrato ripercorre questo viaggio di Francesco per comprendere i tratti principali della sua storia e le caratteristiche della sua vita.