Da dove parte il testo? Qual è l'obiettivo a cui punta? L'autore si ispira al comandamento più "umano" in assoluto: «Amerai il prossimo tuo come te stesso», e prova a trapiantarlo nelle dinamiche di un'umanità sempre più orientata dalle logiche del digitale. Cosa significa amare quanto la prospettiva e l'ambiente è digitale? Come pensare la prossimità quando il toccarsi spesso non è fisico? A partire da queste offre una riflessione che si muove su un doppio binario. Da una parte un'indagine di tipo socio-antropologico. Dall'altra una prospettiva pastorale per passare, come direbbe Francesco, da un'analisi a una terapia, fatta di dialogo, ascolto, tenerezza.
"Il volume intende indagare il senso autentico dell'Università pontificia proponendo una riflessione tout court sulle istanze principali che la caratterizzano. Attraverso la formula della conversazione/intervista monsignor Enrico dal Covolo mette in campo la sua esperienza di pastore, studioso e Rettore della Pontificia Università Lateranense, per tracciare i contorni di un modello accademico proiettato verso il futuro e attento alla persona e alle sue necessità." (Dalla Presentazione)
Siamo immersi in un impetuoso processo di trasformazione dell'universo comunicativo. È impossibile comprenderlo se continuiamo a pensare ai media come a strumenti che utilizziamo, pròtesi che potenziano i nostri sensi, psicotecnologie che modificano i nostri cervelli, o ambienti in cui stabiliamo contatti. Abbiamo bisogno di un nuovo punto di vista sui media per capire che cosa stia accadendo davvero all'umanità mediale. Il libro propone con chiarezza alcune linee di riflessione: i media sono proiezioni dell'essere umano e non dispositivi separati da lui; l'uomo non usa i media, ma è i media; il web non è un ambiente in cui l'uomo comunica, ma è la riflessione della sua stessa qualità etica. In questa prospettiva la media education può assumersi il compito di educare i media (perché i media siamo noi), formando persone e non solo competenze digitali.
Il volume si propone come una testimonianza nuova e sperimentale, per riflettere sul tema della comunicazione della fede. I sette contributi offrono un’angolazione di senso originale per interpretare il cambiamento culturale che investe anche la Chiesa alla luce dei cambiamenti repentini determinati dalla cultura digitale. Rivolto a sacerdoti e religiosi (ma anche a laici impegnati in percorsi educativi), il libro intende essere, quindi, uno strumento per riflettere, ma soprattutto per orientarsi e agire nell’ambiente digitale.
Biografia
Massimiliano Padula.
Direttore dell’Ufficio Comunicazione e Stampa della Pontificia Università Lateranense. Phd candidate in Comunicazione, interculturalità e organizzazioni complesse presso la Lumsa di Roma, è docente di Sociologia dell’organizzazione e di Sociologia del tempo libero presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium di Roma. Autore di monografie, saggi e articoli afferenti alla comunicazione e ai media, ha già curato, per la Lateran University Press, L’involucro della contemporaneità. Un discorso sui media (2010).
«Nel bene e nel male, [i media] sono così incarnati nella vita del mondo che sembra davvero assurda la posizione di coloro che ne sostengono la neutralità, rivendicandone di conseguenza l’autonomia rispetto alla morale che tocca le persone». Orientati e ispirati dal pensiero di Benedetto XVI che, nella sua recente enciclica Caritas in Veritate così si esprime a proposito dei mezzi di comunicazione, il saggio (e i suoi otto contributi) intende esplorare le interconnessioni tra uomo e tecnologia. Attraverso una premessa di orizzonte che indaga i territori di un ambiente ricostruito e riconfigurato dai media, l’autore/curatore prova a raccontare gli abitanti di questo ambiente, le loro percezioni, abitudini e comportamenti e introduce il lettore ad un approccio inedito ai media: quello neuroscientifico. La seconda parte è rappresentata da un ventaglio di contributi originali: social network, amicizia, rispetto e dialogo nel mondo digitale, nuove forme di produzione culturale, giornalismo online, identità in rete, responsabilità ed etica dei media; il saggio si conclude con il racconto di un’esperienza reale vissuta da un gruppo di insegnanti e di studenti alle prese con l’uso quotidiano delle tecnologie digitali. Il volume intende offrire un’articolata analisi dei fenomeni tecnomediali in corso, proponendosi come un agile strumento di sapere e approfondimento su una realtà - quella mediale - che sta diventando invisibile e normale, avvolgendo, come un involucro, la contemporaneità.
Massimiliano Padula
è professore a contratto di Comunicazione istituzionale presso l’Istituto pastorale Redemptor Hominis della Pontificia università lateranense. Insegna materie sociologiche presso la Pontificia facoltà di scienze dell’educazione Auxilium. Ha pubblicato, tra l’altro, Crisis Communication. Come comunicare le emergenze (Effatà, 2005) e Immersi nei media. Il nuovo modo di essere vivi (Rubbettino, 2009).