Da oltre vent'anni Nino Di Matteo è in prima linea nella lotta a Cosa nostra. Titolare di un'inchiesta che fa paura a tanti - quella sulla trattativa Stato-mafia, che si sviluppa nel solco del lavoro di Chinnici, Falcone e Borsellino - è lui il magistrato più a rischio del nostro Paese. Le indagini che ha diretto e continua a dirigere, ritenute scomode persino da alcuni uomini delle istituzioni, lo hanno reso il bersaglio numero uno dei boss più influenti: Totò Riina e Matteo Messina Denaro. Le parole del pm, raccolte dal giornalista Salvo Palazzolo, offrono una testimonianza diretta e autorevole sulle strade più efficaci per contrastare lo strapotere dei clan. E lanciano un grido d'allarme: Cosa nostra non è sconfitta, ha solo cambiato faccia. È passata dal tritolo alle frequentazioni nei salotti buoni, facendosi più insidiosa che mai; anche se le bombe tacciono, il dialogo continua: tra politica, lobby, imprenditoria e logge massoniche si moltiplicano i luoghi franchi in cui lo Stato è assente. Con una semplicità unica, Di Matteo condivide con il lettore la propria profonda comprensione del fenomeno mafioso di oggi. Così, tra denunce e proposte, questo libro permette di gettare uno sguardo ai meccanismi con cui Cosa nostra si è insinuata nelle logiche economiche, sociali e politiche del nostro Paese. Un'opera che si rivolge a tutti, perché è dalle azioni di ciascuno che deve partire il contrasto alla criminalità...
Di Paolo Borsellino, del suo esempio e del suo lavoro di contrasto alla mafia, si è sempre parlato molto. Negli ultimi tempi, forse, si parla di più della sua morte e dei misteri che la avvolgono. Ma della famiglia Borsellino, dell’uomo anziché del magistrato, non si sa tanto. Fin dai primi, terribili giorni dopo l’attentato di via D’Amelio, infatti, la moglie Agnese e i figli Lucia, Manfredi e Fiammetta – allora poco più che adolescenti – hanno mantenuto uno stretto riserbo e sono intervenuti solo raramente nel dibattito mediatico.
All’inizio di quest’anno, la signora Agnese, che combatteva contro un terribile male, ha voluto raccontare la sua vita a Salvo Palazzolo, per lasciare dietro di sé – ai figli, ai nipoti, alle persone che mantengono vivo il ricordo di Paolo Borsellino e, in definitiva, a tutti gli italiani – i ricordi di un’esistenza segnata dall’amore per un eroe civile che era anche un uomo normale, innamorato della moglie, giocoso con i figli, timido ma provocatorio, generoso e indimenticabile.
Agnese Borsellino se n’è andata il 5 maggio 2013, ma le sue parole sono rimaste impresse in questo libro, un libro carico di amore, di dolore, di indignazione e di speranza per il futuro del nostro paese.
“Cara mamma, ci hai fatto un gran bel regalo, in parte anche inaspettato. […] Neanche noi figli conoscevamo tutti gli aneddoti e le confidenze che – stupendoci – ci hai voluto lasciare in questo racconto, prima che la tua malattia prendesse definitivamente il sopravvento. […] C’è tutto questo e molto altro ancora nelle pagine che ci hai lasciato in dono: non sono una biografia, una raccolta di testimonianze o una ricostruzione storica di eventi più o meno noti. Queste pagine sono molto di più: il tuo ultimo atto d’amore verso papà, anzi sono la vostra storia d’amore.” Manfredi Borsellino
Di Paolo Borsellino, del suo esempio e del suo lavoro di contrasto alla mafia, si è sempre parlato molto. Negli ultimi tempi, forse, si parla più della sua morte, dei misteri che la avvolgono, delle trame che si sono consumate prima e dopo di essa. Ma della famiglia Borsellino, dell'uomo anziché del giudice, dei figli e della moglie, non si sa molto. Fin dai primi, terribili giorni dopo l'attentato di via D'Amelio, infatti, la moglie Agnese e i figli Lucia, Manfredi e Fiammetta - allora poco più che adolescenti - hanno mantenuto uno stretto riserbo e sono intervenuti solo raramente nel dibattito mediatico. Per questo la pubblicazione delle memorie di Agnese Borsellino rappresenta un vero e proprio caso editoriale. La signora, che proprio quest'anno si è dovuta arrendere a un male che l'ha perseguitata per anni, ha voluto utilizzare gli ultimi mesi della sua vita per lasciare dietro di sé - ai figli, ai nipoti, alle persone che mantengono vivo il ricordo di Paolo Borsellino e, in definitiva, a tutti gli italiani - i ricordi di una vita accanto a un eroe civile, che era un uomo normale, innamorato della moglie, giocoso con i figli, timido ma anche provocatorio, generoso e indimenticabile.
La convinzione che Cosa nostra sia stata sconfitta ha già declassato la lotta alla criminalità organizzata nell'agenda della politica e della grande informazione. Eppure, restano ancora molti misteri da svelare attorno a una lunga e drammatica pagina della storia d'Italia. Sono i 'pezzi mancanti' che Salvo Palazzolo, giornalista di "Repubblica", autore di cronache scottanti apparse in questi ultimi mesi e, con Michele Prestipino, del Codice Provenzano, ha raccolto nel suo diario di cronista a Palermo: le prove sparite dopo i delitti eccellenti, i nomi di molti sicari, dei mandanti occulti e di troppi infedeli servitori dello Stato, le complicità nella politica, i patrimoni ancora custoditi da insospettabili tesorieri. Dopo ogni delitto eccellente sono scomparse prove, tracce. Così non si trovano più gli appunti di Peppino Impastato, le bobine su cui erano registrate alcune telefonate del padrino latitante Bernardo Provenzano, l'agenda del commissario Ninni Cassarà, due videocassette girate dal sociologo Mauro Rostagno, gli appunti dell'agente Nino Agostino, alcuni file del computer di Giovanni Falcone, l'agenda di Paolo Borsellino, il dossier del maresciallo Antonino Lombardo. Scomparse le prove, sono rimasti impuniti molti sicari e tutti i mandanti. Ma qualche traccia degli insabbiamenti e dei depistaggi è rimasta comunque. È spesso legata ai movimenti di misteriose talpe istituzionali al servizio di Cosa nostra: ventisette inquietanti presenze, ancora senza nome e senza volto.
In breve
Dove sono finiti gli appunti di Peppino Impastato, l’agenda del commissario Ninni Cassarà, le videocassette di Mauro Rostagno, le relazioni dell’agente Nino Agostino, i files di Giovanni Falcone, l’agenda di Paolo Borsellino, il dossier del maresciallo Antonino Lombardo e tutte le altre prove trafugate dagli infedeli servitori dello Stato? Chi sono i mandanti occulti dei delitti eccellenti di Cosa Nostra? E gli insospettabili tesorieri? Quali le complicità e le trattative con la politica?
La mafia siciliana è alle corde, rassicurano le statistiche ufficiali. Non si verificano più omicidi eclatanti, i padrini storici e i loro gregari sono in carcere, a scontare dure condanne. La convinzione che Cosa Nostra sia stata sconfitta ha già declassato la lotta alla criminalità organizzata nell’agenda della politica e della grande informazione. Eppure, restano tanti misteri da svelare attorno a una lunga e drammatica pagina della storia d’Italia. Ancora oggi, non sappiamo i nomi dei sicari di diversi omicidi, non si trovano i loro insospettabili complici e gran parte dei patrimoni che nascondono. Non si trovano i mandanti occulti che hanno tramato assieme alla commissione provinciale di Cosa Nostra. Sono i pezzi mancanti della storia della mafia, i segreti che costituiscono la vera forza dei padrini in carcere e l’eredità di chi verrà dopo di loro. Quei segreti continuano a muovere complicità e ricatti. Questo libro è un promemoria, è il diario che i cronisti di Palermo tengono a mente: vi sono annotate le tante domande finite nel nulla, i silenzi e le risposte fin troppo vaghe di chi avrebbe dovuto invece rendere conto con chiarezza. Quelle domande che avevano formulato i giornalisti, i magistrati, gli investigatori uccisi da Cosa Nostra.
Indice
Introduzione - 1. L’ascesa dei nuovi potenti (1977-1979) - 2. Venti di guerra (1979) - 3. Il partito dei devoti (1980) - 4. La teoria del ragioniere (1981) - 5. «Qui è morta la speranza dei palermitani onesti» (1982-1983) - 6. Oltre i soliti noti (1984-1987) - 7. L’altra faccia della mafia (1988) - 8. Guerra di servizi (1989) - 9. Preparativi di trattative (1990-1992) - 10. L’ultima soffiata (1993-1995) - 11. Promemoria (1977-2009) - Fonti e documentazione sull’inventario delle prove scomparse. Ultimi aggiornamenti - Indice dei nomi