«La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno». Lo slogan, che ha tenuto banco all’inizio del 2009, è il pezzo forte di una campagna pubblicitaria in favore dell’ateismo, annunciata e poi sospesa tra mille polemiche.
L’idea all’origine di questo volume è quella di affrontare a viso aperto la questione chiave che sottende quel controverso slogan messo in campo con una buona mossa di marketing.
Davvero non abbiamo “bisogno” di Dio? Se dalla preistoria ai giorni nostri tutte le civiltà sono state caratterizzate da espressioni religiose, da dove sgorga nell’uomo la “necessità” di Dio e del sacro? E la religione, come aveva sostenuto Marx nell’Ottocento, è davvero «il singhiozzo di una creatura oppressa», «il sentimento di un mondo senza cuore», «l’oppio del popolo»?
In una sorta di “forum virtuale” quattro nomi autorevoli della psicologia e della psichiatria italiana – Vittorino Andreoli, Paolo Crepet, David Meghnagi e Maria Rita Parsi – riflettono sul delicato rapporto fra psiche e religione affrontando un ampio spettro di questioni che riguardano la vita di tutti e che non possono lasciare insensibili.
Collana
Raccontando vicende insieme affascinanti e familiari, romazesche e quotidiane, Maria Rita Parsi, psicoterapeuta, saggista e scrittrice, conduce il lettore in un percorso profondo e appassionato nelle strade tortuose e improbabili che spesso prende l'amore. Capita allora di riconoscersi nella vicenda di Patty, che si costruisce un amore immaginario tanto perfetto da senbrare vero, o in quella di Fabio, diviso fra un amore virtuale nato su Internet e quello "reale" e immutato per la moglie, o di Giuliana, innamorata di un uomo sposato che la illude, o in quella di Ernesto, traditore incredulo e disperato per essere stato tradito. Storie di cenerentole e belle addormentate, di pinocchi e cappuccetti rossi con l'immancabile lupo cattivo. Per conoscere e imparare l'amore nell'unico modo possibile: storia dopo storia.
Dipendenza: una parola inquietante, che evoca immagini e situazioni drammatiche, legate all'abuso degli stupefacenti. Ma se ci riflettiamo con attenzione, ci rendiamo facilmente conto che siamo dipendenti da tante cose, niente affatto negative: per esempio dall'aria, dall'acqua, dal cibo. Dunque è necessario distinguere tra la "dipendenza" intesa come la naturale attitudine del nostro organismo a mantenersi attivo e in forma, e l'effetto che alcune sostanze e alcune attività producono sul cervello, alterandone le risposte e inducendo comportamenti patologici. La scienza oggi definisce più correttamente addiction questa dipendenza "negativa" ed è in grado di tracciare con maggior precisione i contorni del problema: l'individuo dipendente non è vittima detta propria mancanza di volontà, ma soffre di una vera e propria malattia cronica, caratterizzata della perdita di controllo sull'uso delle sostanze e su determinati comportamenti. In questo volume, Maria Rita Parsi intervista Luigi Pulvirenti, uno dei più insigni studiosi mondiali di neurofarmacologia, sulle più scottanti tematiche legate al funzionamento del cervello: che cos'è il "cervello dipendente", cosa accade quando l'addiction non è causata da droghe ma da altre attività apparentemente innocue (il gioco d'azzardo, il cibo, l'attività fisica), come la scienza è in grado di aiutarci ad affrontare i problemi sociali e comportamentali connessi alta patologia dell'addiction.
L'"undicesimo comandamento" è il presupposto fondamentale per essere genitori: onorare significa rispettare e amare, e amore e rispetto si esprimono in una serie di comportamenti. La maternità e la paternità non sono soltanto eventi biologici, ma espressione di amore, di crescita, di generosità: i genitori si prenderanno cura anzitutto della propria salute mentale e fisica, per garantire così quella dei figli; favoriranno i rapporti fra i propri figli e i nonni; si prenderanno cura della loro coppia per garantirne la continuità, e in caso di separazione cercheranno di mantenere integro il loro ruolo genitoriale.
Conoscere quanto l'uomo somiglia agli animali, che cosa di "bestiale" c'è ancora in lui, può aiutarci a comprendere certi comportamenti che sembrano assurdi e che pure sono perfettamente naturali. Per liberare così le nostre doti migliori, quelle che più di ogni altra cosa ci elevano rispetto a tutti gli esseri viventi: l'amore e la creatività. Questo libro, come scrive Maria Rita Parsi, "è costruito come un percorso di conoscenza della "belva umana" per individuare i riti necessari ad addomesticarne il cuore". Un percorso costellato di passioni e riflessioni, intessuto di storie e ricamato da illustrazioni d'artista, in cui scienza e sensibilità poetica si abbracciano regalando al lettore emozione, curiosità e meraviglia.
Questo libro spiega gli effetti e le possibili cure dell'amore dannoso, ovvero di quell'amore che non realizza bisogni e desideri, ma trasforma le nostre relazioni sentimentali e sessuali in percorsi tortuosi e sofferti. Nella prima parte vengono raccontate, dalla viva voce dei protagonisti, sette storie d'amore. In esse il lettore può individuare e comprendere le dinamiche e i percorsi di chi, sulla propria pelle, ha vissuto l'esperienza di un amore dannoso. La seconda parte contiene, invece, tredici casi clinici. Qui ogni storia è accompagnata da una serie di riflessioni che possono favorire un maggiore approfondimento e, soprattutto, fornire suggerimenti e modi d'intervento terapeutici: per cessare di essere le vittime di un malinteso amore e uscire, una volta per tutte, dal labirinto dei rapporti sbagliati.