Questo libro non è scritto da economisti o da esperti del settore finanziario. Gli autori sono due criminologi e uno psichiatra, abituati per mestiere ad analizzare crimini spesso efferati e violenti. E questo loro occuparsi di crisi economica potrebbe apparire quantomeno strano ma, inoltrandosi nella lettura del volume, si scopre come il mondo dell'economia e dalla finanza sia frequentato anche da persone egocentriche, prive di capacità empatiche e di identificazione negli altri, spregiudicate, manipolatorie, machiavelliche, incapaci di rimorso, narcisiste, disoneste, menzognere. In pratica, psicopatici di successo. E così i saperi della criminologia e della psicopatologia diventano un interessante "grimaldello" per una rilettura delle vicende di questi ultimi anni, che sono state caratterizzate non solo da un economia in difficoltà ma anche da tanti improvvisi, quanto dannosi, crack di colossi finanziari e industriali. Gli autori, attraverso l'attenta analisi della letteratura scientifica sull'argomento e confrontando i risultati di una ricerca condotta tra un campione di manager italiani, arrivano alla conclusione che queste peculiarità individuali possano avere avuto buon peso nella genesi della crisi e che il saperle riconoscere sia fondamentale per ogni organizzazione, perché ne permette la sopravvivenza.